Sarà la stanchezza. Sarà l’età. Sarà, più probabilmente, l’inevitabile logorio della mente di chi ha intensamente a che fare con un’adolescente. Fatto sta che ho sempre più difficoltà a capire e a farmi capire. “Non ci capiamo”, abbiamo constatato un paio di volte oggi con un collega. Poi si va avanti e a un certo punto si dà per buono di essersi capiti. Sarà così?
Le comunicazioni whatsapp sono il regno del fraintendimento. Per quanto mi ci applichi, non mi pare che funzioni se non per informazioni di servizio. E non si va meglio con i vocali. Non più tardi dell’altro ieri ho scritto un messaggio abbastanza lungo e ponderato. Risultato: la stessa risposta standard che avrei rimediato comunque.
No, non capisco. Alcune cose non le ho mai capite in ogni caso. Altre, tipo le cose che diceva Meryem, fino a un passato piuttosto recente credevo di capirle. E poi c’era tutto quello che non si poteva capire, per definizione: le esperienze dei rifugiati, ad esempio.
Ma ora davvero vedo mille occasioni in cui sono certa di non capire. E allora provo a stare zitta. Non sempre con successo, in realtà.