Un assaggio di Atene


Siamo da poco tornate dal nostro viaggio di tre settimane Matera-Atene, di cui vi racconterò presto qualcosa di più. Inizio però dall’ultima tappa, per condividere con voi qualche ispirazione, nel caso vi trovaste a visitare Atene. Premessa: nessuna città degna di questo nome si visita in tre giorni, e noi ne avevano due e mezzo. Però nulla impedisce di godersela, senza alcuna pretesa di esaustività.

Io e Meryem (10 anni) ci siamo arrivate alla fine di una vacanza che ci aveva dato modo di prendere reciprocamente le misure rispetto alle nostre preferenze e interessi in Grecia. Io: storia, archeologia q.b. (quanto basta), architettura, attualità. Lei: attività interessanti, shopping, musica. Entrambe: cibo.

Ecco dunque qualche consiglio, per argomenti.

Dormire. Abbiamo usato con soddisfazione Airbnb, preferendo un appartamento a un albergo e un host che ci ha dato ottimi consigli e, come ci è sempre capitato finora, si è dimostrato molto flessibile e pronto a venire incontro alle nostre esigenze. Eravamo in zona Victoria Square, vicino al Museo Archeologico e molto ben collegato con Monastiraki, epicentro dei luoghi di interesse turistico. [Avete mai usato Airbnb? Se volete farlo per la prima volta potete usufruire di uno sconto di 35 euro facendolo da questo link].

Musei e siti archeologici. Concordo pienamente con i suggerimenti di questo bel post di Genitori Crescono: Museo dell’Acropoli (prima della visita sul sito), Museo Archeologico Nazionale, Acropoli con l’accortezza di fare il biglietto in uno degli altri 5 siti a cui si accede con il biglietto combinato. Una precisazione: fatelo assolutamente, se siete intenzionati a visitarne almeno un altro (io ho amato molto l’Agorà romana con la Torre dei Venti, la Biblioteca di Adriano e la sua splendida Nike e il grazioso e fruibile museo nell’Agorà antico). Se cercate solo un saltafila, è bene che sabbiate che il biglietto combinato costa 30 euro e quello per la sola Acropoli 12. Poi io fossi in voi deciderei che ne vale comunque la pena, specie se si considera che i bambini entrano gratis e che la fila sotto il sole può levare qualunque entusiasmo all’appassionato più zelante, figuriamoci ai compagni di viaggio più giovani. Ma è bene che lo sappiate, ecco.
Non abbiamo avuto modo di visitare il Museo della Filosofia di cui parla Serena nel suo post, ma abbiamo amato molto il Museo degli Strumenti Musicali Tradizionali, frutto dell’appassionata e competente ricerca del musicologo Fivos Anoyanakis. E’ gratuito, molto ben allestito e si trova in uno splendido palazzo d’epoca.

Attività. Merita assolutamente una visita il nuovissimo Centro Culturale della Fondazione Stavros Niarchos, progettato da Renzo Piano. Trascorreteci qualche ora nel tardo pomeriggio, il momento migliore per godersi il parco, dove ci sono anche meravigliosi giochi per bambini e adulti (scacchiere, giochi musicali, gli intramontabili schizzi, un labirinto) e si può godere del panorama e anche dei profumi del giardino mediterraneo. Ci sono molte attività e credo che con il tempo aumenteranno. Noi abbiamo raggiunto il posto con Uber (peraltro efficientissimo a Atene), spendendo 7 euro dal centro, ma siamo tornati con la navetta gratuita che collega con piazza Syntagma.
Un’altra esperienza piacevole è godersi la vista dalla collina del Licabetto: se non fosse stato così caldo sarei scesa a piedi attraverso il bosco (a salire, taxi tutta la vita!), ma invece abbiamo optato per la funicolare, costosetta e non panoramica.

Shopping. Premesso che il mestiere del turista è esattamente cercare paccottiglia per mercatini e non dovreste quindi privarvi di questo divertimento, ci segnalo due negozi di shopping un po’ più ricercato dove ho lasciato il cuore (e anche un po’ di soldi). Almeno il secondo è peraltro dotato di shopping online, quindi se volete portarvi un po’ di Grecia a casa anche d’inverno, avrete modo di farlo. Il primo è Anamnesia, dove ogni articolo (tutti assai instagrammabili, guardare per credere) è corredato da simpatiche spiegazioni sull’oggetto/cibo/città/animale a cui si ispirano (anguria, insalata greca, antipasti meze, riccio…). Il secondo, più noto, è Forget Me Not : Meryem ancora mi tiene il muso per non averle comprato i sandali alati in silicone.

