Sto maturando una stima improvvisa per Pablo Trincia, giornalista, autore di un servizio mirabile sui rifugiati afghani a Roma. A parte che parla dari, il che non è da poco, giuro che è la prima volta che vedo affrontare il tema con efficacia, rispetto, senza alcun pietismo o senso di carità pelosa. Mi ha colpito, ne ho parlato. Oggi arriva una donazione al Centro Astalli, accompagnata da una mail in cui due coniugi spiegano di essere rimasti colpiti dal servizio, di avercontattato il giornalista e di essersi sentito dire da lui che il Centro Astalli notoriamente assiste molti di questi ragazzi. Questo è vero, assolutamente, e il fatto che lui lo sappia e lo condivida è un segno ulteriore della sua serietà. Sono stata personalmente tormentata da giornalisti e fotografi che, imbattutisi nella stessa situazione (ragazzi afghani anche molto giovani, alcuni minorenni, costretti a dormire per strada anche se rifugiati), hanno pensato solo a come “fare lo scoop” (senza peraltro riuscirci), per poi dimenticarsene del tutto poco dopo. Oggi, cercando di capire un po’ di più di chi fosse Pablo Trincia, ho trovato queste considerazioni sulla conversione di Magdi Allam: le condivido, eccome se le condivido. E spiegano anche il suo approccio al servizio. Gli esprimo qui pubblicamente la mia stima. Chissà che un giorno ci si incroci.