Oltre ogni immaginazione

Ci sono dei momenti in cui questo Paese mi sconcerta davvero. Seriamente. No, non sto parlando di “politica”. No sto parlando nemmeno di economia. Parlo proprio della testa della gente. Negli ultimi mesi qui in ufficio ci stiamo occupando di trovare tirocini per rifugiati che vivono in Italia. In sostanza, paghiamo corsi di formazione che offrano la possibilità di fare un’esperienza di lavoro, nella speranza che qualcuna possa concretizzarsi in un’opportunità più stabile. Nella sola giornata di ieri, abbiamo collezionato le due perle che vado a raccontarvi.

Perla 1. Un ragazzo eritreo in patria lavorava come saldatore. Un’azienda romana da noi contattata, impressionata dal curriculum, lo prende come tirocinante. Poco dopo ci confermano che è un elemento validissimo, più di molti di quelli che hanno attualmente in organico. Finiti i quattro mesi previsti, ci chiedono di prorogare il tirocinio. “Sa, non possiamo proprio fare a meno di lui”. E qui nasce il primo intoppo: se non potete fare a meno di lui, sarà il caso che gli facciate un contratto di qualche genere e cacciate voi i soldi per pagarlo. Mentre si tratta, viene fuori il secondo intoppo. Il ragazzo ci viene a  raccontare che non vuole restare lì, neanche se lo pagassero. Pare che uno dei colleghi abbia l’abitudine di chiamarlo “cioccolatino” e che, negli ultimi giorni, in seguito alla sua indisponibilità a continuare a lavorare gratis sine die, il clima sia peggiorato ulteriormente. Ci riferisce una frase che ci sconcerta. Decidiamo di chiedere spiegazioni agli interessati. Loro minimizzano. Mica si sono menati. Giusto qualche motto di spirito tra colleghi. E, come esempio del motto di spirito, ci riferiscono, candidi, la frase incriminata: “Vai a prendere quei ferri, che sono brutti e neri come te”.

Perla 2. Andiamo a iscrivere una donna rifugiata a un corso come receptionist. Si tratta di una signora laureata, che parla correntemente inglese e francese, oltre all’italiano. La responsabile dei corsi storce il naso. “Ma non sarà mica nera?”. La mia collega sgrana gli occhi. Lei continua, serena: “Perché sa, molti alberghi Romani su questo hanno una precisa politica: niente neri alla reception. E’ un lavoro delicato, capisce. E’ normale che si scelga una linea. I neri possono fare i facchini, o magari la pulizia nelle stanze. Ma a contatto col pubblico meglio di no”. Che poi è già un’opportunità. I rumeni, ad esempio, secondo la signorina sarebbero esclusi a priori da qualunque ruolo professionale. “Magari sono anche brave persone. Ma sono sempre rumeni”. Ora, va da sé che la signorina non ci darà mai la lista degli alberghi romani che (in modo assolutamente ufficioso, evidentemente) adottano questa politica. Ma noi la signora al corso per pulizia delle camere non ce la iscriviamo.

5 pensieri riguardo “Oltre ogni immaginazione”

  1. La testa della gente è stata talmente riempita da paura e terrore, e le tasche della gente sono state talmente svuotate, che la gente si sente autorizzata a dare il peggio di sé. Succede in tutte le città, ma sull'ottimo 64 (l'unico autobus che prendo, una certezza per me che mi perdo sempre a Roma) mi è capitato di sentire cose davvero imbarazzanti. E, si sa, cambiare la testa della gente è facilissimo, o difficilissimo.

    lorenza

  2. Già. E poi mi stupisco che la nonna di Luca non abbia voluto conoscere mia cognata ivoriana. Quello che dovrebbe stupirmi è mio nonno, un ignorante macellaio che non si è neanche posto il problema di sedersi a tavola a Natale con due signore nere (mia cognata e sua sorella) e anzi, ha provato pure a fare il galante.
    Sono disgustata.

  3. l'unica cosa che si può fare è "lavorare" con i propri figli, o con i nipoti, o con i figli degli amici, per educarli all'accoglienza e alla solidarità…solo così potremmo sperare in un paese migliore… ma non ci possiamo distrarre… ogni giorno, in ogni incontro, sempre…

  4. Si! Ci sono cose… troppe cose!
    Purtroppo non è sempre la testa della "gente". La cosa peggiore è che la gente, gli italiani siamo anche noi.
    Che casino

  5. A parte lo schifo per questi due episodi, quasi tutte le reception degli alberghi sono vietate anche a donne che si devono truccare perché sono troppo pallide ma che hanno quarant'anni e un figlio, oltre a una laurea, un master, un tirocinio come receptionist, svariate esperienze a contatto con il pubblico e 4 lingue parlate. E la mitica frase "guarda che fare le pulizie (che però si dice housekeeping, fa più figo) è un lavoro interessantissimo!" è più frequente di quanto dovrebbe…

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