Mica è scema

La prima volta che mi sono imbattuta nel dilemma della “tata a tempo” stavo parlando con un amico tedesco. Lui ha una bimba dell’età di Meryem e mi raccontava che al nido si trovava bene specialmente con una tirocinante che, guarda caso, cercava anche lavoro come babysitter proprio nelle ore che sarebbero servite a loro per saldare l’uscita dal nido con il loro ritorno dal lavoro. “Purtroppo però non possiamo prendere lei”, mi diceva lui a mo’ di dato di fatto. “E perché mai?”. “Mia moglie ritiene che se la stessa persona vede la bambina per troppe ore, si finisce per far confusione. La piccola potrebbe scambiare i ruoli”. Non riconoscere più la madre, insomma. Beh, a me questa mi pare la cavolata del secolo. Eppure è incredibilmente diffusa. Quella santa donna della mia tata un giorno mi raccontava, cautamente, che una sua amica lavorava presso una famiglia e a un certo punto la madre ha deciso di licenziarsi perché temeva che la bambina si attaccasse troppo a un’altra donna. Io ho rassicurato la buona Silvana che ciò non sarà mai, per alcuni buoni motivi. Uno: mia figlia non ha mai dimostrato il minimo dubbio sul fatto che io fossi sua madre. Mica è scema. Ciò non toglie che talora mi faccia le sceneggiate, affermando di non voler star con me ma con la tata, o con il padre, o con la zia, o con il postino… Può essere che lo faccia per mettermi alla prova, o semplicemente perché in quel momento le attività che io le prospetto non sono all’altezza di quelle che le prospettano gli altri…. Ma certo non è perché non sa chi sono. Due: affezionarsi a qualcuno non fa male. Ne sono convinta. Se lo spazio per l’amore fosse ad esaurimento, nessuno potrebbe avere due o tre figli, non vi pare? Tre: non ho mai visto come un danno il fatto che mia figlia riesca a vivere anche senza la mia assidua presenza. Né per me, né per lei.
Questo mito della figura di riferimento mi pare una creazione pedagogica delle madri che non reggono il confronto. Il quale confronto, intendiamoci, non è sempre lusinghiero. Però siamo adulti maturi e fuggirlo e basta non è un metodo accettabile.
Questa estate Meryem è stata una settimana in campagna, a casa della tata. Per me non è stata la pacchia che avrei pensato. Dormivo poco e male, stavo in ansia. Ma sapevo che erano solo mie fisime e quindi mi sforzavo di non telefonare venti volte al giorno, di non farmi sentire sulle spine dalla bimba. E’ stato un successone. La piccola è tornata felice e contenta, si è divertita tanto e ci ha fatto un sacco di feste quando è rientrata. Da segnalare il commento di una simpaticissima collega di lavoro: “Ah, i miei figli non ci sarebbero stati mai una settimana senza di me. Se lei non ha nessun problema, significa che sta meglio con la tata che con te”. Tanto per aggiungere una riga al volume intitolato “Solidarietà femminile”.

Questo post partecipa al blogstorming

15 pensieri riguardo “Mica è scema”

  1. che cavolata, se trovi una persona di fiducia per stare con tuo figlio ben venga, e tanto emglio se diventa un riferimento….vorrei trovarla io uan tata di fiducia!

  2. Io ancora non ho figli, però per ciò che ho visto con figli di amici e cugini mi sono resa conto che l’autorità che un adulto sviluppa “su” un bambino è data anche dalla quantità di tempo che trascorre con lui… Non credo sia esatto parlare di confusione tra i ruoli, ma di “spostamento” di prospettiva…

    un saluto!
    dani

  3. E’ inquietante che qualcuno pensi veramente che un bambino possa far confusione su chi è la propria madre… intendo qualcuno che non sia oppresso da ingestibili sensi di colpa e di inferiorità nei confronti del mondo intero…
    A me stupisce solo che tu abbia trovato una tata tanto affezionata che si è prestata a fare una cosa che normalmente fanno solo le nonne, e neanche tutte! Quindi i miei complimenti per aver trovato la brava Silvana e per non aver nessuna voglia di fartela scappare!

