I calendari dell’Avvento erano una costante della mia infanzia. Basici, rigorosamente di tema religioso. Una rappresentazione della grotta, con poche varianti stilistiche di anno in anno. Le finestrelle contenevano pastori, stelle comete, profeti biblici, talora accompagnati da citazione evangelica. La casella del 24 era doppia e conteneva, surprise surprise, Gesù con o senza Maria e Giuseppe. Ricordo vagamente che un anno alle finestrelle era abbinato una specie di contenitore con microscopico giocattolino in plastica, talmente piccolo da risultare pressoché non identificabile. Pezzetti di plastica colorata, insomma.
Io dal calendario dell’Avvento di primo acchitto mi asterrei. Certamente non mi verrebbe mai la fantasia di produrne uno artigianale, cosa che vedo essere ormai un must delle mamme 2.0. Ma mia madre finora si è imposta. Il calendario dell’Avvento lo procura lei. E niente Babbi Natale, scoiattolini e altre naturalistiche raffigurazioni. Il tasso minimo di liturgicità deve essere garantito e accertato. Sulla tradizione (praticamente l’unica sopravvissuta ai colpi d’accetta di mia madre, che ha già abolito il pranzo di Natale e di S.Stefano, la tombola e, fosse per lei, rinuncerebbe senza remore anche al parco buffet in piedi che continuiamo a fare la sera della Vigilia) non si discute.
Quest’anno però è sorto un imprevisto alla nostra consueta routine del calendario cartaceo acquistato all’ultimo minuto. Per circostanze un po’ difficili da giustificare, mi sono trovata ad acquistare una costosa renna di legno rosso con 24 cassettini (ovviamente tutti da riempire). Ineludibile. “In fondo è un investimento”, hanno avuto il coraggio di dirmi. Vabbè, la renna rossa ormai ci sta. Ma non potevo provvedere di persona a riempirla. Come sanno anche le pietre, io e Meryem eravamo strategicamente fuori Roma dal 30 novembre al 3 dicembre.
Il bello di una famiglia come la mia è che per le cose inutili ci si attiva con straordinaria solerzia. Il caso della renna è stato prontamente sposato da mia sorella Marina e dai suoi figli Giulia e Luca. “Compra qualche cioccolatino”, ho suggerito io. Ho pensato per un attimo alla possibile delusione di mia madre per il nostro discostarci dalla solita prassi. Ma, come spesso avviene, la sottovalutavo.
“Carina, molto carina”, ha infatti commentato la nonna. Che ha prontamente suggerito la soluzione perfetta: nei cassettini si potevano facilmente introdurre 24 piccoli personaggi del presepe. Un affare. Messaggio religioso salvo, due gadget natalizi in uno. Bastava solo trovare 24 personaggi congrui, anche per dimensione, e posizionarli nei cassettini. Una missione ideale per Marina & co.
A un certo punto ricevo una telefonata concitata dai riempitori di cassettini. “Non c’entrano”. “Chi?”. “Maria e Giuseppe”. Davanti al problema, i radicali (mia nipote Giulia) sostenevano che non importava, un paio di personaggi si potevano eliminare. Io mi sono trovata a concordare con l’ala moderata (mia sorella), che sosteneva che la loro presenza nel presepe era auspicabile. Conveniamo infine che all’inizio di ogni raccolta che si rispetti viene dato un bonus iniziale. “Possiamo farli affacciare da dietro le corna”, mi è stato infine proposto. Senza riferimenti, beninteso, alla natura un po’ particolare del nucleo familiare in questione. Così è stato. Io, in un rigurgito di senso di colpa, ho incastrato pazientemente nelle fessure rimaste all’interno dei cassettini delle caramelle (per lo più tic tac, visto lo spazio a disposizione).
Ed ecco a voi il risultato finale.
P.S. A proposito di calendari dell’Avvento. Quest’anno ho dato il mio contributo al Calendario dell’Avvento di Piccolini Barilla. Ogni giorno un racconto illustrato e tra qualche giorno troverete il mio. Potete aprire le finestrelle virtuali qui.
ma vorrei vedere la renna intera!!! io mi sono limitata a comprare i soliti calendari dell’avvento con le finestrelle da 1 a 24 già riempite di cioccolatini. ho dovuto farlo perchè mia figlia Ginevra di anni 8 e mezzo l’ha preteso e ha cominciato a chiederlo a 3 settimane dall’inizio dell’avvento, quindi ne ha beneficiato anche il fratellone di anni 11 e mezzo. una curiosità: ma il prossimo anno lo riempite con le stesse statuine o ne acquistate altre? o passate ai cioccolatini?
