Questa era una buona sera per vedere Red con Meryem e sono stata contenta che me lo abbia proposto. Perché in almeno tre momenti nel corso della giornata, anche se non lo sapevo ancora, mi sono trovata a controllare il respiro per evitare che mi spuntasse la coda pelosa del panda rosso.
In uno di questi tre momenti, ad essere onesti, un artigliata verbale mi è sfuggita. Ma mi consola pensare che in fondo tanti lo sanno e questo film lo racconta proprio bene: essere donna e dunque figlia femmina e madre di figlia femmina non è uno scherzo.
Aspettative, docilità, obbedienza. La mia adolescenza è stata molto caratterizzata dal compiacere i miei genitori, abbastanza pedissequamente. Non so se ho davvero mai disobbedito, visto che quelle che ricordo come trasgressioni oggi fanno solo sorridere e difficilmente potrebbero essere considerate tali.
E quindi, almeno in alcuni aspetti rilevanti, a Meryem ho voluto dare la libertà e la leggerezza che io non ho mai conosciuto. Non me ne pento, ma non è una passeggiata. Non lo è stato in questo weekend che si è appena concluso, ma non lo è quasi mai, dalla scorsa estate. Perché, come dicono le serie americane, “it comes with a price”.
Proprio oggi leggevo del fatto che la corteccia cerebrale degli adolescenti non si sviluppa del tutto fino a 25 anni e dunque per quanto svegli siano, non ci si può aspettare che non siano avventati e a volte completamente fuori spazio tempo. Chissà se ho capito bene. Tuttavia una cosa è certa: a questa età la libertà non sono capaci di gestirla. Ma ciò non toglie che, guardando coraggiosamente avanti, questa libertà bisogna secondo me dargliela comunque, tenendosi pronti a raccogliere i cocci.
Ne ho raccolto un pochino di cocci negli ultimi mesi, ma questo ovviamente non mi dà il diritto di intromettermi. E allora guardo, consapevole di non capire, incapace di tenermi sul serio ad distanza, ma allo stesso tempo oggi accusata di essere stata poco accogliente se non addirittura scostante.
E poi si ricomincia, di errore in errore, soffiando via le nuvole rosa di polvere e di pelo che a volte ci offuscano la vista, sperando di essere capace di essere fiera di lei perché si allontana, essere capace di frenare il mio istinto di trattenerla e così di intrappolarla.
Mi guarderà mai con quella empatia e comprensione che il film lascia intravvedere? La cosa più dura è leggere il giudizio negli occhi degli adolescenti, il disprezzo noncurante di chi ti vede solo patetico. In quei momenti la zampata è sempre in agguato