Ripartire

“Ma ti rendi conto che luglio è quasi finito?” Sarà per il trauma della pandemia, come leggevo ieri in un articolo, sarà per il cambiamento climatico che ci prostra, ma quest’anno il tempo pare avere una densità tutta diversa. Corre, ma lascia solchi di stanchezza. In ufficio ci guardiamo con occhi assenti, tutto con il desiderio forte di mollare tutto, almeno per un po’. Per un bel po’.

Eppure, onestamente, credo che non sia questo il momento di lasciarsi andare. Piuttosto devo capire in cosa vale la pena di investire energia. Qualche settimana fa un’amica mi ha chiesto cosa accende ora il mio cuore, cosa mi fa sentire eccitata e entusiasta. Come direbbe Lucifer, che cosa desideri veramente? Io l’ho guardata sopra il mio pollo indiano superpiccante e ho risposto: “Nulla, temo”.

Non è da te, ha commentato lei preoccupata. Già, non è da me. E allora ci sto provando a rimettermi in movimento. Il mio metodo è sempre lo stesso: mi lancio in qualcosa di improbabile, smuovo le acque, rompo il meccanismo della prevedibilità e aspetto. Magari qualcosa succede. E magari anche stavolta ha funzionato.

Quindi ora bisogna essere conseguenti e provare a esplorare qualche strada nuova. Anche se fa caldo e il disincanto aleggia su di me insieme all’umido e alle zanzare di queste serate romane insolitamente silenziose.

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