Allora, andiamo a rate, per intervalla urlarum. A questo link trovate qualche immagine della principessa curda: http://picasaweb.google.it/chiara.peri/Meryem. Le primissime foto dopo la nascita sono nella macchinetta di mia sorella: devo ancora trattare il prezzo del riscatto.
Il racconto del parto, eh? La premessa è che, da brava secchiona, avevo studiato: corso di preparazione al parto, libri, internet, vostri blog. Avevo alcune certezze, che si sono rivelate tutte erronee. Ma è stato molto bello, devo dire. Specialmente ora che posso riderne pienamente.
Sabato mattina avvertivo doloretti di natura diversa. Già la notte mi ero svegliata più volte, con la netta sensazione che qualcosa stava cambiando. Nizam è andato al lavoro verso le 6.30. Io ho comiciato a prendere nota delle primissime contrazioni, non regolarissime, ma già un po’ cadenzate. Mi preparavo a sfoderare tutto l’armamentario: respirazioni, fantasie piacevoli, dondolii, etc. Ma a una cosa non ero preparata: ho iniziato a vomitare ininterrottamente. Vi immaginerete che concentrazione. Dopo un’ora così ho chiamato Nizam. Ero certa che fosse ancora troppo presto, ma ho pensato che un salto in ospedale era meglio farlo. Mi sono portata le analisi, ma non la valigia. Tanto siamo a due passi.
All’arrivo, mentre Nizam parcheggia, mi presento al reparto maternità. Mi affretto a precisare al primo dottore che incontro che certamente non c’è fretta e allora mi parcheggiano in un salottino. Mi ci avrebbero probabilmente lasciato il resto della giornata, ma Nizam che nel frattempo è arrivato si è preso la briga di andare ad informare le ostetriche che stavo vomitando in tutti i cestini. A quel punto mi ricevono. Prima vengo sottosta ad un’accuratissima anamnesi. Io, completamente nel pallone, voltandomi ogni minuto e mezzo a vomitare, davo risposte a casaccio. “In che anno hai preso la pillola per la prima volta?” “Quanti anni aveva tua madre quando è stata operata alla cistifellea?” “A quanti anni hai avuto la prima mestruazione?”. Quando io ho sostenuto che il mio medico curante era Nizam, la signorina ha capito che anche le mie risposte precedenti potevano non essere del tutto attendibili.
Mi visitano. Dilatazione a 1, praticamente siamo a carissimo amico. Sono circa le nove, mi ricoverano comunque e mi sparano in vena la prima dose di antiemetico. Collasso su un letto in una camera doppia. Nizam viene indotto da mia sorella, sopraggiunta nel frattempo, ad assistermi nel travaglio. Lo dicono tutti che in questa fase avere accanto il compagno è fondamentale. Nel mio caso mi sento di dire che l’esperienza si sia rivelata per lui un filino frustrante. Io, completamente concentrata negli spostamenti letto-bagno-letto-bagno (la medicina non fa alcun effetto, sebbene me ne venga propinata un’altra dose), non solo non parlo, ma a ogni suo tentativo di rivolgermi la parola sibilo solo “Zitto!”. Mi sembra sia passata una mezzoretta, in realtà sono circa le 12.30/13.00. Mi rivisitano, la dilatazione è a circa 7 cm. Mi mandano nel box travaglio parto. Sorpresa: Nizam ha deciso di assistere e me lo trovo davanti infagottato di verde. Mi fa un gran piacere (anche se lui su questo è ancora un po’ diffidente: continua a sostenere che probabilmente non l’ho visto). Arriva anche l’anestesista: viva viva l’epidurale! Dopo un’ultima vomitata rifiato: in primo luogo perché non vomito più, ma anche perché i dolori delle contrazioni, a cui non avevo fino a quel momento fatto granché caso, sono passati. Ora che non ci sono più, mi rendo conto che anche quelli non erano male. Momento di grazia. Mi rompono le acque. Alle due circa, la dilatazione è completa, io rido e scherzo.
Colpo di scena: il battito della bimba precipita. Scena da ER: accorrono una quindicina di persone, tra ginecologi, ostetriche, infermieri. Mi mettono la maschera d’ossigeno e non me la levano più. Si predispone la sala operatoria per il cesareo. Però cercano di rassicurarmi e di mantenere un clima sereno. Dopo un po’ il battito ritorna normale. A quel punto la dottoressa mi spiega con calma l’accaduto e mi dice che, se sono d’accordo, finché il battito lo consente loro vorrebbero insistere con il parto naturale. Sempre lasciando predisposta la sala operatoria, ovviamente. Il problema ora pare che sia che la bambina non è scesa e non pare scendere granché. Mi toccherà darle una mano. Si inizia a spingere, con la consapevolezza che siamo ancora ben lungi dalla fine. Dopo un po’di spinte mi mettono in piedi, sempre attaccata al monitoraggio. Dopo un’oretta mi portano la sedia olandese, in modo che possa spingere da seduta. Poi di nuovo in piedi. A quel punto finisce l’effetto dell’epidurale. Io cerco di fare la stoica, perché mi sonoconvinta che il calo del battito possa essere dovuto all’anestesia. Ma dopo dieci minuti divento verde: le contrazioni, secondo il monitoraggio, hanno picchi di 140. Arriva l’anestesista, che mi sgrida e mi fa un’altra dose, piccolina.
