Sono in una Bruxelles inaspettatamente fiorita e inondata di sole. Nell’ultima settimana lavorativa, grazie ad alcune occasioni di formazione e esperienze varie, ho un mucchietto di domande che mi si è formato in testa, ciascuna delle quali richiederebbe una certa dose di riflessione e, possibilmente, qualche bella chiacchierata con colleghi e non colleghi.
La verità è che molto probabilmente non ci sarà tempo per nulla di tutto ciò. Finirà che questi spunti resteranno lì, in attesa di essere ripescati un giorno dalle nebbie dell’oblio. Forse a quel punto non serviranno più.
Avrei la tentazione di elencarli qui, questi spunti di discussione, per non dimenticarli. Ma per questo è più che sufficiente il mio quadernino personale.
Resta però il rimpianto tipico delle occasioni perse. Mentre trascorrono veloci i venti minuti di pausa di un meeting di dubbia utilità, mi immagino in questo parco profumato di magnolia a chiacchierare delle questioni che adesso più mi stanno a cuore. Un giorno, un giorno e mezzo. Sarebbe stato un grande sollievo. Probabilmente non avrei cavato un ragno dal buco lo stesso, ma la mia anima sarebbe più leggera.