Oddio, che domanda difficile. Non ne ho la minima idea, in verità. Intanto vediamo come va quest’anno e poi decideremo.
belli maria e giuseppe nascosi dietro le corna!!!!
🙂
io sto a fare i sacchetti numerati e si parte dal 7, punto. E solo perchè parto. e si arriva al 15. Quando torno si supplisce.
Mi sento un po’ incongrua, ma dico la mia. Io sono cattolica praticante, e con una mamma (ormai in cielo) molto nordica. Non abbiamo mai coltivato questi riti perché lei era assai spartana, e io personalmente non li ho mai proposti a mia figlia. Quest’anno mi era venuto quasi il ghiribizzo, non foss’altro per una questione di tradizione, ma poi mi sono chiesta, quale tradizione? Non mi piace tutto questo, anche se la tua renna è molto bellina, ma mi riferisco al contesto consumistico e privo di messaggi. Preferisco raccontare la storia degli orchetti e del Natale e cercare di dare un senso al Natale (che personalmente come festa pagana odio, mentre dal punto di vista religioso è di una tenerezza infinita, ma ovviamente questo è il mio punto di vista), oltre ai regali (sono stata bollata come rivoluzionaria decenni fa quando decisi di fare donazioni al posto di regali cretini e inutili, ma per fortuna hanno capito, per i bambini è diverso, a loro va concessa un po’ di magia, credo, non sono così talebana!:) ). Poi, non vorrei offendere nessuno, ognuno ha le sue preferenze, tradizioni e affetti, e il Natale è anche questo. L’importante è riconoscervisi con sincerità.
Le tradizioni sono necessariamente personali e appartengono a più persone. C’è chi tramanda e chi sceglie se e cosa accogliere. A volte non sono tanto i gesti o gli oggetti in sé, ma quell’indefinibile che c’è dietro. Quale tradizione, quindi? Solo quella che senti tua, chiaramente. A noi è successo spesso di fare per Natale donazioni di vario genere al posto dei regali degli adulti. Se è un pensiero condiviso da tutti, lo trovo molto bello.
mi sono innamorata della renna e di tutti quei cassettini. E’ normale? 🙂
Anche io voglio una foto intera della renna….e poi….dove l’hai presa??? MI piace tantissimo!!
A casa mia, quando ero piccola, il calendario dell’avvento non si è mai usato. E’ una cosa che ho iniziato a fare io per mio figlio. Questo è il secondo anno. Il calendario lo faccio io, molto semplice (bustine di carta appese ad un filo!!). Lo scorso anno era pieno di cioccolatini. Quest’anno ci sono anche delle sorprese. Il primo giorno c’era Canto di Natale di Dickens…che accompagnerà le nostre serate per tutto il mese.
Perchè lo faccio?
Io e il padre di mio figlio siamo separati, quindi il Natale è alternato: il 24 sera con uno e il 25 a pranzo con l’altro e viceversa. Quindi con me i regali si scartano il 24 sera, con il papà il 25 mattina…insomma ognuno di noi ha le sue usanze. E la mia paura era che a mio figlio non rimanessero impresse delle tradizioni….cosi ho pensato che il calendario dell’avvento potesse essere un modo per avere le nostre tradizioni. ….ripetibili di anno in anno.
Moonlitgirl
L’ho comprata alla Bottega Danese, qui a Roma, alla modica (si fa per dire) cifra di 40 euro. Ho capito, mi toccherà farle una foto a figura intera 🙂
Beh…se lo consideri un investimento….che dura negli anni va bene!!! Se pensi che io per bustine, nastrini e stickers….18 euro!!!
Io quando non ci stanno gli oggettini nel ns calendario dell’avvento (siamo atei ma il gusto di vedere la faccia di mia figlia quando si sveglia la mattina…) ci metto una sorta di caccia al tesoro.un bigliettino in rima tipo se la sorpresa vorrai trovare sotto il cuscino prova a guardare.firmato Babbo Natale
@Lara: Anche il mio calendario è come il tuo….bigliettini in rima….per trovare oggetti o semplicemente il cioccolatino!!!