Sono tornata dalle vacanze ricaricata e soprattutto traboccante di motivazione. Dopo oltre tre anni ho trovato la spinta che cercavo: mi metto a dieta. Prima cosa, dunque: procurarsi una bilancia. Non ricordo più dove avevo sepolto la precedente, comprata nel luglio 2008 per analoghi propositi, poi andati in fumo. Il punto è che, quando lo zelo ti viene tutto insieme il 14 di agosto, ci sono alcuni inconvenienti pratici da affrontare. E non parlo della grigliata di Ferragosto, che infatti non era in programma (ho pranzato con una buona dose di verdure bollite). Parlo dei negozi chiusi. Solo ieri sono riuscita a mettere piede da Trony, dove – dopo una litigata con mia figlia, che voleva che comprassi una costosa bilancia di Hallo Kitty – mi sono aggiudicata uno strumento apparentemente sofisticato, con tutte le diverse letture e percentuali che probabilmente non capirò mai e che comunque ignorerò. Resa previdente dall'entusiasmo del neofita, ho anche acquistato batterie in quantità esagerata. Ma quella snob della bilancia nuova (che, per inciso, già odio: mi regala un chilo e mezzo in più di quella di mia madre) pretendeva una roba alcalina da 9v, di forma rettangolare. Mi ci sono volute ventiquattrore di peregrinazioni e un acquisto rivelatosi erroneo presso un improbabile negozietto di cinesi in via Arenula per riuscire a mettere le mani, pochi minuti fa, sul pezzo giusto.
Il secondo step prevedeva l'iscrizione a una fantasmagorica palestra ubicata giusto sul tragitto casa-lavoro e aperta anche il sabato e la domenica. Oggi però, passandoci davanti, ho visto che è chiusa per lavori. A questo punto mi auguro che sia una ristrutturazione finalizzata al posizionamento di nuovi avveniristici strumenti sciogli-ciccia e non la trasformazione dell'esercizio in una gigantesca rosticceria a sei vetrine. Un po' di collaborazione, orsù!
P.S. Per l'occasione, ho rispolverato un mitico blog collettivo, creato da Slim nel lontano 2008, dall'evocativo titolo "Vade retro, adipe!". Chi volesse unirsi, mi faccia un fischio!