Io la memoria la vorrei lunga, solida, ma anche inclusiva. Vorrei che fosse più urgente per tutti ricordare ciò che accomuna i grossi scivoloni che l’umanità ha compiuto e compie, per rialzarsi tutti insieme un po’ migliori. Le distinzioni spesso aiutano, ci mancherebbe. Non è onesto fare di tutt’erba un fascio. Ma nemmeno rivendicare classifiche dei dolori o delle colpe. Oggi leggo che Israele ha deciso di rendere legittima la detenzione dei migranti per un periodo di 3 anni. Non importa quale parola vogliamo usare per chiamare questa insensata disumanità, diffusa nelle più civili e insospettabili nazioni del mondo, nelle più varie forme. Soprattutto in quelle che coltivano religiosamente le memorie canoniche, quelle che non disturbano più nessuno. Chi davvero ricorda non si attacca alle parole, non le usa come arma.
Memoria è anche analizzare le responsabilità, quelle che esistono oggi e ci riguardano (omissioni comprese). Memoria è promuovere l’umanità intera, non un gruppo. Memoria è condividere le pagine più difficili dell’esperienza propria e dei propri cari, con umiltà e desiderio di costruire. La memoria che vorrei non guarda indietro, guarda avanti. Con tutto lo slancio di una lunga rincorsa.
Scusa ma questa mi sembra proprio una forzatura.
Israele è un territorio grande come una regione italiana, all’interno di un’area araba molto più grande dell’Europa. e’ ovvio che non possono esistere migranti in Israele, se non appositamente mandati per provocare o sfiancare. Se Israele permettesse a chiunque di entrare e richiedere asilo, in breve masse di arabi (che i loro governi, amici e fratelli non si sono mai fatti problemi ad usare come carne da macello) sarebbero usati per saturarlo all’inverosimile.
Purtroppo quando sei piccolo, e tutti intorno ti dicono apertamente che vogliono la tua distruzione, non puoi più essere politically correct. Devi solo essere forte.
Il mio Androide mi ha impedito finora di risponderti, perché è intelligente e saggio. Mi ha dato il tempo di pensare a cosa scrivere. Provo a mettere ordine e a spiegarmi con più chiarezza, perché mi pare che tu abbia scritto alcune inesattezze. 1. Non è ovvio che non possano esistere migranti e rifugiati in Israele. Le migrazioni volontarie di ebrei sono incoraggiate (sono illegali solo quelle di chi non è ebreo), i rifugiati sono protetti dalla legislazione internazionale. Anche a Malta, che è più piccola e più povera. Poi esistono dei meccanismi per alleggerire i paesi più bisognosi dal carico di rifugiati, il reinsediamento in un Paese terzo, in primis (Stati Uniti, Canada, Svezia e altri). Ma non dimentichiamo che sono i Paesi più poveri (Siria, Giordania, Ciad…) a accogliere milioni di rifugiati, aprendo le frontiere e permettendo alle persone di salvarsi la vita. E’ successo anche durante la guerra civile in Libia. Proteggere una persona in pericolo di vita non dipende dall’economia. E’ un impegno dell’intera comunità internazionale, formalizzato nella Convenzione di Ginevra. 2. Lo scenario delle masse di arabi è decisamente improprio. I richiedenti asilo in Israele sono per lo più africani, cristiani (Eritrei, Etiopi) o musulmani somali. Sono le stesse persone che noi italiani facevamo imprigionare da Gheddafi e che i trafficanti sequestrano nel Sinai. Israele sta per costruire un centro di detenzione nel deserto per 10.000 persone, incluse donne, bambini, vittime di tortura, gente che è stata detenuta illegalmente per anni nel proprio Paese di origine. 3. Non si può confondere il politically correct con i diritti umani. Nessuno, grande o piccolo, è autorizzato a violare gravemente i diritti umani per qualsivoglia ragione. Lasciare la gente a morire al di là di un confine dove tu costruisci un muro (chiunque tu sia) è omicidio. Quando poi questo significa far morire sistematicamente milioni di persone, come è il caso ad esempio dei somali, non è fuori luogo parlare di genocidio. Ciò detto, credo che sia chiaro che questo non è il blog di un’antisemita. Del resto quello che dico io è condiviso da moltissimi cittadini israeliani.
Lo spunto l’ho preso da questo video http://www.youtube.com/watch?v=XlxFKxqjlsw&feature=player_embedded, ma purtroppo conosco alcune storie di rifugiati detenuti in Israele direttamente, a causa del mio lavoro. Io stessa ho tentato invano di far liberare un ragazzo eritreo, fratello di un giovane che era stato riconosciuto rifugiato qui in Italia, a cui non veniva permesso di presentare domanda d’asilo perché non poteva dimostrare la sua nazionalità. In pratica per un cavillo burocratico, peraltro infondato ai sensi della Convenzione di Ginevra. Dopo di che sia chiaro che le domande d’asilo non vengono accettate automaticamente, ma vengono severamente vagliate. La negazione assoluta del diritto è non farle neanche presentare solo perché non si saprebbe in base a cosa rigettarle.
