Michelangelo a sorpresa

“Ci sarebbe una statua di Michelangelo che non conosce nessuno…” Marielou guida dalle parti di Bassano Romano, al nostro treno da Oriolo a Roma manca ancora un’oretta. Suo marito è scettico: “Ancora con questa storia della statua? Ma non siamo mai riusciti a trovarla…”. E invece questa volta, con un po’ di fortuna e l’aiuto di Google la abbiamo trovata. E così apprendiamo, da un foglio a distribuzione gratuita redatto da Cleto Tuderti, la storia sorprendente che vado a raccontarvi.

In questa chiesa di Bassano Romano c’era la statua che vedete. Era convinzione comune che fosse opera di uno scultore secentesco anonimo che si era ispirato al Cristo Portacroce di Michelangelo che è nella chiesa di S. Maria sopra Minerva, vicino al Pantheon (non ho mai visto neanche quello, per la cronaca). Poi, in occasione di una mostra del 2001, delle ricerche di archivio dimostrarono inequivocabilmente che la verità era un’altra.

Siamo tra il 1514 e il 1516. Michelangelo sta lavorando alla statua commissionatagli per la chiesa sopra Minerva dall’amico Metello Vari. La statua è quasi finita, quando sulla guancia sinistra di Cristo il marmo rivela una venatura scura. Immaginate che rosicata per Michelangelo. Dai documenti risulta che, smaltita la bile, lo scultore abbia deciso di ricominciare il lavoro da capo. “Però vedi di togliermi da davanti ‘sto Cristo sbagliato”, immagino che abbia detto Michelangelo a Metello. Quello, felice di avere due statue al prezzo di una, si mise quella con la “vena nera” in giardino, regalando un puledro all’artista per consolarlo.

Nel 1607 il Cristo finisce in vendita e se lo compra Vincenzo Giustiniani per la sua collezione. Fa un buon affare, ma gli mette un perizoma, perché nel frattempo c’era stata la Controriforma e con i nudi, anche divini, toccava andarci piano. Il marchese Giustiniani aveva anche altre fisse: preferiva che la statua avesse la bocca aperta e non chiusa, in modo da farla apparire più viva, come se respirasse. Quindi le fa fare un ritocchino da uno scultore, che già che si trova rende anche un po’ meno visibile la firma di Michelangelo.

Nel 1644 i Giustiniani la piazzano nella chiesa di Bassano Romano, inizialmente sull’altare maggiore. Ma non è un successone. Innanzi tutto si valuta di inspessire il perizoma, perché sia pur un po’ coperto, comunque questo nudo eroico era un po’ troppo per essere esposto al pubblico: ci aggiungono quindi strati vari di tessuti (seta rossa, velo bianco e tenda di Sangallo, per la precisione). Infine del 1979 i frati devoti della Sacra Sindone che gestiscono la chiesa la sostituiscono con una icona meno imbarazzante, spostando la statua in sagrestia, dove dava meno nell’occhio.

Scoperto poi improvvisamente il suo valore, al ritorno dalla mostra del 2001 la si colloca in una cappella laterale, su un altare secentesco, e con adeguate misure di sicurezza. Lì l’abbiamo trovata noi, di ritorno da una gita, il Sabato Santo di 21 anni dopo e lì la troverete anche voi, se vi capiterà di fare una gita al Monastero di S.Vincenzo a Bassano Romano.

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