Surreale

Vivere con un extracomunitario comporta alcuni effetti collaterali. Quella punta di surreale che accompagna la vita quotidiana di uno straniero nel nostro Paese e che, per quanto cerchi di rimuoverlo, eccolo lì: fa sempre capolino. Oggi Nizam è uscito di buon ora, destinazione ufficio immigrazione. Forse i fedeli di questo blog ricorderanno la memorabile gita di famiglia a Tor Cervara, che raccontavo qui. Stavolta la cosa sembrava semplice. Nizam è in possesso di carta di soggiorno, a tempo indeterminato e in corso di validità. Però sulla carta di soggiorno sono indicati gli estremi del passaporto turco. Quest’ultimo è cambiato, sostituito con agevole trafila fatta in gran parte via e-mail da un modernissimo passaporto elettronico. Fin qui la burocrazia turca, che alla fine della procedura gli ha anche mandato una mail augurandogli di “godersi il suo passaporto” (giuro). Quindi sul documento italiano va fatta una correzione. Che sarà mai, ha pensato il curdo, ancora ingenuo nonostante il decennio passato nel Bel Paese. L’unica cosa è avviarsi per tempo, si sa che c’è fila. Alle prime luci dell’alba, si incammina verso il famigerato Ufficio Immigrazione.
Verso l’ora di pranzo, ricevo una strana telefonata. “A che ora esce Meryem da scuola?”. “Alle quattro, perché?”. “Perché il poliziotto qui la vuole vedere”. Faccio un respiro profondo. “Amore, sei sicuro di aver capito bene?”. Ruggito. “Ok, spiegami con calma”. In sintesi: il poliziotto di turno ha deciso che questo “aggiornamento” del documento comporta la verifica autoptica di tutti i requisiti a suo tempo verificati e cioè, in sostanza, l’esistenza della bambina e del reddito. Ma la finezza sta nel fatto che non è sufficiente produrre documenti tipo il certificato di nascita di Meryem, con indicata la paternità e con la foto della bambina. No, bisogna portarla lì, a Tor Cervara (la vorranno interrogare perché confermi che Nizam sia effettivamente il padre?). E, già che ci siamo, devo andare lì anch’io (forse mi chiederanno particolari sul concepimento?). “Quando ti puoi prendere un giorno di ferie?”, incalza il curdo esasperato. Ora: io mi rifiuto di credere che per una correzione di numero di passaporto ciò sia necessario. Di più: molto probabilmente non lo è. Ma allo sportello lì pare che vada così. Ti dicono un po’ quel che detta loro l’ispirazione del momento, allo scopo primario di rimandarti indietro. Io per il momento ho deciso che Nizam non ha fretta di espatriare, per cui per quanto mi riguarda questo delirio è rimandato. Magari è un brutto sogno e tra un po’ mi risveglio in un Paese normale.

8 pensieri riguardo “Surreale”

  1. Chiara, è successa la stessa identica cosa a me quando mio marito ha dovuto cambiare il numero di passaporto sulla sua carta di soggiorno…..!!
    Solo che noi Sara l'abbiamo potuta lasciare tranquilla.
    Io mi sono dovuta prendere un giorno di ferie, andare con lui, fare la fila luuuunga luuuuuunga….e sostanzialmente restarmene li, ferma, senza dover firmare nulla.

    Mi hanno solo voluto vedere.
    Punto.
    E ancora mi chiedo perchè ho dovuto perdere una giornata di lavoro così…
    Hai tutta la mia solidarietà!

    Silbietta sloggata

  2. Purtroppo, chi ha il "coltello dalla parte del manico" in questo caso decide di abusare del proprio potere, a danno di chi gli sta davanti, solo perche' ha un passaporto turco e non (ad esempio) americano.

    Mio marito si indispettisce sempre a vedere che, se sfodera il suo passaporto delle sue origini, succede spesso che venga guardato con sospetto (non solo in italia, anche qui), mentre se sfodera l'altro, quello della cittadinanza acquisita (non italiana), nemmeno si sognano di dargli fastidio.

    😦

  3. Se ti può consolare, assisto quotidianamente a scene del genere ai danni di italianissimi studenti universitari: la segreteria studenti li rimbalza con i pretesti più fantasiosi, pur di non occuparsene. Spesso si limitano a millantare che "è compito della presidenza". Così io perdo un sacco di tempo a reindirizzare gli studenti verso gli uffici giusti, ma loro girano a vuoto come trottole. E dire che pagano. Chissà se non pagassero.

  4. La tentazione di accompagnare Nizam in qualità professionale e chiedere quali sono le basi giuridiche della loro richiesta, ce l'avrei… Solo che l'idea di andare a Tor Cervara mi inorridisce…

  5. tutta la mia solidarietà!! noi oggi abbiamo cercato di richiedere CDS per coniuge di cittadino italiano e ci volevano propinare il kit postale..parliamone….
    prox settimana torniamo alla carica….npn c'è niente di peggio di sapere di aver ragione e trovarsi davanti gente ottusa…..
    lasketta sloggata

  6. E' incredibile pensare che magari il poliziotto  di fianco l'avrebbe fatto senza batter ciglio. E' proprio vero, il potere acceca .

    Il giorno che sono andata a richiedere il passaporto australiano l'operatrice mi ha detto che dovevo portare  un'altro certificato di nascita . Le ho dato il documento che attestava la mia cittadinanza australiana, ma lei ha detto che non era sufficente per verificare la mia origine. Perche' immigirazione e passaporto sono due cose completamente diverse e non condividono data. ahahah
    Al tempo ,per ottenere la cittadinanza dovetti provvedere almeno 2 certtificati di nascita italiani….no comment.

    Poi ho chiesto di parlare con la manager e il problema si e' risolto li', su due piedi. Non era necessario un'altro certificato. te pareva.

  7. mmmhh … non credo si ritornera' ad essere un paese normale, purtroppo.
    forse le cose stanno finalmente prendendo la piega giusta ma da li' a scacciare tutta l' ignoranza e la burocrazia che ci sono mi sembra durissima.
    resisti! o espatria per non tornare piu'! (io vorrei tanto farlo)

    un abbraccio, paola

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