Il posto noioso

Con questa entusiasta definizione mia figlia già ieri parlava di”Più libri più liberi“, la fiera della piccola e media editoria che per noi romane librarole è diventato un po’ un simbolo di goduria e di soddisfazione di sfizi. Guardando al luogo con gli occhi di Meryem, non saprei darle torto. Caldo, calca, bancarelle di libri, incontri di adulti. Con grande soddisfazione mia e sua quindi l’ho parcheggiata da mia madre e mi sono concessa un paio d’ore con mia sorella, assidua frequentatrice della zona. A questo giro per le scoperte non c’è stato obiettivamente tempo. Ho scelto quindi poche tappe sicure, dove concedermi qualche sfizio. Prima tappa, obbligata, lo stand di Avagliano. Uno scaffale intero di “Terre senza promesse” che, pare, sta andando bene. Convenevoli fatti, ego appagato. Poi, saluti alla Sinnos, succursale di Monteverde. Un salto da Gallucci, in tempo per acchiappare un libro pop up con il presepe di Luzzati. Dopo una rapida capatina da Castoro (mia sorella è stata indotta ad acquistare Soldo di Cacio di Silvia Mobili), via verso Exòrma. Dopo un rapido sguardo mi acchiappo un nuovo libro della mia collana preferita, La rotta di Glauco. Viaggi per terra e per mare di Maria Silvia Codecasa, prefazione di Melania Mazzucco (è una specie di destino). Mia sorella prende, per un regalo, un libro fotografico su cui io avevo lungamente sbavato anche lo scorso anno. Speriamo che i destinatari apprezzino. Omaggio rapido a Le Nuove Edizioni Romane, meritorie di aver ristampato alcuni libri mitici della mia infanzia (rapida chiacchierata sulla difficile arte della ristampa in un mondo alla spasmodica ricerca di novità), affacciata da La Giuntina, dove mi sono complimentata per la  veste grafica un po’ più giovane dei romanzi (“Ma alcuni preferiscono la vecchia, sa?”) e poi visita d’obbligo allo stand di Creativamente: acchiappo un puzzle verticale da vetro per la Guerrigliera e faccio l’antipatica, segnalando un’inesattezza iconografica in uno dei loro splendidi giochi da tavolo. Il tempo è già finito. Stavolta niente cappuccino con Barbara Summa, niente incontri con altre/i blogger. Qualcuno lo incrocio, naturalmente. Ma è più un’annusata che un’immersione. Per le scale mi assalgono i ricordi degli eventi (due, mi pare) organizzati qui con il Centro Astalli. I tamburi trasportati a braccia nel palazzo deserto, quando prima dell’apertura mattutina si erano bloccati gli ascensori. Ma anche una presentazione surreale di un altro libro, ancora diverso, a cui avevo contribuito (Cervelli in gabbia), quando al tavolo dei relatori accanto a me sedeva, incredibilmente, Piero Angela. E il salotto di Radio Tre, dove Randa Ghazi aveva fatto scintille mentre io chiacchieravo piacevolmente di comuni aneddoti con la sua mamma. Chissà che fa, quella ragazza. Ancora oggi, se penso al talento mi viene in mente lei.

4 pensieri riguardo “Il posto noioso”

  1. Brava, “La rotta di Glauco” è piaciuta moltissimo anche a me perché è un libro talmente atipico eppure impari un sacco di cose, Viene proprio voglia di pianificarcisi un pezzo di vacanza con il libro in tasca.
    Sei riuscita a vedere gli Exormini, come stavano? Dai che il prossimo anno ci riprovo seriamente a venire, sarebbe stupendo.

    1. No, non li ho incontrati. Allo stand c’era una fanciullina molto gentile e un po’ annaspante (priva di resti, priva di shoppers…). Era all’apertura, va detto.

  2. Io c’ero due anni fa (che ci siamo anche incontrate/incastrate per un caffè) e l’idea di un giro romano mi ha più che sforato. Ma come Barbara rimando, chissà!

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