Più libri, più liberi: una recensione “a scrocco”

Ieri era proprio una giornata del cavolo. A volte mi capita di peccare di eccesso di pregustamento. Pregustavo da un paio di settimane la fiera della piccola e media editoria, croce e delizia degli appassionati di libri squattrinati e cordialmente detestata dalla Guerrigliera fin dalla più tenera età, con una coerenza degna di miglior causa. Stavolta, come due anni fa, si prevedeva incontro con celebrità del calibro di Mammamsterdam in occasione della presentazione di un’opera imprescindibile nella libreria di ogni desperate parent che si rispetti: La risposta del cavolo. Già, proprio come la giornata.

Era questo che vi stavo raccontando. Dormo male, mi sveglio febbricitante e di pessimo umore. Litigo con il mondo, a partire da me stessa. Ringhio, sbuffo, protesto, strascico i piedi. Eppure tutto concorre a esaudire ogni mio desiderio: improvviso cambio di programma di tata Silvana, che in collaborazione con la nonna si spupazza Meryem da ieri alle tre a stamattina compresa, togliendomi ogni pensiero di orario. Passaggio in macchina all’andata e al ritorno. Quasi nessuna fila in biglietteria. Regali di compleanno che continuano a piovere inattesi a oltre una settimana dal giorno deputato. Ma è stato solo versando il mio tradizionale obolo allo stand di Exòrma che sono tornata in me, o meglio nella parte di me meno antipatica, e ho fatto quello che in fondo mi viene piuttosto bene: ho condiviso.

Io in una grossa Fiera affollata ho lo stesso blocco che mi afferra nei supermercati troppo grandi: mi paralizzo. Rispetto ai libri per bambini, poi, il problema aumenta: guardo di qua e di là, sbavo a destra e a sinistra, ma alla fine non metto a fuoco come si deve e finisco per non comprare assolutamente nulla. Però, ieri come in altre occasioni, mi sono giocata la carta segreta: mia sorella Marina.  Lei sì che conosce il territorio. Parte alla caccia come un cane da tartufo. Quest’anno purtroppo ci siamo solo incrociate fugacemente, ma mi sono rivenduta con successo, in seguito, gli ultimi due stand che le ho visto visitare. Ed ecco qui le mie recensioni a scrocco di due piccole case editrici da sostenere, con forza, perché se lo meritano (oltre a Exòrma, naturalmente).

Iniziamo dalla prima chicca. Ho faticato a ritrovarla, perché il nome me lo ricordavo solo attraverso confuse associazioni, decisamente poco indicative: L’asino verde? La rana ubriaca? Alla fine era Orecchio acerbo. “Libri per ragazzi che non recano danno agli adulti / libri per adulti che non recano danno ai ragazzi”, li definiscono loro stessi. Noi abbiamo ancora la bocca spalancata. Dei gioielli di grafica, di idee, di fantasia. Facciamo un esempio? Guardatevi questo booktrailer… oppure questo, che testimonia la nascita di Hansel e Gretel illustrato nell’unico modo possibile per favola davvero spaventosa (“Non ho mai pensato che fosse per bambini, era piuttosto per me, per me quando ero un bambino”, confessa significativamente l’illustratore).

Seconda menzione per Edizioni Lapis. Segnalo in particolare la collana Arte tra le mani e, ancor più, la collana Staccattaccal’arte, albi davvero geniali in cui i bambini possono con degli stickers ricomporre o rimescolare opere di artisti come Klee, Mondrian o Kandinsky. A Meryem alla fine ho comprato questo, mentre zia Marina ha scelto, da Orecchio Acerbo, questo. Scaricatevi l’anteprima, ne vale la pena. E qualcosa mi dice che questo autore vada tenuto d’occhio…. anche il sito è bellissimo!

9 pensieri riguardo “Più libri, più liberi: una recensione “a scrocco””

  1. Ho beneficiato della tua pre-perlustrazione e condivido la scelta delle segnalazioni.
    Di Lapis merita una menzione anche la collana di guide turistiche di città italiane per bambini, adatte anche dai 5 anni in su. Viene voglia di organizzare subito la gita con i pargoli, sognando che sarà una meraviglia di contemplazione architettonica e artistica e che loro condivideranno tutto… Si, poi lo so che c’è da fare i conti con hofamehosonnononvojocamminaresonostancovojoilgelato ecc….

  2. ecco Shel Silverstein e’ un altro di quegli autori che da quello che capisco l’Italia ha blankato completamente – un po’ come DrSeuss in fondo, anche se probabilmente la giustificazione che fosse intraducibile e’ una valida. O e’ che i poeti non sono mai trattati bene da noi? I poeti per bambini poi!

    1. Loro hanno pubblicato quello del rinoceronte, Lafcadio e ne hanno in uscita, a marzo, un terzo: Il Pezzo mancante/The missing piece. Io credo che la scelta di tradurre coraggiosamente e comunque lasciare un discreto testo a fronte/in calce sia vincente.

      1. si certo, mi chiedo solo perché abbiano aspettato venti anni o giù di lì 🙂 ed è interessante che pure le traduzioni di Dr.Seuss stiano comparendo ora, evidentemente qualcosa sta cambiando finalmente nel panorama dell’ offerta per bambini e mifa molto piacere

  3. Ci tengo particolarmente a dire che ho assistito agli sforzi di memoria di Chiara per ricordare il nome dello stand di Orecchio Acerbo, e che la stessa mi ha fatto conoscere sia le meraviglie di questa casa editrice, sia quelle della Lapis. Di quest’ultima ho acquistato “Leonardo e l’enigma di un sorriso”, non una banale riduzione della vita di Da Vinci per bambini, ma un appassionante viaggio nel tempo visto con gli occhi di Leonardo quando era un bambino. Ieri è stata una splendida giornata in compagnia di buoni libri e altrettanto buone (e altissime) amiche; questo aggettivo va inteso nell’accezione più ampia del termine. PS: qualora te lo stessi chiedendo, scrivo questo commento da sobria. Finalmente 🙂

  4. Adoro orecchio acerbo, ho Il calzino selvaggio che è una chicca, ma ieri mi ero già svuotata le tasche e caricata il bagaglio a mano ed ho passato. Ho preso invece l’ ultimo di Amelia e zio gatto e i cloni giganti e un altro paio di cosette carine. E la parte migliore è stata la copertura media della presentazione con tropix e cena successiva, ragazze, vi amo, sappiatelo.

  5. Una serie di cose del dr. Seuss tradotte le ho comprate 5-6 anni fa, e adoro gli Snicci, Prosciutto e uova verdi che elggevamo in tandem a E insieme all’ originale e un altro paio. Ma the Cat in the Hat ancora nn lo leggo.

  6. L’Hansel e gretel di cui parli, quello di Mattotti, l’abbiamo preso quando è uscito proprio alla fiera. Giovanni aveva 5/6 anni e l’ha indicato da lontano, tipo è mio!!!! gli altri genitori mi guardavano sconvolti immaginando chissà quali traumi avesse il ragazzino vista la propensione per il nero. invece già manifestava un certo senso estetico (soprattutto per il libri con poche parti scritte). gli editori fanno scelte molto belle, coraggiose e azzardate.

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