Pensieri agitati

Se dico sostituzione etnica che pensate? Se si googola, tutta la prima schermata è occupata da deliranti teorie complottistiche sull’immigrazione ai danni dei popoli europei, argomentate da Magdi Allam e simili.

Ma gli scambi di popoli, ratificati da trattati internazionali, si sono fatti eccome. Tra Grecia e Turchia, ad esempio, e gli strascichi sono vivi ancora oggi. I cristiani dell’Anatolia vennero trasferiti in Grecia, mentre i cittadini greci di fede islamica furono trasferiti in Turchia. Tale vicenda coinvolse circa due milioni di persone e fu ufficializzata con il Trattato di Losanna, sottoscritto dai governi greco e turco.

Per guardare ancora più vicino a casa nostra (anzi, dentro), il Trattato di Parigi del 1947 prevedeva la perdita automatica della cittadinanza per tutti i cittadini italiani che, al 10 giugno 1940, erano domiciliati nel territorio ceduto alla Jugoslavia, fatta salva la facoltà di optare per la cittadinanza italiana entro il termine di un anno dall’entrata in vigore del trattato stesso. Alla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, peraltro, si dava facoltà di esigere il trasferimento in Italia dei cittadini che avessero esercitato l’opzione suddetta, entro un ulteriore anno. Tale clausola, di cui la Jugoslavia si avvalse, determinò l’abbandono della propria terra da parte di chi avesse optato per la cittadinanza italiana e chi emigrava non poteva portare con sé né denaro né beni mobili. Chi non rientrava in Italia rischiava di rimanere apolide. I confini li sposta la guerra (o gli accordi tra potenti che la seguono), i cittadini devono cambiare di conseguenza. Altrimenti, si spostassero.

Questi cupi pensieri di confine e conflittualità etnico-religiose mi vengono in mente oggi a proposito di un altro confine assai rilevante per i rifugiati oggi: quello tra Turchia e Siria. Leggo dell’intervento turco nell’area curda (non saprei come definirla: territorio occupato dai curdi? difeso dai curdi? a alta densità curda?), con relativa strage di civili e di militari. E allora mi viene in mente che domani, chissà, quella zona “pacificata” potrebbe diventare la “safe area” della Siria dove far tornare i rifugiati siriani dal Libano e dalla Turchia, un obiettivo che quei due Stati certamente condividono con l’Unione Europea. Il risultato sarebbe una sostituzione etnica, di fatto. Uno scambio di popolazioni, in un certo senso. Con la differenza che non mi è ben chiaro dove dovrebbero cercare asilo o chiedere cittadinanza i curdi. A occhio non in Turchia.

Mi torna in mente anche Ritorno a Haifa, di Ghassan Kanafani. Lo avete letto? Quando si sostituiscono vittime con altre vittime, intrecciando e aggrovigliando soprusi e sofferenze, non finisce mai bene.

4 pensieri riguardo “Pensieri agitati”

  1. Confesso che per prima cosa mi sono venute in mente le pulizie etniche. Quando poi sono andata avanti a leggere mi è venuto in mente l’Alto Adige, anche se magari non calza. Grazie per la segnalazione sul film, lo cercherò.

  2. Ehi, c’è almeno un’altra persona che ha letto Ritorno a Haifa 😀 Una storia semplice e lucida su storie per niente semplici da sciogliere, confuse perché il passare del tempo e il sovrapporsi di torti e ragioni giocano a sfavore della chiarezza e delle soluzioni che rispettino gli esseri umani… credo anch’io che andrebbe conosciuto di più, come anche Uomini sotto il sole, peccato nn si trovino tanto facilmente

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