Una delle mamme, quella di Pietro, è andata in cielo e mi piace pensare che ora il paradiso sarà un posto più accogliente. Non c’è persona da cui mi sia sentita più profondamente accolta, con vera intelligenza e sensibilità. I suoi fiori, la sua cucina incredibile, le sue battute graffianti, i suoi occhi scintillanti di ironia. Sono andata ospite a casa sua la prima estate che, dopo la burrascosa separazione da mio marito, trascorrevo insieme a Nizam. I miei genitori ancora stentavano molto ad accettare la situazione e di fatto, anche quell’estate, non ci hanno voluto incontrare insieme. Lei ci aprì la sua casa, senza commenti, senza giudizi, con l’affetto di sempre. Il primo giorno era in cucina a preparare una pasta al forno con tutti i crismi, da siciliana vera. Pensai che naturalmente Nizam avrebbe dovuto farne a meno, dato il prosciutto e il soffritto di vario genere suino che costituiva parte integrante della ricetta. Ma non avrebbe sofferto la fame: la tavola traboccava comunque di verdure, pesce, formaggi di ogni genere…. Quando ci siamo seduti a tavola, con mia grande sorpresa, ho visto che le teglie di pasta al forno erano due: una con e una senza maiale. Questa è Antonella. Avrei dovuto chiamarla professoressa, perché l’Università era il contesto in cui ci eravamo conosciute. Ma la chiamavo, istintivamente, “signora”. Una volta, preoccupata che si potesse offendere, mi sono messa a spiegarle un po’ imbarazzata che per me “signora” è di più di “professoressa”. Lei ha riso e ne ha convenuto. “Però chiamami Antonella”.
Due giorni prima della mia ultima partenza per Roma lei stava già maluccio. Ma decise lo stesso di uscire. Mi disse: “compriamo un vestito elegante per questa bambina, che quella sciamannata di sua madre chissà cosa le metterà addosso! Per fortuna ha tante sorelle …”. Sarebbe stata felice di conoscere Meryem.
Il completo in questione è bellissimo, ovviamente. Non vedo l’ora che cresca abbastanza per poterglielo mettere…