Mangiare. Il cibo greco è assai migliore di quello che mi ricordassi e il livello generale della ristorazione ad Atene mi è parso buono (almeno per chi è un po’ abituato a dribblare le trappolone per turisti). Condivido con voi solo due dritte che abbiamo ricevuto e che abbiamo apprezzato particolarmente. Per un pranzo dopo la visita dell’Acropoli, raccomando To Kafeneio: non dimenticate di dare un’occhiata anche all’interno, la sala è molto bella. Per la cena, il nostro preferito è Melilotos: cucina tradizionale rivisitata, sapori fantastici e personale giovane e premuroso.

Un ultimo consiglio: affacciatevi qui, se vi capita. Noi ci passavamo davanti spesso e una sera abbiamo fatto una piacevolissima chiacchierata. Mi è sembrato che avessero in cantiere molte cose interessanti, quindi ho iniziato a seguirli su Facebook!

Ci sono almeno due o tre posti dove mi rammarico di non essere potuta andare e tanti altri che non conosco ancora. Ma, come ha detto anche Meryem, in questa città torneremo certamente.

Com’è Rimini?


Questa estate è un po’ fuori fuoco. Non saprei come dirlo meglio. Non è che i programmi saltino del tutto, ma certo hanno una tendenza a deformarsi, storcersi, perdere l’asse immaginato per prendere tutt’altra piega. Il tutto per dire che alla fine ho rinunciato a replicare la fortunata settimana a Ventotene dello scorso anno e, presa da un subitaneo impulso, sono andata a Rimini.

La cosa ha suscitato un certo stupore in chi mi frequenta. “Ma come ci siete finite voi due sulla riviera romagnola?”, hanno chiesto alcuni. Mah, ci siamo finite più o meno come siamo finite in Kurdistan o in giro per la Germania: senza pensarci troppo.

Com’è Rimini? Per me è stato il luogo geografico in cui la prospettiva di Meryem si è bruscamente divaricata dalla mia, intanto. Per una combinazione fatale tra mie esitazioni e sue ribellioni, ho finito per rinunciare alla gita a Ravenna (con molto dispiacere). Non ho rinunciato alla visita al Tempio Malatestiano e alla passeggiata per il borgo, grazioso davvero, tuttavia l’atmosfera anche in quel caso è stata un po’ guastata da un velo di mugugno.

Per il resto, Rimini è come me la descrivono: carina, accogliente, fantasiosa. La gentilezza verso il turista regna sovrana. E non con quel vago retrogusto di presa per il culo che a Roma non manca mai nei rapporti tra cliente e avventore, anche quando sono felici. Proprio gentilezza, lineare e aperta, misurata ma non asettica. Mi è piaciuta.

L’affollamento, che temevo (Rimini per la mia famiglia era addotto come simbolo del carnaio in spiaggia da evitare a ogni costo), era reso relativo dall’immensità delle spiagge. O forse anche da un calo di presenze? Non so dire. In stabilimento siamo andate due volte, una a San Giuliano e una a Rimini centro (bagni 24). Un’esperienza interessante, più costosa di quello che mi aspettavo nel primo caso e assai meno costosa di quanto mi aspettassi nel secondo. In futuro non la eviterei necessariamente, ma neanche insisterei per rifarla.

Concludo dicendo, con il cuore in mano, che una terra così ospitale e accogliente si meriterebbe un mare degno di questo nome. Va bene l’atmosfera, la suggestione, le attività, la comodità, i servizi, il cibo (sublime)… ma andare al mare nonostante il mare continua a parermi un po’ bizzarro. Non credo mi ci abituerei.

Un’estate in interrail


E anche questa volta, chiuso con qualche difficoltà l’Invicta Ranger ormai provato dal tempo e dall’uso, siamo tornate. Tre settimane di Eurosurfing sono davvero volate, molto più in fretta di quanto mi aspettassi. Credo che, potendo, ci saremmo fatte serenamente un’altra decina di giorni…

Fedeli agli intenti iniziali, abbiamo scorrazzato un pochino per Germania e Olanda, senza alcuna pretesa di visita esaustiva di alcuno dei luoghi raggiunti. Diciamo che siamo andate un po’ a orecchio e un po’ a casaccio, lasciandoci guidare dalle persone che abbiamo incontrato e dai suggerimenti di chi ci seguiva a distanza. In molti luoghi siamo state coccolate ospiti. Dove non avevamo un appoggio, abbiamo usato con soddisfazione Airbnb. Questa soluzione era molto adatta al nostro viaggio itinerante sia perché pagata in anticipo (fa sempre comodo), sia perché i nostri padroni di casa sono stati davvero gentili, amichevoli e prodighi di informazioni e di consigli. Credo che lo userò ancora e se voleste farlo anche voi, sentitevi liberi di usufruire del mio codice (se è il vostro primo utilizzo, avrete uno sconto di 30 euro).

