A un ragazzo giovane, tanto giovane, che ieri è stato ricoverato in ospedale per la seconda volta. Che forse al corpo non ha nulla, ma certamente ha tanto male all’anima. Mi ricordo i suoi occhi seri, quest’estate, quando l’ho incontrato per la prima volta. La determinazione e la costanza. Infine quel sorriso pieno che avevamo immortalato a settembre. Avevamo detto: “Che sollievo”. E invece, come a volte avviene, non era affatto finita.
Ripenso a quando ti ho visto, ieri, accasciato su una sedia. Le facce preoccupare dei tuoi amici. Il racconto della collega che ha temuto il peggio. Ci vorrebbero 24 ore di servizio non stop e i superpoteri per disperazioni come la tua, B. E non è detto che basterebbe. Noi non abbiamo né le prime né tanto meno i secondi. In compenso, certe volte, ci portiamo dentro, con un po’ di vergogna, le nostre disperazioni da principiante. In bocca al lupo.
è già a volte ci si preoccupa eccessivamente per sciocchezze non pensando che i veri drammi sono altri!