Certo, non è la meraviglia della prima volta. Quando lo confesso all’anestesista Gianni, mi spiega che è perché è arrivata la fatidica fase finale. Avete presente quella di cui tutti ti dicono: “Sì, fa male, ma è proprio una cosa diversa, perché sei parte attiva della cosa”? Beh, io erano due ore e mezza che ero parte attiva e forse non ho apprezzato a sufficienza. Si cambia il lettino e arrivano i rinforzi. La dottoressa mi spiega l’arcano: la bimba aveva piegato la testa da un lato e quindi non solo si incastrava, ma ben difficilmente sarebbe riuscita ad uscire solo con le mie spinte (anche perché ormai ero abbastanza provata). Quindi avevo bisogno di un aiutino, nella persona di un’ostetrica che ad ogni contrazione mi si buttava sulla pancia e di un’altra che da sotto cercava di facilitare le manovre. Episiotomia abbondante per consentire il tutto. Confesso che non è stato divertente, anche perché l’anestesia era finita e hanno impedito al buon Gianni di intervenire in mio soccorso. Ero completamente nel pallone, travolta da dolori di natura diversa. Qui Nizam tentava di fare la sua parte, reggendomi la testa. A un certo punto gi porgono un asciugamano per detergermi il sudore: lui cerca di soffocarmi, tipo tampone di cloroformio. Forse, pover’uomo, cercava di zittirmi. Se ci penso oggi ancora rido.
Qui si inserisce l’evento più eclatante. No, non la nascita della bimba. Lo svenimento della prima ostetrica. La poverina, una fanciulla piuttosto eterea, essendoci circa 40° e poca aria, provata dallo sforzo fisico di massacrarmi la pancia, collassa sul mio diaframma. La rimuovono prontamente e ne subentra un’altra, a cui dopo un po’ dà il cambio la dottoressa in persona. Comunque alle 16.58, in una sola spinta, la Meryem sguscia furi in tutta la sua lunghezza. Fresca come una rosa, lei. Dando prova, per la prima volta nella sua vita, della duttilità che la contraddistingue: se lei ha voglia di piegare la testa, tutto il resto del mondo deve assecondarla. Pedalate, schiavi!
E ora vi lascio, la belvetta mi reclama.
Aggiornamento. Ha ragione Dafne, un altro incidente c’è stato. La fanciulla che diligentemente mi ricuciva ha dato una gran craniata contro la lampada di ferro e, anche se non è svenuta, ha vacillato seriamente… Insomma, un bell’elenco di contusi…
Bellissima bimba complimenti!!!
Ho visto le foto, non potevi trovare una definizione migliore di “principessa”…. Un abbraccione enorme a tutti e tre!
Bellissimo questo racconto! E complimenti a tutti e tre!
Che racconto emozionante, anche se non ti conosco!!!!!
…e che paura il parto, sempre di più..ci vorrà un sant’uomo per farmi cambiare idea!!!
Congratulazioni!!!
Chiara sei stata bravissima, e vostra figlia e’ di una bellezza disarmante!! ( ci credo con una mamma e papa’ cosi’).
Nizam e’ stato proprio un bravo compagno di parto e il suo orgoglio di padre lo posso vedere dalle foto.
Comunque ho riso tanto, specialmente quando hai raccontato che Nizam ha provato a soffocarti :-P…
Grazie per avermi fatto partecipe!!
Mi viene ancora da ridere al pensiero di Nizam che cerca di soffocarti con l’asciugamano (anche “zitto” però non è male!!) 😀
Comunque sia, siete bellissimi, e Meryem è semplicemente bellissima! Un abbraccio
Meryem è davvero bellissima.. e piedona! Ma non posso non dirti che più di tutto mi ha colpito la tua di bellezza, e Nizam è dolcissimo. Vi abbraccio…. ma non c’era un mezzo svenimento di un’altra infermiera?
Dafne
auguri!!!!!!!!!!!!
ma è già un vitello!!!
vado subito a guardare le foto…non sai che effetto mi ha fatto leggere le avventure in sala parto….
un abbraccio e tanta tanta felicità a tutti e tre!!!
se hai momenti di angoscia, frustrazione o solo collassini da ormone impazzito o dubbi da mamma inadeguata, mi raccomando, scrivi, anche mail privata.
e ricordati che passa.
l’inizio delle cose è sempre il più difficile, poi va tutto meglio!
siete tutti bellissimi!!! ho visto le foto.
anche il papà…gran pezzo di gnocco eh???!!!!
e tu come fai a fare la sciantosa dopo il parto???
sarà che io ero un cessetto munito…
si può scrivere “gran pezzo di gnocco”??
😉
Panz
complimenti! siete proprio una bellissima famiglia!!!
Si, Panz, diciamolo pure… 🙂 Se, come dicono, le femmine prendono dal padre, ci toccherà montare palizzate di filo spinato sotto casa per tener lontani gli ammiratori! Quanto alla mia presunta sciantosaggine, attiro la vostra attenzione sulla sofisticata pettinatura (che comunque è rimasta tale e quale a quattro giorni dal parto).
IO lo volevo dire che Nizam e’ uno gnocco pero’ poi sono diventata timida:-P
E volevo dire pure che la tua acconciatura post-parto mi ricorda tanto la mia..sembra che abbiamo preso la scossa, pero’ anche qui son diventata timida! 🙂
COMPLIMENTISSIMI…….
Giusi
Chiara, è bellissima!!!!! E le foto con Nizam sono tenerissime, si vede che lui è perso.
Un bacione a tutti e 3
Chiara
siete bellissimi e dolcissimi tutti e tre 🙂