Hammam romano (senza cupola)

L’amica Wonder  lo scriveva, giorni fa, sulla bacheca di Facebook (citando Eleanor Roosvelt): bisognerebbe fare, ogni giorno, qualcosa che ci spaventa. Durante le scorse vacanze natalizie non ho voluto strafare, ma ho individuato almeno un giorno in cui osare con decisione qualcosa che non facevo da molti anni: indossare un due pezzi. Nonostante alcune circostanze avverse, mi ero decisa a utilizzare il mio regalo di compleanno: un buono per tre ore di trattamento presso un prestigioso bagno turco del centro di Roma. Il giorno da me individuato era a ingresso misto. Ho quindi ripescato da un cassetto una roba di colore incerto (vintage, si dice vintage!) e di forma ancora più indefinita. Ho letto lungamente le istruzioni sul sito. Ho cercato affannosamente compagnia, senza successo (chi era piegato dalla malattia, chi non voleva rovinarsi la messa in piega, chi mi ha fanculato senza pensarci un secondo). Poi mi sono detta: basta, vado.

La questione dell’ingresso misto non mi aveva turbato più che tanto. Quanti uomini romani, ho pensato tra me, si recano al bagno turco alle 11 di un giorno feriale? Ebbene, intanto va detto che il giorno feriale era la vigilia della Befana e dunque ricadeva inesorabilmente nelle vacanze di Natale. Ma soprattutto avevo trascurato l’impatto dei regali romantici di coppia. L’ingresso misto serve ad andarci in coppia, perché non ci avevo pensato? Forse perché il kebabbaro se gli dico hammam pensa al luogo in cui sua madre lo portava di forza, con i suoi sette fratelli, per strigliarli ben bene tutti insieme in caso di sospetta pediculosi e dunque non ne coglie subito il lato romantico?

Però ora vi faccio una rivelazione. Se volete fare un regalo romantico al vostro lui, cambiate posto. Perché quello che ho provato io ha molti indubbi pregi (pulito, raffinato, elegante), ma è intimo come un torpedone di gita scolastica.

Arrivo dunque, in preda all’agitazione, al luogo deputato. Con quaranta minuti di anticipo. Passeggio nervosamente in attesa dell’apertura. Allo schiudersi del portone, scatto dentro. Mi registro, ed eccomi lì, nello spogliatoio. Mi applico con particolare zelo al montaggio delle ciabatte. Per fortuna ci sono efficaci disegni illustrativi appesi alle pareti. Altro che Ikea. Chiudo l’armadietto e vado. Falsa partenza. L’armadietto va chiuso con il lucchetto. Risalgo le scale e lo faccio. Sbaglio porta e entro nello spogliatoio degli uomini. Ne esco precipitosamente, salutato rapidamente il tizio (che grazie a Dio era già in costume). Riscendo. Ho dimenticato il gettone per il massaggio. Risalgo (stavolta non mi freghi, spogliatoio. E infatti entro in quello giusto).

Esaurite queste prime fasi concitate, vengo istruita dettagliatamente su tepidarium e bagno di vapore. Procedo alle abluzioni. Mi ungo diligentemente con sapone oleoso in modica quantità, come raccomandato dall’inserviente. Nei minuti che occorrono per saturare la saletta con le due coppiette prenotate per il mio stesso orario, ho preso le fintissime movenze di una veterana. Comincia ad esserci un certo affollamento. Quindi sgattaiolo verso la porta del “bagno turco vero”.

Io mi aspettavo qualcosa del genere:

Capitemi, questo è l’unico bagno turco in cui io sia stata (peraltro, l’ultima volta, rischiando la cottura al vapore, dato che mi ci sono addormentata dentro). E invece mi sono trovata in una raccolta e intima sauna da palestra svedese. Seduti ordinatamente lungo le panche (non c’è posto per sdraiarsi in nessun caso) si sta lì a sudare in gioviale condivisione. Così ho iniziato un balletto di controtempi. I miei compagni entravano, io uscivo. Loro uscivano, io entravo. Salutare e benefico, certo, ma non terribilmente rilassante.