  4. trovo un po’ inquietante il tema dell’autorità. E’ questo che vogliamo (volete – io non ho pargoli) trasmettere ai figli? Senso di autorità? Mi pare che la società in cui vivamo sia abbastanza satura di stimoli al rispetto (a volte anche cieco) di questa o quella “autorità”. dentro a una famiglia, più che senso di autorità, occorrerebbe trasmettere libertà e amore. Così, semplicemente. Nella mia famiglia è andata in questo modo, e tutto sommato siamo venuti su abbastanza bene. Liberi e amati.
    baci
    Pietro

  5. la solidarietà femminile è molto rara. non te la prendere!
    p.s.: probabilmente non ha mai prospettato ai figli la possibilità di una settimana senza lei: ha paura di vederli fare le capriole per la felicità!
    ciao, anna.

  6. Come al solito concordo con il tuo punto di vista. Sono felice di vedere mio figlio che se ne va tra le braccia della nonna e non mi degna nemmeno di uno sguardo quando me ne vado. Ancora più felice di sapere che ha mangiato, dormito senza fare una piega. Per me è fonte di sodisfazione vedere mio figlio che si stacca e “cammina” senza cordone ombelicale.
    Le mamme che mi dicono mi licenzio perchè vede più la tata di me, perchè soffre, perchè ha bisogno di me sono mamme che usano i bambini come giustificazione per uscire da una situazione che non gli piace. Credo che l’avrebbero fatto comunque, con un’altra scusa magari.

  7. guarda, io concordo su tutto però mi rendo anche conto che è difficile (ma io sto facendo l’inserimento all’asilo e sono poco serena in questio giorni).
    comunque la collega che ti ha detto quelle cose è etichettabile in un solo modo, e non è molto lusinghiero

  8. Se una si licenzia perche’ “vede la tata piu’ di me”, vuol dire che nn ha problemi di soldi e qualcuno la mantiene!

    Io al momento sono mamma a tempo pieno, ma cosa darei per lavorare! Non solo per portare a casa un po’ di soldi, ma anche per avere un po di pausa dai bambini!
    E poi, diciamocelo: i bambini stanno bene anche con solo la mamma si’, quando sono piccolissimi, ma anche i piu’ mammoni crescono e attorno ai due anni si annoiano a morte a stare in casa. L’ho visto sulla mia primogenita, che era mammona forte, e per vari motivi fino ai tre anni e’ stata a casa. Ora va all’asilo e, nonostante la lingua nuova da imparare oltre alle due lingue in casa, pare rinata! Ed e’ pure molto piu’ brava e calma a scuola che a casa.

    L’uomo e’ un animale sociale

  9. Io mi sono sentita dire di togliere a mia figlia (2 anni) l’orsetto di pezza, perché avrebbe potuto scambiarlo per me!!! Sono corsa a fare una ceretta…
    Valentina

  10. D’accordo con te su tutto. E la tua collega (e i suoi figli) hanno un problemino serio che speriamo si risolvano prima che detti figli si sposino.

    Mammamsterdam

  11. In ritardo di un anno commento questo post che ho letto solo ora grazie al blogstorming. La mia amica mentre io cercavo una baby sitter che stesse con la suina mi ha detto " Sei pazza? io dovrei pagare una persona perchè si goda mia figlia la posto mio? Meglio il nido, così si attacca agli altri bambini invece che ad un'altra donna!"Io credo che sottostimare le risorse dei bambini pensando che possano confondere tata e mamma (o nonna , o zia, o maestra ecc.) sia offensivo per l'intelligenza dei propri figli. Inoltre pretendere legami esclusivi secondo me è fortemente dannoso per i nostri pargoli.Ma tant'è, quanti mariti cercano le loro mamme anche nelle mogli? A qualche madre dovranno essere figli no?

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