Una fine d’anno un po’ affannata mi porta ad essere esitante anche nei sogni. Oggi per un attimo mi sono immaginata delle valige fatte in fretta e furia e una fuga a Istanbul. Mi sono guardata anche le previsioni del tempo.
Poi mi guardo intorno. Siamo qui, con le solite recriminazioni, i soliti binari, il solito divano. Il solito. Non c’è nulla di male, intendiamoci.
Un giorno, mi piace pensare, tornerò a sognare con maggiore decisione. Al momento mi sento come tantissimi anni fa, a una lezione di inglese: per un gioco che stavamo facendo mi chiesero di gridare forte e scoprii che non ne ero capace. Grido spesso, anche più di quanto vorrei. Ma a comando non riesco, sono come bloccata.
Così sono al momento i miei sogni. Creativi, tenaci, inopportuni, spuntano fuori anche quando non sarebbe proprio il caso. Ma poi, se voglio lasciarli liberi, se ne stanno lì, esitanti e poco convinti. Finisce che non lo so, quello che davvero davvero vorrei.
Come ti capisco