Non sarò mai una travel blogger…

… ma nell’anima sarei una viaggiatrice. Il condizionale è d’obbligo, visto che limiti economici e di tempo mi hanno reso molto più stanziale di come mi piacerebbe vedermi. Ma sarà il segno zodiacale (ah, l’eterna irrequietezza dei sagittari…), sarà più banalmente la paura di annoiarmi, le vacanze stanziali della mia infanzia (un mese fissi in un posto, così ci riposiamo) non sono mai state il mio ideale.

“Ma lo fate il friendsurfing quest’anno?”, mi chiede qualcuno. No, quest’anno la vacanza itinerante estrema, da un’ospitalità all’altra, non la faremo. Non è capitato. Forse non ho avuto la giusta ispirazione, forse non era destino. Forse piuttosto dovevo essere libera da programmi per cogliere l’occasione che mi si è presentata, del tutto casualmente, una sera di qualche settimana fa. Due amiche che mi chiedono qualche consiglio su un viaggio che vorrebbero organizzare.

No, un momento. Non un viaggio. IL viaggio. Quello che sogno, pianifico e progetto da una lontana primavera del secolo scorso. Un viaggio che ho iniziato a accarezzare con la mente durante le lezioni universitarie. Che sono stata sul punto di fare almeno tre volte e poi no, non se ne è fatto niente. Che mi ero rassegnata a non fare più, o certamente a non fare presto. Nel giro di poche ore sono arrivata a una consapevolezza precisa: quel viaggio voglio farlo ora e voglio farlo con Meryem.

E, già che ci siamo…

Già che ci siamo, iniziamo a organizzare una settimana di esporazione della Città.  Quella dove, con ogni probabilità, ho vissuto in una vita precedente. Perché io, ve l’ho detto tante volte, sono metropolitana nell’animo e non solo dal 1972, ma probabilmente da assai prima. Una settimana con mia figlia e con almeno due (ma spero ancora che diventino tre) dei miei amici, GLI amici per eccellenza. Ve lo racconterò con calma dove andremo e che faremo. Ma comincio a rivelarvi che per me, queste vacanze, vogliono essere una riconciliazione.

Non so ancora come questo si realizzerà nella realtà dei fatti, ma voglio fare un consapevole tentativo di prendere il meglio del mio passato e rituffarmici dentro, insieme a Meryem, per travasarne la bellezza nel nostro futuro. “Ma a lei non ci pensi?”, mi ha detto qualcuno quando ha sentito parlare del mio programma. Ci penso eccome. Magari sbaglio, ma credo che io come madre e lei come figlia siamo pronte a questa avventura. Poi forse lei la ricorderà come l’estate più noiosa della sua vita. Ma io mi sento che il momento, nonostante le apparenze, è questo. E allora, andiamo. Tra una manciata di ore faccio i biglietti e tutto inizierà a diventare reale.

1 commento su “Non sarò mai una travel blogger…”

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