Burocrazia parte seconda. Oggi di buon ora eravamo in fila al municipio per procurarci l’atto di nascita (o piuttosto l’estratto del medesimo) chiestoci da Ringhio. Premetto che io sono una fan del Comune di Roma, non si sa bene per quali arcani motivi. Mi avvalgo con soddisfazione del numero gratuito 060606, che fornisce informazioni di ogni genere e finora mi aveva sorpreso per la sua efficienza. Diciamo che ultimamente si è dimostrato un po’ in ribasso (un’operatrice mi aveva sostenuto che Nizam doveva richiedere un nulla osta in ambasciata per riconoscere sua figlia…). Ma io imperterrita confido. Per questo questa mattina ero ingenuamente fiduciosa. “Rilascio a vista” era la mia parola d’ordine. La fila a mucchio davanti al portone ancora chiuso non mi ha spaventato. Ho affrontato con coraggio le chiacchiere tipiche di queste situazioni. Ho premuto con piglio deciso sul bottone “anagrafico” per ottenere un numeretto, dopodiché mi sono rivolta all’usciere per avere il modulo da compilare. Lui me ne allunga uno e mi indica la stanza principale. Fortunatamente una signora dietro di me interviene, compitando all’usciere che avevo chiesto l’estratto dell’atto e non un certificato. Credevo di parlare italiano, ma evidentemente necessito di interprete. Sarà che frequento troppi “stracommunitari”. L’omino si corregge, mi cambia il modulo e mi manda in un’altra stanza. Lì scopro che il verbo “ottenere” che avevo in mente dal risveglio era fuori luogo. Il massimo che potevo fare stamattina era “richiedere”. Già, perché ci vogliono circa tre mesi perché l’atto di nascita “risulti”, qualunque cosa ciò voglia dire (mi torna in mente l’inquietante frase che aleggiava nella segreteria della facoltà di Lettere: “No, non risulti”. Non è che non “risultava” un esame, o un versamento. Non risultavi proprio tu come persona fisica, sebbene magari fossi a un esame dalla laurea. Ma non divaghiamo). Io provo ad obiettare che il Comune di Roma ha spedito a Meryem la sua tessera sanitaria corredata di Codice Fiscale, per cui deve ben “risultare”. No, questo non c’entra nulla. La risposta che mi viene data è una perla in sé: “Sa, signora, quelli informatizzati sono altri uffici”. La signorina mi invita a ripassare tra trenta giorni, magari sono fortunata. E magari no, ma non posso comunque scoprirlo in anticipo. Mi sconsiglia di andare all’anagrafe centrale, sostiene che è inutile. E allora? Mi sorge un dubbio: vuoi vedere che Ringhio aveva ragione a darci l’appuntamento per novembre?
cara Chiara , evviva l’ironia , guai se no !…….Solo così si rendono perfino gradevoli le storie di ordinaria, orrenda burocrazia…….
Giusi
Noi in Italia siamo OSSESSIONATI dalla burocrazia incasinata. Non ce ne libereremo mai, ci siamo troppo affezionati.
Probabilmente Ringhio ne ha viste talmente tante… lui SA 😉
E cmq consolati: sarà che io a casa parlo principalmente con felini o pseudotali, ma anche la mia laurea in lettere sembra non valere nulla quando parlo con i burocrati… :-((
Come dire..siamo nella stessa barca!
Che fantastica fortuna eh?
Io sono andata in circoscrizione e mi avevano pronosticato tempi assurdi.
Tipo che avrei avuto il certificato quando Andrea avrebbe guidato la macchina….ecco.
Sono andata all’anagrafe centrale..
Aaaah!Si!Li’ il servizio e’ “mooooolto,ma moooolto”piu’ veloce.
Ci vogliono “solo” 30 giorni.
Si’,ma lavorativi.
Insomma a meta’ agosto davanti a quell’ufficio vedrai una donnina alquanto alterata (io)e un lentissimo impiegato comunale…..
Ma ci saro’…ahhh si come ci saro’
Uh signur, che roba! La burocrazia italiana è da vero all’avanguardia…Nel medioevo avrebbero fatto prima!