Prima o poi doveva toccarci. Nizam non è mai stato molto assiduo nelle visite in patria (si registrano 2 viaggi in 10 anni), ma ci sono dei limiti che neanche lui si sente di superare. Non è che andare a trovare i suoi non gli faccia piacere. Ma, superati gli ostacoli burocratici, è sempre stato incapace di staccare dal lavoro. Figuriamoci ora che il lavoro è il suo negozio. C’è un tratto che ho imparato a riconoscere come caratteristico del suo carattere. Se decisione deve essere, che sia repentina. Ricorderò sempre un pomeriggio (vivevamo insieme da poco) in cui mi si presentò a casa un po’ prima del solito dicendo: “Me ne vado in Germania per sempre. No, scherzo. Vado solo a Bolzano”. E, ciò detto, ha preso la porta ed è uscito. Per i successivi tre giorni mi sono chiesta se il “per sempre” facesse parte dello scherzo o no. Programmare non è da lui. E, aggiungiamolo, non è che lo si possa accusare di ipercomunicazione.
Ieri sera quindi non mi sono stupita più di tanto quando mi ha chiesto di comprargli, seduta stante, un biglietto di sola andata per la Turchia. Cioè, come sempre mi sono passati per la testa tutti i pensieri possibili, a partire da “Mio Dio, mio Dio, ci sta abbandonando per sempre”. Ma in sette anni con lui ho imparato almeno a non rendermi eccessivamente ridicola e a tenermi per me una buona parte delle mie pippe mentali. Parte la prossima settimana e torna… Boh. Torna, torna. Sostiene che non vuole fissare una data perché spera di anticiparla. Mah. Mi pare chiaro che non ci sarà per il mio compleanno. E vabbè, prossimamente su questi schermi ricomincia il reality. “Ma noi come facciamo senza papà?”, mi chiede la Guerrigliera. Non ha un tono lagnoso o recriminatorio. Mi pare che esprima pura e semplice curiosità. Non saprei, tesoro. Ma ce la caveremo anche stavolta.
beh l’impatto di una decisione così immediata è sicuramente forte; però è anche vero che dopo il primo e secondo giorno gli equilibri si assesteranno, e vi accorgerete che lui sarà di nuovo fuori dalla porta in men che non si dica. a me di solito funziona. di solito. Tieni botta ;.)
Senti un po’, passo alla domanda provocatoria vetero femminista. Se tu facessi la stessa cosa, per motivi x y, che si suppongono ragionevoli e lo lasciassi a casa con la pupa e il compleanno imminiente, con un biglietto di sola andata, così, in autodecisione?
Replica
Obiezione legittima. Del compleanno, in particolare, a lui non fregherebbe proprio niente (non lo festeggia, a meno che non lo faccia io), quindi come ritorsione non sarebbe un granché 🙂 Mi è appena capitato di andare fuori una settimana per lavoro e mi appresto a partire per altri due giorni la settimana prossima. Non è quindi che non succeda mai, che io mi allontani. Se però mi chiedi se la responsabilità familiare in questo momento sia ripartita in parti uguali… no, la risposta è no. E’ una decisione che abbiamo però condiviso nel momento in cui lui ha voluto mettersi in proprio e con un’attività come il kebab. Non era così quando staccava alle cinque del pomeriggio e riposava la domenica. E, per dirla tutta, la femminista che è in me (ammesso che ce ne sia una…) deve anche fare i conti con una realtà familiare di lui un po’ anomala (oltre che distante parecchie migliaia di km). La nostra vita è tutta una mediazione. Ma non è così un po’ per tutti?
L’ importante è non farsi le pippe mentali, tu e la guerrigliera ve la caverete benissimo, lei credo sia la cartina di tornasole. In fondo l’ ha presa con filosofia, no?
Sì, in effetti sei in ottima compagnia (me compresa, eh!) E’ che mi scatta sempre qualcosa quando l’uomo si comporta così “autonomamente” Perchè noi non ci riusciamo mai?E’ la sindrome da cordone ombelicale che non vuole sparire?Mah!
Non ci sono dubbi invece che starete benissimo. Speriamo, per Nizam, non troppo! 😉
non so, io non ce la farei a vivere una relazione così, ma siamo tutti diversi, è questo il bello, no? l’importante è sapere dove sono i propri limiti e io so che non ce la farei 😉
e donc? partito? tornato? :-)))