L’interrail di per sé ci si addice moltissimo. Meryem ha amato molto l’avventura del treno di notte (nonostante la seccatura dei due controlli di frontiera con relativi bruschi risvegli… mi hanno fatto rimpiangere i tempi in cui si lasciava il passaporto al cuccettista!) e in generale ha apprezzato anche gli altri. Io mi sono innamorata della tratta Mainz-Bremen, che costeggia tutto il Reno con scorci davvero suggestivi. La tentazione era di scendere a ogni stazione, ma alla fine non ci siamo pentite della divisione del tempo che avevamo pianificato, se non per il fatto che ci sarebbe piaciuto averne molto di più.

Spero di raccontarvi, in almeno un post dedicato, gli highlight del nostro viaggio, da quelli in qualche misura attesi (il Museo delle Migrazioni di Bermerhaven) a quelli assolutamente inaspettati (la Badschiff Arena di Berlino). Per ora vi lascio con la descrizione sintetica dell’itinerario fatto e vi rimando al mio profilo Istagram per una carrellata di immagini (#interrail #inviaggioconmeryem).

Giorno 1: Roma-Monaco (viaggio di notte)
Giorno 2: Monaco (Museo della scienza e della tecnica, passeggiata in centro, birreria Hofbräuhaus, Englischer Garten)
Giorno 3: Monaco (Englischer Garten bis, pranzo bavarese) Stuttgart

Giorno 4: Stuttgart (municipio, torre della televisione, biblioteca nazionale, terme)
Giorno 5: Stuttgart (zoo Wilhelma)Mainz

Giorno 6: Mainz (Museo della stampa, cattedrale, vetrate di Chagall, museo delle navi romane, giro in macchina e gelato)
Giorno 7 : MainzBrema (giro per centro storico)
Giorno 8: Gita a Bremerhaven (Museo delle migrazioni, giro in barca nel porto), ritorno a Brema (con visita a zio curdo)
Giorno 9: Brema (essendo domenica, rappresentazione dei Musicanti di Brema sulla piazza della cattedrale; giro per il centro)Osnabruck (pizza, lavatrice e pernottamento)
Giorno 10: OsnabruckUtrecht (arrivo, sistemazione e spiaccicamento)
Giorno 11: Utrecht (centro, torre della cattedrale, giro per il centro)
Giorno 12: Utrecht (gita in bicicletta, campagne e mulini; museo dei treni, cena al ristorante Syr)
Giorno 13: UtrechtSchiermonnikoog

Giorno 14: Schiermonnikoog (giornata in bicicletta in giro per l’isola, spettacolo del Circus Salto)
Giorno 15: SchiermonnikoogAmburgo via Gottinga (il giorno di viaggio più lungo!), giro al centro di Amburgo, tunnel sotto l’Elba e cena portoghese
Giorno 16: Amburgo (a
 spasso, parco Planten un Blomen, ruota panoramica, battello sul fiume)

Giorno 17: Gita a Lüneburg
Giorno 18: Gita a Lubecca
Giorno 19: Amburgo- Berlino (Eastside Gallery, gelato, cena da amici)
Giorno 20: Berlino (Neues Museum, giro sull’autobus 100, Kudamm e dintorni, gelateria Erste Sahne-Otivm)
Giorno 21: Berlino (fattoria urbana, piscina nel fiume, pranzo giapponese, Museo ebraico)
Giorno 22: Berlino (colazione coi pancake e – ahimè – volo per) Roma.

Inutile fare l’elenco delle molte, moltissime cose che non abbiamo visto e non abbiamo fatto. Ma guardando indietro mi sento di dire che questo itinerario era un buon compromesso tra le esigenze mie e di Meryem, ci ha divertito e ci ha fatto pensare. Riuscire a incrociare persone diverse e anche bambini in alcuni giorni del viaggio è stato un valore aggiunto considerevole, che ci ha permesso di assaporare meglio i momenti a due. Mia figlia, nell’estate dei nove anni, si conferma una compagna di viaggio spettacolare. E’ curiosa, adattabile, mai lagnosa: queste doti compensano ampiamente quel certo non-so-che di adolescenza che comincia ad affacciarsi all’orizzonte… 🙂

Per ora è tutto. Grazie ancora a tutti i co-protagonisti, volontari e involontari, del nostro Eurosurfing 2016!

 

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