Ieri sera eravamo entrambi un po’ pesti dopo il primo giorno di lavoro. Lui fisicamente distrutto e scocciato; io intristita dal buio del sotterraneo, un po’ gobba e annoiata. Tutte le premesse per scannarsi c’erano, conoscendomi. E invece no. Abbiamo comprato della pizza al taglio, abbiamo noleggiato un dvd (In her shoes, niente di che) e siamo stati tranquilli. A Nizam è sembrato ovvio. A me miracoloso.
Comincio a sentire forte la voglia di cambiare lavoro. Non ho nulla contro questo posto. Ultimamente c’è una certa tranquillità e prossimamente mi farò anche un paio di viaggetti. E poi c’è, pesante come un macigno, il contratto a tempo indeterminato. MA. Non riesco a essere soddisfatta. Vorrei altro. La ricerca ormai non è una strada praticabile, ma allora che alternative reali ho? Però so che dovrei cercarle.
Se alternative ci sono, cercale! Quanto si può sopravvivere nel sotterraneo? Ti capisco, credimi.
In bocca al lupo!
(però “pizza al taglio” non si dice, quando sai che lo può leggere una che vive in Germania!! ;))
il sotterraneo è niente di fronte al peggio che si può incontrare se si sfida la suerte abbandonando il sotterraneo…
e poi siamo davvero sicuri che la ricerca sia morta del tutto? al di là dell’univ. “la sapienza”, dove forse di sapiente è rimasto davvero solo il nome, ci sono delle nicchie pensanti che ancora riescono a fare qlcs. certo all’estero è tutta un’altra storia…