La cosa che mi preoccupa di più di questo clima di “guerriglia” ideologica è che, al di là dei momenti in cui ci sentiamo accomunati a tanti altri che firmano un appello, siamo nei fatti sempre più soli. Ogni realtà, ogni persona, procede chiusa in una specie di bozzolo. Questa è la mia sensazione, tra noi che per lavoro ci occupiamo di questioni “calde” (migranti, rifugiati, ma anche alcuni altri temi). Aspettiamo che l’attacco arrivi e poi ci sarà l’immancabile strascico di opposti schieramenti: quelli per noi, quelli contro di noi. Ma in realtà né gli uni né gli altri scalfiranno davvero il nostro bozzolo. Le critiche e le accuse non serviranno a farci crescere, gli elogi di principio non ci rafforzeranno. Restiamo piccole realtà impenetrabili nella sostanza, sempre più isolate.
Ho detto spesso che è la solitudine la più grande vulnerabilità dei rifugiati. Ma la solitudine è la grande vulnerabilità di tutti, singoli e realtà sociali. La solitudine, anche se ammantata dall’entusiasmo di essere nel giusto, rende sterili. Lo so per esperienza personale. La solitudine può persino uccidere.
Penso alla solitudine degli anziani, ad esempio. Quella che si insinua poco alla volta, non per studiati abbandoni, ma per stanchezza e perdita di interesse. Quella che spinge una persona a ridursi a una serie di funzioni, perdendo la curiosità. Oggi mia madre, 92 anni, mi scrive, rispetto al fatto che mia figlia va due volte a settimana a mangiare da lei: “Oltre a tutto mi fa ringiovanire, perché mi tiene informata sulla scuola media. E poi stabilisce un collegamento anche tra noi”. Informarsi, capire cose, cercare collegamenti. Credo che non si possa descrivere meglio non solo la giovinezza, ma la vita piena.
Ascoltare, spiegare, stabilire relazioni, nel rispetto della complessità, ma anche dando valore alla semplicità e all’immediatezza delle cose. Combattere ostinatamente le nostre solitudini, che a volte sono affascinanti e persino attraenti, ma non saranno mai generative. Questo per me significa impegno civile e spero di trovarmi buone occasioni per praticarlo di più.