Challenges

Una giornata da dimenticare. Meryem pare abbia deciso di smettere per sempre di ascoltarmi. Una roba da impazzire. Aggiungiamo un paio di vecchie abitudini riemerse con la bella stagione, tipo la sveglia alle 6 scarse del mattino. Ultimo tocco: ha deciso che non vuole più il pannolino di notte. Ok, legittimo. Peccato che, le piaccia o no, non è pronta, forse anche perché continua ad andare a letto (o, se non la metto a letto, a crollare addormentata) non più tardi delle otto e mezzo. Per quanto ritenga che sia più saggio aspettare che riesca a svegliarsi con il pannolino asciutto, ho deciso di cedere a questa sua esigenza (aggiungendo quindi quelle simpatiche due alzate pipì di cui farei volentieri a meno). 
Però stasera, mettendola a letto, credo di aver capito una parte del problema. Si parlava della giornata trascorsa, commentando insieme i momenti più critici e le relative punizioni che ha vinto. Meryem a un certo punto osserva: "Però tu non mi obbedisci!". In che senso, Guerrigliera? "Vedi mamma: quando io parlo io ti dò le regole. Ma tu non le segui". Conto fino a dieci e poi spiego. Non so se ha capito tutto, ma il concetto era: tesoro, dare le regole è una responsabilità e fa parte del mio lavoro di mamma. E' il mio lavoro, non il tuo. E considerati fortunata, perché non è un lavoro divertente. Lei pare aver colto e mi racconta di quando si è spaventata perché Silvana la spingeva troppo forte sull'altalena. "Lo avevo detto io di spingermi più forte. Però mi ero sbagliata". Ecco, appunto. Poi si parla della sicurezza in macchina, una delle croci di oggi. Si disquisisce dell'impossibilità di sedere davanti, le faccio notare che non lo fa neanche il cuginetto di 7 anni, che pure è più alto di lei. Le spiego che quando sarà alta come la cuginetta grande, allora potrà. E che quando sarà grande come i cuginoni figli di zia Vittoria, potrà anche guidare. Ma ora no. Capisco che si divertirebbe di più, ma se poi succede qualcosa sarebbe responsabilità mia. E allora il lavoro della mamma, in questo caso, è dire no,senza trattative. "Ma quando ti dico che voglio vedere i cartoni mentre stai cucinando tu mi senti?". Tesoro, mamma ti sente sempre. Poi pensa se può accontentarti o no. Magari ti dice "Non ora". Che non è come dire no. Vuol dire che ti ho ascoltata, che so cosa vorresti e che cercherò di accontentarti nella misura del possibile, ma magari in un momento più appropriato. 
Una discussione estenuante, ma che mi ha lasciato almeno l'illusione di aver fatto qualche progresso. "Mamma, quando andiamo in Sardegna ti prometto che mi siedo dietro con la cintura". Ci mancherebbe altro. Ma per questa performance con la Guerrigliera mi merito una menzione speciale nella campagna Se lo ami, legalo.

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8 pensieri riguardo “Challenges”

  1. meraviglioso post! anche la mia grande è una Guerrigliera e quanto ad ascolto …ho tante difficoltà, per non parlare di regole…punizioni… Mi sembri molto equilibrata, che bella discussione che hai avuto con la tua bimba! Mi ispirerò a te, ma devo lavorare sulla mia pazienza…

  2. Va detto, per dovere di cronaca, che erano passate svariate ore dai fatti. Là per là le ho dettodi tutto e l'ho mandata in camera sua, dove ha dormito un paio d'ore (o fatto finta, per rappresaglia?).

  3. Siamo donne e non sante e ti assicuro che i bambini troppo svegli che cercano i propri limiti (e che è il nostro lavoro dargli, però delle volte la miniera è più facile) stancano, non c' è altro da dire.

    I miei, per dirne una, mi sfiniscono di contnuo, però vuoi mettere la soddisfazione di ptoerci fare queste belle chiacchierate? A loro piacicono i ragionamenti o almeno le parabole. E tu sei bravissima in entrambi.

    Baciotto,
    mmsrtdrm

  4. Che brava sei stata a trasformare la tensione in opportunità.
    Io con Amelia ho il problema opposto: vuole fare cose "da grandi" ma non riesce ancora a seguire una spiegazione più complessa di tanto, certe dinamiche proprio le sfuggono. A volte mi preoccupo, altre volte mi incazzo perché mi sembra che non ci provi nemmeno. Poi mi ricordo di chi è figlia, e mi rassegno.

  5. Sentire vacillare l'autorità sembra sia una prerogativa dell'estate.
    Anche io sulle cinture sono diventata più intransigente… però è difficile anche sentirla piangere fino quasi a vomitare.

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