Per fortuna i trattamenti aggiuntivi di cui godevo rispetto ai miei cobagnanti mi hanno consentito di sfalsare i tempi quel tanto che serviva ed essere per un po’ sola nel frigidarium/idromassaggio. Indisturbata ho sguazzato un po’, mi sono piazzata sotto il getto della fontana ornamentale, ci è mancato poco che non mi mettessi a fare gli spruzzi dalla fessura che separa i miei incisivi. All’arrivo della coppietta successiva, mi sono ricomposta e sono passata in sala relax e poi (per tenere i tempi) subito al godurioso e finalmente assolutamente silenzioso massaggio. In pace con il mondo, ho di nuovo sbagliato strada e mi sono infilata ancora nello spogliatoio maschile (altri saluti a altro sconosciuto, costumato anche lui).

Bilancio complessivo? Comunque eccellente. Ho spento il cellulare per quasi quattro ore, che sono volate via senza che me ne accorgessi. I trattamenti sono senz’altro una coccola (oggi presa dall’entusiasmo mi sono comprata una maschera di argilla rasoul. Che sarebbe una crema per il viso, eh, mica un oggetto apotropaico, come avrei pensato io fino a due settimane fa).

Ma una domanda mi sorge spontanea. Il sito dell’hammam recita: I bimbi, fino all’età di 6 anni, possono entrare il primo martedì del mese con i genitori. Ma perché? In un luogo in cui anche la presenza muta di un adulto può risultare fastidiosa, perché mai portarsi dei bambini? Avete presente la vetusta barzelletta degli elefanti che fanno paracadutismo? [Perché è vietato entrare nella foresta tra le cinque e le sei? Perché gli elefanti fanno paracadutismo. E perché i coccodrilli sono piatti? Sono entrati nella foresta tra le cinque e le sei] Evitate assolutamente di recarvi in questo esclusivo hammam il primo martedì del mese.


11 pensieri riguardo “Hammam romano (senza cupola)”

  1. una puntatina all’hammam della mia città è uno dei progetti per l’anno nuovo: cercherò di andare amica-munita (una deliziosa signora marocchina che ho conosciuto da poco), rigorosamente nel giorno ‘femminile’ e senza figlie. (poi si vedrà) 🙂

    1. MAQ, tu sei di Torino, in che hammam andrai? Io trovo bello genuino (ed economico, cosa che non guasta mai) quello di via Fiochetto. Ma mi hanno detto cose belle anche di quello di Collegno.

  2. ma nooo, io sono andata, a lesvos, grecia, non a roma, un sacco di volte con mio figlio e con altri bambini. non hanno disturbato piu’ di quanto un qualsiasi adulto, appunto. anzi, gli piace molto ,si rilassano, si adeguano al relax, e’ stata un’esperinza positivissima!
    anna

    1. Il mio punto, Anna, che questo posto specifico è davvero piccolo. Troppo. Le dimensioni sarebbero adeguate forsea due persone, perché si possa godere di vero relax. Quindi non riesco davvero a immaginare come possa essere adatto per dei bambini.

  3. Che bel regalo! Anche io ho ricevuto un massaggio come regalo di compleanno…..al ritorno a casa il mio rilassamento era pari allo sclero di mio marito rimasto solo 2 ore con le bimbe!

  4. Che bello, che voglia mi hai fatto venire! Oddio, non sono digiuna poi da così tanto: sono stata alle terme un paio di mesi fa. Ma l’hammam, quello di Torino che dicevo sopra, è tutta un’altra cosa. Se ti vuoi fare i fatti tuoi te li fai, se no diventa luogo di condivisione (famoso uno sfogo di mia cognata nel tepidarium, con tutte le signore arabe di Porta Palazzo che ascoltavano e annuivano con aria saputa).

    PS: l’oggetto apotropaio mi ha fatta ribaltare!!!

  5. Buongiorno a tutte! Mi permetto:l’hammam di torino di via fiocchetto e’ l’unico “tradizionale” e quindi “effettivo” anche da un punto di vista generale(temperatura, vapore, qualita’ del “percorso”)
    Quello di Collegno, anche se ci sono andato solo 2 volte, non e’ molto caldo. In compenso e’ piu’ curato. Io consiglo vivamente quello di via fiocchetto.
    Buon bagno turco a tutti!

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