Di cembali, campagne toscane e pipperi

Mentre attendo che gli ultimi temerari si cimentino nel giveaway più impegnativo del web, inizio questa nuova settimana con maggiore consapevolezza e un sostanziale miglioramento: da oggi i miei post avranno un titolo (con qualche difficoltà ho capito come abilitare questa funzione). Non per nulla mia figlia per tutto il viaggio verso la Toscana mi diceva: "Sei stata illuminata!".

Penso che la formula migliore per raccontare il social weekend di genitori blogger e relativa prole a cui ho partecipato sia senz'altro il foto-post. Peccato che mi sia dimenticata la macchina fotografica a Roma. Allora provo ad ovviare alla meno peggio, fermando qualche immagine a parole, in ordine sparso.

Cembali, percussioni e danza del ventre. Estemporaneo spettacolo con il coinvolgimento di madri, padri, figli e passanti. Mia figlia, ovviamente, fondamentalmente saltellava come una tarantolata. Almeno fino a quando è corsa a salutare gi asini ed è sprofondata in una pozza di fango perdedo una scarpa. 

La prova ordalica della piscina. Calduccio sì, ma siamo sempre a maggio. Gli under 10 non hanno esitazioni. Sguazzano starnazzando come anatroccoli. Peccato che la mia pretenda di essere accompagnata. Io, sentendomi in colpa per aver bucato i braccioli incastrandoli nella cerniera dello zaino, ottempero. Un bel momento. 

La serata karaoke, interpretata da Meryem come "la discoteca" (Nizam, a questo racconto, ha inarcato vistosamente il sopracciglio). Insospettabili madri di famiglia (oddio, magari non proprio insospettabili) hanno dato il meglio di sé, vuoi direttamente (menzione speciale all'interpretazione di "Grande, grande, grande" regalataci da Flavia) che per interposta persona ("Di chi è il bambino che ha chiesto Caparezza"?). Meryem, manco a dirlo, si è lanciata nelle danze, inginocchiandosi a raccogliere gli applausi dopo ogni performance. "Ma fa danza?". No, è che la disegnano così.

E poi un sacco di chiacchiere random. Parlare di rifugiati e acrocori a bordo piscina. Sputtanare San Girolamo a colazione. Sentirsi dire: "Da quando ti conosco, mi sento meno strana". Provare, per la prima volta, la sensazione che fare gruppo, qualche volta, funziona eccome. Che ti puoi inerpicare per una scala a chiocciola serenamente, mentre tua figlia razzola con i figli di qualcun altro.

Unico neo: la Guerrigliera sentiva la mancanza del suo papà. Che però stamattina si è prestato ad assistere a un saggio di musica concepito, probabilmente, per fare espiare ai genitori le gioie effimere del weekend. Insegnante di musica di probabile origine bulgara. Programma di dieci voci, la cui lunghezza da sola era sufficiente a far scorrere rivoli di sudore freddo sulle tempie dei genitori lavoratori. Direzione inflessibile, che prevedeva replica ogni qual volta l'esecuzione non si rivelava soddisfacente (nota bene: si trattava di 26 ragazzini in pochi metri quadri, distratti da orde di genitori, nonne e zie). I pezzi erano di natura decisamente eterogenea: il lungo esordio prevedeva la "danza dei pianeti" accompagnata da melodie contemporanee dodecafoniche che i nostri figli erano sollecitati a riprodurre. Poi, fortunatamente, si è virato su extraterrestri, trenini e palline rimbalzine, per culminare con una canzone brasiliana, con agitamenti di mani e di sederini. Vabbè. Lei però era fierissima. Tra un pippero e l'altro ci salutava con la manina e ripeteva a destra e a sinistra: "Lo vedi quello? E' il mio PAPA'!!!!". Il quale, pur con qualche mancamento, è sopravvissuto e alla fine era persino contento dell'esperienza. 

6 pensieri riguardo “Di cembali, campagne toscane e pipperi”

  1. 🙂
    stupende, siete! Spero ci siano altre occasioni per parlare di rifugiati e tutto il resto! Baci a tutte!
    (ahah, ce la vedo la faccia di tuo marito quando la figlia dice che è stata in discoteca)
    polly

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