Erba gatta

Ieri sera, tornando a casa, ho visto che l’erba gatta che avevo comprato settimane fa per Zoe detta Zozo, il nostro felino di casa, si era afflosciata sul pavimento. Evidentemente il sistema di irrigazione dal basso che credevo di aver messo in atto non è risultato efficace. Allora ho provveduto a mettere il vasetto a mollo nel lavello e con questa manovra di emergenza l’erba si è rianimata.

L’operazione mi ha fatto venire in mente che come da qualche parte e in qualche modo devo aver imparato che quello che ho fatto è la cosa giusta da fare in caso di erba afflosciata, così in questo ultimo anno mi pare di aver imparato a fare con la mia anima. Ogni tanto stramazzo. Spesso. Stanchezza, scoraggiamento, solitudine. Non ultimi, i colpi ben assestati della mia adolescente domestica, che non lo fa per cattiveria, ma farmi a pezzi è un po’ il suo lavoro e lo fa con un certo zelo.

Sono però fiera di riconoscermi un ormai consolidato repertorio di manovre di emergenza per reidratare l’anima rinsecchita. Lo scorso weekend ad esempio un paio di film inglesi ben assestati hanno fatto miracoli (Assassinio sul Nilo e, soprattutto, Il ritratto del duca). Il Baingan bharta, la versione indiana del mutabbal (crema di melanzane affumicate al forno con aromi vari), ben accompagnato da pane morbido, sbracata sul divano, è un altro rimedio che funziona.

Ma più di ogni altra cosa giova ricevere una telefonata inaspettata. L’ho già detto in un’altra occasione: io non ho gli amici con cui vado a mangiare la pizza tutti i sabati, inseriti in cornici regolari di frequentazioni e consuetudini. Ma questo non vuol dire che non ne ho. Anzi, ho amici che mi vogliono molto bene e che spesso mi stupiscono per l’intensità del loro affetto e della stima che mi dimostrano. Sono anche loro un po’ resistenti agli schemi, sparsi in luoghi diversi, “non conformi” e a volte silenti, come me, per mesi o per anni.

Poi mi arriva una telefonata, un messaggio. O, come l’altro ieri, uno di loro va in classe di mia figlia e lei da quel breve scambio coglie un lampo di qualcosa che non conosce se non in teoria, la mia vita prima di lei e oltre lei.

A volte mi arrivano velate critiche perché condivido molto della mia quotidianità sui social. Ma più o meno consapevolmente lo faccio anche perché so che c’è un drappello di amici lontani che guarda, registra, segue con affetto. E io ogni mattina, attraverso il vituperato Facebook, menziono a un amico gesuita le persone che voglio che ricordi quando celebra la Messa. Molti di loro riderebbero se lo sapessero. Ma anche questa che ormai è un’abitudine quotidiana per me è un filo, un legame, tra le varie parti di me e tra il mio passato e il mio presente, che considero prezioso.

2 pensieri riguardo “Erba gatta”

  1. grazie,Chiara delle tue parole che oggi fanno bene all’anima dell’amica vecchietta Mteresa

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  2. Bello questo pezzo. Non è la prima volta, del resto,  che ti leggo con piacere e interesse. Questa volta nelle tue parole c’è come uno “svelarsi di più”. E – per me lettrice – c’è stato uno stupore non previsto.Grazie tanto, Rosaria

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