La settimana scorsa due care amiche di blog, prima Claudia e poi Valentina, hanno pubblicato un post di riassunto di cosa è successo nelle loro vite negli ultimi 7/10 anni, durante i quali si sono raccontate online. È stato commovente per me leggerle, anche perché io a mia volta ho fatto un po’ parte, da lettrice, di quelle vicende e sia con l’una che con l’altra mi sono anche permessa delle incursioni dal vivo nel loro mondo fisico, non virtuale. Claudia mi ha ospitato durante la prima edizione del friendsurfing, dimostrandosi incredibilmente aperta e avventurosa, oltre che generosa. Con Valentina ci siamo annusate di persona a più riprese, con le nostre modalità un po’ asociali, fino a volerci davvero bene (ieri mi ha portato a domicilio le tagliatelle al ragù, non per vantarmi).
E io? Ho provato a pensare un riassunto di questi 10 anni e la prima cosa che mi è balenata in mente è stata che nel 2010 erano già passati dieci anni dal 2000. La metamorfosi da promettente studiosa di semitistica che parlava al suo primo convegno internazionale delle ricerche della sua tesi di dottorato a madre single di fatto in affanno sotto ogni profilo, in coppia con un kebabbaro curdo che di lì a un paio d’anni le avrebbe spezzato il cuore poteva dirsi compiuta. Non senza qualche piccola e grande tragedia, va da sé.
Il blog l’ho iniziato a scrivere nel 2004, in concomitanza (lo vedo ora) con la fase più dolorosa ma anche eccitante di quella metamorfosi. Ma nel 2010 posso davvero dire di avere allargato le mie conoscenze e le mie vedute, grazie al blog. Dieci anni fa partecipavo al mio primo progetto a Milano, prendevo confidenza con l’esotico mondo delle agenzie pubblicitarie, mi imbattevo in persone che non avrei mai incontrato nella mia vita ordinaria ma che ancora oggi sono entusiasta e grata di aver conosciuto.
Penso a un’indimenticabile festa di 40 anni in Monferrato, piena di gente diversissima e di sorprese. Penso a chiacchierate appassionate sui rifugiati, alla meravigliosa sensazione di possibilità e di annullamento delle distanze che la rete può offrire.
In questo blog non si è mai scritto solo o prevalentemente di maternità, e tuttavia posso dire che fare parte di una community (quella delle “mamme blogger” italiane della prima ora, poco inclini a uniformarsi e a ritrovarsi in qualsivoglia etichetta, eppure a modo loro un gruppo) è stata sempre la mia arma segreta per uscire sana di mente dagli anni più tosti. Le torte di Natalia, le Stylish Classes di Paola Maria, il forum di Barbara, il cenacolo di GenitoriCrescono, in cui ci si riusciva a sentire un po’ intelligenti persino quando il massimo dilemma era lo svezzamento.
E io cosa ho fatto, in questi dieci anni? Sono sopravvissuta, soprattutto. Ma ho anche conosciuto Camilleri e Melania Mazzucco (la seconda molto meglio), dato il titolo a un CD, realizzato una Festschrift in inglese per il mio maestro, visto Bangkok, San Francisco e il Kurdistan, frequentato un laboratorio di scrittura con Rossana Campo, cambiato lavoro (ed è stato più doloroso e sofferto di divorziare, lo dico per esperienza), adottato un gatto, fatto molte cose per la prima volta.
Ho cresciuto una splendida ragazza, sapendo di sbagliare continuamente e riconoscente per la buona sorte che continua ad accompagnare me e lei, preservandoci dalle catastrofi più grosse (saranno le preghiere di mia madre, più probabilmente). Continuo a cercare la mia strada e di fare pace con i miei alti e bassi, con le mie ribellioni, con le voragini del mio passato.
Ho finito di pagare la casa dove vivo, che adesso è proprio casa mia. Non l’ho davvero scelta, ma è il mio posto e inizio a apprezzarla. La settimana scorsa ho comprato e appeso in quadro, anche per ratificare questa accettazione. Ho sofferto moltissimo per amore, in questi 10 anni, più di quanto credevo di poter sopportare. Eppure sono ancora qui a raccontarlo. Sola, ma non disperata.
Domani vado a Milano e spero di vedere almeno un paio di quelle amiche conosciute dieci anni fa. Questa specie di famiglia del web è un filo rosso che mi piace ritrovare di tanto in tanto. Abbracciarsi in questo periodo non si può, ma lo vorrei. Come pure vorrei mandare un pensiero a quei lettori silenziosi e fedeli, che sento ancora meno degli altri, ma so che ci sono e che sotto sotto fanno il tifo per me.
Che bella cosa il blog. Non lo chiuderei per nulla al mondo.
Brava, Chiara! E bellissima immagine.
Ciao Chiara,
hai ragione, faccio il tifo per te, da lettrice silenziosa e fedele 🙂 In questo caso, tra l’altro, prima ti ho conosciuta di persona – a Bologna l’ottobre dell’anno scorso, a casa di Francesca – e poi ho iniziato a leggere il tuo blog, che trovo sempre molto interessante.
Buona settimana e buon viaggio a Milano.
Vedi che belle sorprese mi continua a riservare questo spazietto? Mi fa davvero piacere di sapere che quella piacevolissima giornata ha lasciato un filo tra noi. Pensa che quest’anno mi sono messa persino a studiare i tarocchi!
Anche io lettrice silenziosa e fedele che trova sempre ispirazione da quello che scrivi!
Anche io, una gran tifosa,
❤️🌶️