Intanto i fondamentali. Parliamo di arancine. L’arancina è femmina. Se non lo è, i casi sono due: o vivete sul Continente (ma potete essere educati, ad esempio con questo post), o siete della parte sbagliata della Sicilia (in tal caso, spiacenti, ma siete destinati alla dannazione eterna. adieu). Altro elemento: l’arancina è, di sua natura, esagerata. Se siete inclini alla morigeratezza, cambiate post. Potreste non sopravvivere.
Disclaimer: Mi sembra superfluo precisare che non sono una foodblogger. Se mi vedete dal vivo, escludereste a priori che io sia una fashion blogger (assolutamente a ragione). Allo stesso modo, se siete anche solo stati digiuni a casa mia potreste dire con altrettanta sicurezza che io e l’arte culinaria abbiamo poco in comune. Il maestro del seminario “Arancina, Do it yourself” nel fare la spesa non ha omesso di acquistare nemmeno la farina e l’olio. Questa è la considerazione in cui tiene la mia dispensa (e, anche qui, assolutamente a ragione). Quindi per domande e precisazioni, farete in modo di mettervi direttamente in contatto con lui.
I preliminari. Dovrete predisporre, con congruo anticipo, gli elementi costitutivi: risotto, ragù e “besciamellona”. Il tutto in quantità irragionevoli. In cofane pantagrueliche. Non deve avanzare, deve invadervi casa per giorni. Altrimenti non si crea la giusta atmosfera di opulenza che la cucina palermitana richiede. Il risotto lo preparerete allo zafferano, secondo la vostra solita ricetta. Abbiate solo cura di soffriggere abbastanza e di far ammappazzare (non è un termine tecnico, ma credo immaginiate cosa intendo) il riso per 24 ore circa. Il ragù deve essere condito, con piselli e ogni sorta di roba che vi sembra utile alla bisogna (il soffritto, va da sé, è indispensabile). Sul besciamellone non vi saprei dire molto, se non per il fatto che contiene farina, latte, molto burro, tocchi di prosciutto crudo e cubotti di mozzarella. Qui Pietro, in un commento, potrà darvi lumi.
La squadra. Volete tentare l’impresa? Vi serve un team qualificato. Noi abbiamo provato con minoranze etniche quali assiriologi, ittitologi, biblisti. Si sono rivelati all’altezza della situazione (ovviamente alla friggitrice abbiamo collocato strategicamente un non umanista). E poi, ovviamente, serve un capo (meglio se indigeno), sufficientemente assatanato e sadico. Astenersi democratici.
L’assemblaggio. Descriviamo ora il procedimento. Formate una palla di riso, non troppo piccola (per carità). Scavatela al centro e farcitela con l’uno o con l’altro ripieno. Infarinatela accuratamente. Immergete in rosso d’uovo sbattuto. Rotolate la palla nel pan grattato. Ultimato il processo, friggete con decisione. Et voilà, il gioco è fatto. Più che una cena, un’arma impropria. Adatto a satollare grandi e bambini. Per varie generazioni.
Volete cimentarvi anche voi? In bocca al lupo. E per qualsiasi dubbio, scampanellate Giammellaro. Il boss delle arancine è lui.
Non so bene in quale fase della mia eterna dieta, ma quest’impresa dovrà essere tentata ANCHE a casa mia… qualcosa mi dice che i dì di festa prossimi futuri, capodanno in testa, verranno così nobilmente impiegati.
Intanto copio la ricetta (ricetta?!) e metto al pizzo
GRAZIE!!!! mi ero sempre chiesta come si facevano! ne ho mangiate di meravigliose solo a SALINA…. tutte le altre erano troppo “ammappazzate!. GRAZIE di cuore, un giorno, giuro, mi cimenterò!
ti prego, mi stai facendo morire dal ridere.
a parte immaginarmi un tuo fashion blog che già ha aperto un mondo di risate, la frase “Noi abbiamo provato con minoranze etniche quali assiriologi, ittitologi, biblisti.”, immaginando miei attori dove tu hai messo i tuoi mi ha definitivamente squartato il mondo dell’ilarità.
credo che andrò avanti a ridacchiare per l’intero weekend.
e… si, prima o poi proverò anch’io!
grazie, davvero, mi ha rischiarato la serata
Mamma mia sto sbavando… Sembrano semplicemente favolosi, proverò assolutamente la tua ricetta, grazie 😀
Una sola cosa mi stupisce (perchè ormai neanche io batto ciglio di fronte a cani viola): TU hai una friggitrice???
Ormai mi sono sposata da un pezzo, se no avrei tentato di circuire il Giammellaro.
L’ho comprata a mezzi con mia sorella in occasione della precedente Arancina night. E’ stata dunque usata due volte in tre anni….
Quando il gatto non c’è le tope ballano?
Si struggeva per l’assenza del curdo… A me sembra che questo deve spicciarsi a tornare a casa, piuttosto…
Cavoli ma io dov’ero? Perchè non sono stata inclusa tra le minoranze etniche?
Forte questa cosa delle arancine femmine, ero convinta di dicesse al maschile.
Proverò anche io…
e grazie a tutti per la condivisione della ricetta!!!
notte
sto morendo dal ridere …
commenti esplicativi domani
Per fortuna che l’ho letto questa mattina e non ieri sera quando il menù è stato aglio-olio-e-peperoncino. Buona per cairtà, Ma non c’è gara. Bellissimi, le minoranze, gli ingredienti, i passaggi e chiaramente anche gli arancini!
BellissimE!!! 😀
esilarante ….. !!!
e poi sì assolutamente sì : l’arancina è femmina !!!!
… ma… e GLI arancini di Montalbano? sono confusa.
Un abbraccio,
Elisabetta
Attendiamo una replica dall’esperto 🙂
Ottimo, mi salvo il post!