Great Britain 1991

Scartabellando a casa di mia madre, mi capita tra le mani un quaderno. Sulla prima pagina si legge: Chiara Peri, A Travel in Great Britain – 9.08.1991/30.08.1991. Un inizio promettente. Il viaggio post-maturità, me lo ricordo bene, ma forse non lo ricordavo tanto nei dettagli: luoghi, indirizzi, attività giorno per giorno, commenti, spese sostenute… Passo al vaglio di internet, verifico, ripasso. Scopro innanzi tutto che la mia base a Londra, la St. Monica House di Clapham Road, esiste ancora e riceve recensioni positive. Io, all’epoca, avrei senz’altro aggiunto la mia. Il mio soggiorno prevedeva un tour Contiki (ebbene sì) che dall’11 al 22 agosto mi ha fatto galoppare per l’intera Gran Bretagna in pullman, in una compagnia delirante a forte componente neozelandese e austaliana. Ecco le tappe, così come fedelmente registrate nel quadernetto. Bambury, Stratford upon Avon, Warwick Castle e notte in barca sul canale; crociera sul canale stesso per tutto il giorno, seconda notte in barca; York e notte in ostello; Edimburgo, notte in college; Highlands, notte in villaggio Contiki (con pista di pattinaggio sul ghiaccio); Loch Lomond, Gatna Green, notte in roulotte; Lago Windermare, notte in campeggio; Chester, Caernarvon, notte in cottage vittoriano; Snowdonia, Bath, notte in hotel; ritorno a Londra. Prima e dopo, Londra fai da te. Questa soluzione di viaggio organizzato, a prima vista raccapricciante, è stata acquistata da me e da mia cugina Sara in offerta speciale Last Minute all’agenzia del CTS e francamente non avevamo idea di cosa ci aspettava. Con il senno del poi, sono felicissima di aver fatto una cosa così, una volta nella vita. Ho scoperto i risteranti indiani. Il mio inglese era ai massimi storici. Per una volta nella vita, ho bevuto, ho ballato sui tavoli, ho partecipato a una gara di gavettoni in barca, a una festa horror e a un giro dei fantasmi con un ghostbuster vero, mi sono rotolata giù per le colline e ho preso parte a un falso matrimonio scozzese. Sul quaderno ho annotato diligentemente che a Jedburgh Abbey (1138) è stata inventata la marmellata e ho dato 3 stelle alla cattedrale di Edimburgo. In una pagina c’è disegnata la cartina del Canada (Josh, conosciuto in quel viaggio, sarebbe rimasto mio pen friend per molti anni), una, bruttissima, dell’Italia con cui abbiamo cercato di replicare e, qualche pagina più avanti, una dell’Australia e della Nuova Zelanda, su cui sono topograficamente collocati Phil (Wellington), Gary (Wollongong) e Mick (Newcastle). Il 24 agosto annotavo: “Sulla mia decisione [università]: storia antica fa per me, senza tutti i dettagli tecnici polverosi dell’archeologia”. Le diligenti note mi hanno fatto ricordare anche il nome della guida delle passeggiate tematiche che andavo a fare, al modico prezzo di 2.50 sterline: si chiamava Colin e mi piaceva molto. E mi è anche tornata in mente una fantastica T-shirt di Garfield, con scritto “I’ve had enough”…. Mi chiedo chi fosse la Fanny di Prato che per ultima mi ha scritto il suo indirizzo. Confesso che dei pochi nomi corredati di cognome ho cercato traccia su Facebook, ma senza fortuna. E’ passato veramente troppo tempo, forse. Ma Phil(ip), che lavorata alla televisione di Wellington, il successivo 14 febbraio mi mandò una rosa rossa dalla Nuova Zelanda con l’Interflora. Un gesto romantico rimasto ineguagliato nella mia esperienza successiva.

2 pensieri riguardo “Great Britain 1991”

  1. questa cosa del quaderno mi piace troppo.però la chicca è la rosa inviata dall' australia. parliamone.scusa, ma io avrei preso l' aereo e mi sarei piazzata da lui. guarda che è cosa rara, eh? ( e, in effetti, hai precisato anche tu che poi non ti è più capitata … ).

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