Il titolo della giornata di oggi mi ha fatto ricordare una lettrice di ebraico moderno le cui lezioni frequentavo con una certa timidezza, a causa della mia imbranataggine con le lingue vive (preferisco di gran lunga quelle morte). “Im lo ani li, mi li?…. ” Vi risparmio la citazione completa, passo direttamente alla traduzione, un po’ approssimativa: “Se a me non penso io, che ci penserà? E quando sono sola davanti a me stessa, cosa sono io? E se non ora, quando?”. Alla fine, esitante, sono andata alla manifestazione. Ho trovato esattamente quello che pensavo di trovare. Gratificazione di massa, bella gente, bei cartelli spiritosi. Ma sempre questa strisciante sensazione di coreografia. Mi ero aggregata al coro composito e autoconvocato che si proponeva di cantare il Dies Irae, con tanto di direttore e strumenti. Una bella idea. Che purtroppo non è stata valorizzata abbastanza, a mio parere. Quella musica a palla dal palco, un “People have the power” che a me è parso un po’ stonato dopo il minuto e mezzo di silenzio. Prima, addirittura, un improbabile Que sera sera. Dal format televisivo non si esce, nonostante la marea umana vera, sincera, profondamente dignitosa. In questa dimensione collettiva la mia solitudine mi sta proprio stretta. “Im lo ani li” e quel che segue.
no, il problema non è che non si riesce ad uscire dal format televisivo.
il problema è che una manifestazione organizzata in questi termini, non è stata gestita davvero dai movimenti femministi che non hanno un centesimo. ti lascio immaginare quindi chi davvero c'era dietro.
ti dico solo che ho beccato D'Alema.
orrore, io non ho mai manifestato insieme a lui alcuna idea. come è possibile che eravamo insieme?
qualcosa non andava.
sono andata solo perché io voglio dimostrare che io vado sempre alle manifestazioni di dissenso, mentre altre non se ne fregano mai.
ma per me rimane una manifestazione moralista, e non di genere.
ripiegare sul costume quando c'è un serio problema politico in italia, è comunque un modo vile (ovvero da PD) di provare a manifestare contro il governo.
e basta così.
scusa, tutto questo entusiasmo mi irrita, e soprattutto mi sembra l'entusiamo delle novità che tra qualche settimana si spegne.
ed alle prossime manifestazioni ci ritroviamo le solite 10.
ovviamente mi auguro il contrario.
mannaggia non sapevo del coro!
alessia
Io son di Venezia. Da noi, tutti in Campo Santa Margherita. E forse sono ingenua, ma a me è piaciuta un sacco tutta questa gente, di solito disinteressata, che si riuniva semplicemente disgustata da ciò che sta succedendo nel nostro paese. Senza tanti distinguo o questioni di lana caprina. Che si era lì, tutti insieme, uomini e donne, per trovarsi d’accordo nel dire BASTA!
Noi, tutta questa coreografia , non l’abbiamo patita, che anzi un po’ di organizzazione in più non avrebbe fatto male..chi parlava da palco parlava praticamente da solo, perchè dopo le prime file non si sentiva nulla..
deb