Non me la sono mai cavata troppo bene con le vicende sentimentali. Non con le mie e neppure con quelle altrui. Non ricordo, infatti, grandi confidenze in merito da parte delle mie amiche. Pescando proprio nella memoria, ricordo una notte di capodanno passata a girare un po’ a casaccio con una compagna di studi che aveva preso la decisione di mollare il suo fidanzato storico per concedersi di più e di meglio. Oggi sono sposati con un figlio quasi adolescente e di quella notte di ribellione ricordo poco (ma temo che non sia per la lieve sbronza, quanto per il fatto che ci fosse ben poco di memorabile).
Ho coltivato con fedeltà commovente fino al masochismo storici amori non corrisposti. Uno, in particolare, mi ha accompagnato per una parte significativa della mia giovinezza e si è distinto perché, almeno per un po’, qualcuno ha creduto che potesse anche avere una qualche forma di concretizzazione. “Vedrai, non dura”, mi disse un’amica quando lui si fidanzò con una bionda apparentemente distante mille miglia dalle profondità intellettuali che ero convinta che condividessimo. Decine di anni dopo sono ancora sposati e hanno due figli.
Forse capirete che i tormenti sentimentali degli adolescenti mi fanno agitare sulla sedia e che vorrei tanto non vederli e non sentirli. Ma questo al moderno genitore empatico pare non riesca proprio. E quindi mi barcameno a tentativi, come riesco, difendendomi come posso e selezionando i messaggi. Perché tirare fuori i luoghi comuni sui maschi per una zitella come me è fin troppo facile. A piccole dosi serve persino.
Ma una cosa mi preme riuscire a ripeterla comunque: di innamorarsi vale sempre la pena, che poi è un po’ come dire che di vivere vale sempre la pena. È facile dirlo quando gli uccellini cinguettano e tutto va per il meglio. In quel caso, anzi, a nessuno verrebbe in mente nemmeno di pensarlo, per quanto è autoevidente. È quando ti viene il dubbio di aver sempre frainteso, quando anche nei ricordi più dolci si insinua il dubbio, che è importante ricordarlo a se stessi.
Non rimpiango neanche un giorno speso ad amare, chi se lo meritava, ma anche chi ha abbondantemente dimostrato di non meritarselo. E, per giunta, sono fiera di non essermi fatta furba nel frattempo. Oddio, magari un pochino non guasterebbe. Diciamo che sono fiera di essere ancora capace di entusiasmarmi e di affezionarmi, a costo di sembrare ingenua, perché in fondo quello che mi fa sorridere da sola per strada, il più delle volte, val bene qualche doccia fredda di tanto in tanto.