Resistenze

I viaggi di lavoro di solito non mi dispiacciono. Certo, si è sempre un po' sacrificati. Io, specialmente, che sono sempre troppo ligia al programma e soprattutto non mi posso/voglio permettere alcun allungamento ludico dei tempi, a causa di questo menage complicatissimo che mi ritrovo. Ma da dopo l'estate faccio davvero una fatica sospetta. Un viaggio, appena mi si è data l'occasione, l'ho cancellato senza pietà. Ed era Madrid. Dove non sono mai stata. Questo che mi aspetta domani, in quel di Uppsala, non mi va né su né giù. Certo, è lungo. Ma non è più lungo di quello che facevo un anno fa a Malta, o due anni fa a Dublino. E' il solito viaggio, che annualmente si ripropone. Né più né meno. Eppure c'è qualcosa che non va. Ho remato contro in ogni modo. Traccheggiato fino all'ultimo sul biglietto. Ancora adesso, a poche ore dalla partenza, non mi decido a fare la valigia. Non mi va di partire. Il piccolo incentivo che mi raccontavo, ovvero il piacere di rivedere un paio di colleghi simpatici, è tristemente venuto meno: non ci saranno. Ma non è che gli altri siano antipatici, poveracci. Il problema è mio. Ve lo devo dire che la Guerrigliera, annusata la mia titubanza, si produce in scene madri in cui preannuncia la tremenda nostalgia di cui sarà vittima (beato chi ci crede)? No, non c'è bisogno che ve lo dica. Colpire i punti molli del genitore è un'istruzione iscritta nel DNA di ogni figlio. 

10 pensieri riguardo “Resistenze”

  1. Poi poggi chiamo per dire che fra 10 minuti sono al traghetto, come d' accordo col maschio, e risponde figlio piccolo che si produce in una loquace ed abbondante cronata dei punti salinti dell' ultima settimana e quando gli dico di riferire che sonoi arrivate e di venire a prendermi fa: sei all' aeroporto/ Ti veniamo a prendere all' eroporto/ e rispondio, No al traghetto, per la gioia lancia un urlo, riattacca e appena rientrata mezz' ora di coccole e massaggi ai polpacci nel lettone.

    Son cose anche quelle. Abbiamo tutti le nostre fasi e i  nostri percorsi, madri e figli.

    Mammamsterdam appena rientrata dall' Abruzzo, un viaggio che pi`¨superfluo non si poiteva, ma in qualche modo anche necessario,e insomma, da un paio d' anni mi convinco che finchè ho la scusa e me la spasso pure, ciò fa di me una madre migliore. Mi sa che ci credo sul serio, se alla fine è passato ai figli.

  2. Lo so che come incentivo è piuttosto blando, comunque Uppsala è una cittadina davvero bella… e poi che guerrigliera sarebbe se non mettesse in pratica strategie tendenzialmente destabilizzanti?
    Gianni Del Bufalo

  3. Dai su, che non vedi l'ora di rifuggiarti nel grigio dell'autunno nordico, bere bibitoni neri seduta in un caldo e accogliente caffé del centro, mentre sbrici dalla finestra la gente infreddolita che cammina in fretta….se una deviazione ti portasse nella capitale fammi assolutamente sapere. Välkommen! 

    Serena

    PS. mi raccomando: sciarpa e guanti! 

  4. @Serena, grazie dell'incoraggiamento, ma i miei viaggi di lavoro generalmente mi vedono tra conventi, istituti religiosi e… centri di detenzione! Ma sono certa che il fascino nordico trasparirà ugualmente 🙂

    @Gianni, la Guerrigliera stasera è stata molto più clemente. Anche i combattenti hanno un cuore!

  5. ma perchè non vuoi partire? per pigrizia fisica? mentale? per sensi di colpa nei confronti della piccola guerrigliera? perchè fare le valigie ti pesa? perchè quando torni trovi montagne di carte sulla scrivania?

    io partirei anche subito, per qualsiasi destinazione e se c'è la scusa del lavoro, non soffrirei neppure di sensi di colpa… 🙂

    un salto fuori dalla routine…..uno squarcio nel tran tran quotidiano….

  6. Non so bene. Non credo sia senso di colpa, in passato non ne ho mai avuti di particolari. Forse concorre anche il fatto che la riunione a cui devo partecipare questa volta non si annuncia particolarmente interessante. Più ancora, mi andrebbe, se devo partire, di partire con Nizam: sono due anni che stiamo in apnea e il massimo che ci siamo riusciti a concedere è un giro da Decathlon (con Meryem). Andarmente cinque giorni così mi pare uno spreco, ecco.

  7. Sai che ti capisco? Non è senso di colpa, non è attaccamento alla famiglia. È che il gioco non vale la candela.
    Se penso di passare una notte o più lontana da casa, subito mi sorge un fastidio, soprattutto in autunno/inverno: come farò a scaldarmi? Io non sono più abituata a dormire da sola, è l'unica cosa che non mi è mai piaciuta fino in fondo dell'essere single.

  8. partire non è mai uno spreco
    prova pensare: se stessi a casa, riusciresti a fare qualcosa con Nizam? noooo probabilmente fareste le solite cose, quindi tanto vale partire e tornare con qualcosa in più, per te, per lui, per tutti e due, per vostra figlia

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