Chiara, guarda bene la cartina dell’Africa e del medio oriente, che sicuramente conosci meglio di me: davvero pensi che dalla Somalia, dall’Eritrea, dalEtiopia, l’unico posto dove fermarsi, in quel lungo percorso, sia Israele? Come fai a non capire che tutti gli stati circostanti li usano come pedine solo per scaricare la colpa su di loro? Che altro deve fare Israele?
Ma perchè non leggo post infervorati contro tutti gli altri stati là intorno che a livello di rispetto dei diritti umani sono peggio dei periodi più bui del nostro medioevo?
Israele è lo stato più evoluto e più democratico di tutto il medioriente, è PICCOLO, cosa che nessuno tiene mai in considerazione (non so quale carismatico leader arabo disse che basterebbe che ogni musulmano sputasse per affogare Israele), e sono certo che nei campi di detenzione nel deserto di cui parli si viva meglio che nei campi profughi degli altri paesi arabi (ammesso che negli altri paesi li lascino in vita, cosa che dubito).
Sembra che Israele sia il posto più terribile del medioriente, dove succede ogni specie di nefandezza, quando invece sono un’oasi di democrazia e di progresso in mezzo a un mare di ignoranza, sopruso, violenza, mancato rispetto di diritti umani, e ciononostante vengono continuamente additati come se fossero criminali. Boh dimmi tu che cos’è che non capisco in questa illogicità.
E’ difficile da immaginare che se ipoteticamente Israele decidesse di accogliere tutti i rifugiati che gli si presentano, immediatamente i paesi circostanti gli scaricherebbero 50 milioni di pezzi di carne da macello solo per renderne impossibile la gestione e poi accusarli?
Secondo me un po’ di pietas, almeno oggi , avrebbe richiesto un pensiero alle vittime della shoah…
Caro Nex, stavolta davvero non siamo d’accordo. Io le cartine le guardo, ma soprattutto penso alle persone, che hanno dei nomi e dei cognomi e delle storie precise, alcune delle quali ho avuto il privilegio di raccontare nel libro “Terre senza promesse”. Ammiro Israele, per i suoi meriti e i suoi progressi. Ha vari cari amici che hanno scelto di vivere lì. Io stessa ci ho trascorso alcuni mesi. Mi dispiace se ho trasmesso il disprezzo che tu descrivi e che io non sento affatto. Apprezzo la sua democrazia, merce rarissima in quell’area geografica, e sostengo quella parte di israeliani che possono liberamente manifestare opinioni che condivido. Però con tutta la mia forza mi rifiuto di entrare nella logica che ricordare chi oggi muore per il cinismo degli Stati, Italia compresa, tolga qualcosa alla pietas che sento profondamente nei confronti delle vittime della Shoa.
Chiara sai che ti apprezzo, ti ammiro e leggo molto di quello che scrivi (qui sulla rete: non ho ancora avuto il piacere di leggere il tuo libro, ma provvederò). Solo che mi dispiace che oggi, proprio oggi, abbia letto in giro tanti post che criticavano Israele senza riferimento a quello che oggi c’è da ricordare e da tramandare ai posteri perchè non avvenga più.
Purtroppo per gli stati (e anche per le persone) le soluzioni non sono mai semplici, e a volte è necessario fare scelte tra dei mali, e scegliere quello minore. In Croce Rossa mi dice Barbara che c’è il triage, ovvero la metodologia di scelta tra chi salvare e chi no in caso di disastri. Qualunque scelta tu faccia, deciderai di salvare qualcuno e far morire qualcun altro, perchè non c’è la possibilità di salvare tutti. Ma come sappiamo questo discorso è lunghissimo e si sono già detti e scritti fiumi di parole.
Secondo me c’erano altri 364 giorni per ricordare le purtroppo tante ingiustizie che accadono al mondo. Oggi è il giorno della memoria, di una particolare memoria, e secondo me era dovuto e doveroso ricordare quella.
Questo non toglie nulla alla stima che provo per te e per ciò che fai, è solo una mia personale osservazione su questo post 🙂
Capisco le tue osservazioni. Non era mia intenzione associarmi a nessun coro contro Israele. E’ solo successo che mi è arrivata questa notizia dei tre anni di detenzione e del campo da 10.000 posti, un vero pugno nello stomaco per me e, allo stesso tempo, oggi c’era un evento a Roma, in occasione della Giornata della Memoria, in cui si proiettava un video di testimonianze di rifugiati di oggi, sottolineando alcune terribili analogie. Non volevo certo fare un post contro alcune vittime in favore di altre. Credo solo che la Giornata della Memoria vada estesa a tutti gli esseri umani a cui è stata ed è negata l’umanità. Che non vuol dire archiviare alcuni o metterli da parte. Mi sembra un po’ il discorso stupido di chi dice che se hai due figli ami di meno il primo. Vuol dire dare un respiro universale a questi concetti, non racchiuderli in un santino che rischia di diventare troppo rassicurante. Comunque è sempre un piacere discutere con te.