Le pile di libri scolastici sono ancora sul pavimento del salone. Mi ha assicurato che quest’anno sarà più ordinata e che a un certo punto li sposterà. Del resto la sua camera ha bisogno di un restyling, non ha mica più 11 anni (ne ha 12).
Come distinguere quello che mi esaspera perché è un atteggiamento da correggere da quello che mi esaspera perché lei è diversa da me? Togliersi tutti i compiti subito è riposare dopo è necessariamente meglio di riposare prima di studiare? I miei dubbi si sprecano, in questa genitorialità esercitata anche via Whatsapp.
Ha 12 anni, mi dice qualche madre di adolescwlente vero, non ti illudere. Il bello deve arrivare. Finché non arriva mi godo la sua premura, la sua dolcezza, la sua risata senza ombre.
Certe volte si discute, certo. E io a volte parto per la tangente. “Ma come ci siamo arrivate a parlare di questo?”, mi interrompe lei a un tratto. E io, che mi ero sentita brevemente illuminata, mi rivedo nelle vesti di vecchia rimbambita che parla da sola.
Stessa età di mio figlio, stessi miei pensieri, stessi discorsi.