Una volta

Una volta avrei voluto essere più artistica.

Una volta mi sentivo davvero a disagio con il mio corpo (e rivedermi in video, oggi, mi fa tenerezza e mi mette tristezza, allo stesso tempo).

Una volta più che aspettative avevo certezze.

Una volta avrei voluto essere capace di scrivere poesie. Una volta ne apprezzavo alcune. Oggi ne apprezzo poche. Recentemente Yehuda Amichai (e magari in un post meno sconclusionato ve lo racconto pure).

Una volta ambivo a vestiti di Calamo che oggi trovo orrendi (e lo erano anche allora).

Una volta ho rinunciato a baciare il ragazzo che mi piaceva perché dovevo fare i compiti.

Una volta, almeno una, ho creduto di stare facendo qualcosa di molto determinante, che poteva fare la differenza. Mi sbagliavo.

Una volta disprezzavo alcune vite. Ora mi pare di invidiarne un po’ troppe.

Una volta credevo di conoscere le mie priorità. Ora che so che quelle non andavano bene fatico più del dovuto a trovarne di nuove.

1 commento su “Una volta”

  1. Io non so se è una questione di generazione o di età. Ma mi ritrovo proprio nelle ultime due volte, e mi chiedo se ci siano nuove priorità per noi oppure se ce la siamo davvero giocata tutta. Una parte di me dice di no, assolutamente no, e l’altra mi guarda perplessa e mi chiede: “E quindi?!?”… E mi sembra di essere Zoro 😛

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