Non una, ma almeno tre volte ha sorriso la dottoressa bionda, di turno la notte di Pasqua e anche la mattina. Non che ne avesse particolare motivo. Nottata di emergenze, mattina di altre emergenze, pazienti molesti quando non del tutto fuori di senno. E infine le è cascato rovinosamente a terra anche il portatile. Però ha sorriso e ho pensato che era bella e che le ero grata.
Se devo essere del tutto onesta, questa Pasqua in ospedale non mi ha tolto granché. Magari quei due o tre giorni di relax. Mai come in questo momento mi viene voglia di quello che non ho. Che poi se inizio a desiderare una cosa stupida, come la colazione salata con la pizza pasqualina, mi ritrovo a contemplare tutte le mie povertà presenti, passate e future. No, non è proprio il caso.
Un abbraccio Chiara, quando ci tocca relativizzare è sempre un piacere/dolore agrodolce.