Via il cammello

Ieri sera mi sono tolta dal collo una catenina che portavo fin dal 1999, con un piccolo cammello d’oro che mi faceva un po’ da totem. Mi è dispiaciuto, perché significa molto per me. Il cammello negli anni è diventato un po’ il mio simbolo: un animale non famoso per la sua leggiadria, ma resistente, fedele e incazzoso quanto basta. Ma spero che questo gesto scaramantico interrompa l’assalto dei fantasmi con cui combatto da tutta la settimana. Ieri ho ricevuto persino la telefonata di uno sconosciuto che mi chiedeva se il “signor B.” (il mio ex marito) avesse messo in vendita l’appartamento in cui vivo. La solita telefonata stupida, ma tutto sommato un po’ curiosa, sia perché l’appartamento è sempre stato esclusivamente mio da prima di sposarmi (e tale, ovviamente è rimasto con la separazione), sia perché il mio numero sull’elenco telefonico è da sempre stato intestato a me, con il mio cognome da nubile. Insomma, pare che tutte le circostanze concorrano a rendermi inquieta.

Quindi via il cammello, o almeno via quel cammello. Speriamo di aprire una nuova fase.

1 commento su “Via il cammello”

  1. Ti auguro che il pensionamento del cammello porti davvero un bel cambiamento.
    E, se così non fosse, non preoccuparti: tra pochi mesi (e sono davvero pochi, credimi!) la tua vita sarà rivoluzionata (nel bene) e molte dimensioni (non ultima quella del tuo corpo ;-)) cambieranno.
    In barba al cammello e al signor B.
    Un abbraccio
    Chiara

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