Quando ho iscritto Meryem alla scuola materna ho assunto come dato di fatto che le classi erano composte da bambini di varia età . A dirla tutta, dovevo il mio inserimento proprio a questo. In una classe che si era formata l’anno precedente, casualmente del tutto omogenea, si erano quell’anno liberati tre posti, uno dei quali è toccato a noi. Meryem, con altre due bambine di 3 anni, si è andata quindi ad aggiungere a una classe composta da 23 bambini di 4 anni.
Delle classi miste, fino a quel momento, mi ero fatta un’impressione del tutto positiva. Le associavo a un’impostazione vagamente montessoriana e, nel nostro caso, per Meryem gli stimoli sono arrivati forti e chiari. In poche settimane faceva disegni degni di questo nome e adesso, all’inizio del secondo anno, è capace di scrivere sotto dettatura e qualcosina anche senza dettatura (non fate commenti, vi prego, sulla prima frase che ha scritto autonomamente in modo corretto).
Meryem comunque non si è mai sentita a disagio, mi pare, rispetto ai suoi compagni. Del resto è più alta di molti di loro e ce l’ha fatta tranquillamente a stare al passo con gli altri. Non mi pare che viva pressioni particolari. Giusto ieri mi annunciava che ha finito il libro delle attività dei 4 anni e ha iniziato quello per i 5 anni (sarà vero? Il dubbio non è motivato dalla mia poca fiducia nelle mie capacità , ma dalla mia certezza che non le farebbero mai iniziare un libro che non mi abbiano fatto acquistare PRIMA. Ma non divaghiamo). Quest’anno ci sono stati tre nuovi inserimenti, di bambini di 3 anni. Meryem mi racconta che tocca a lei e a altri più grandi accompagnarli per mano, immagino quando vanno in cortile (si lamenta che le scappano!) e, in generale, fare da tutor ai più piccolini in vari momenti. Mi sembra utile e positivo e certamente questa esperienza la coinvolge. Certo, l’anno prossimo il cambiamento sarà più massiccio, in termini di sproporzione numerica. I nuovi inserimenti saranno un totale di 20 su una classe di 26.
A questo punto, confesso, che mi sono messa a ripensare a questa cosa delle classi miste, anche sollecitata da altre amiche che hanno scelto o subìto la stessa esperienza. C’è qui dice che non funzionano comunque, c’è chi dice che non funzionano se – come pare avvenire – le maestre non sono molto ben preparate a gestirle. Mi segnalano che alla fine i coetanei formano gruppi separati e alla fine la maestra è costretta a lavorare separatamente con ciascun gruppetto. C’è chi, come me, resta possibilista, ma con qualche perplessità di tanto in tanto. Io non ho la sensazione che nella classe di Meryem ci siano gruppi separati, né che la cosa non funzioni, ma sarà ancora così quando Meryem si troverà solo con bambini più piccoli? Mi rifiuto di entrare nel trip “non la prepareranno adeguatamente per le elementari” (cosa che qualche mamma ha già detto), ma il timore che finisca con l’annoiarsi si insinua subdolo nella mia mente.
Voi cosa pensate della classi miste? Qual è la vostra esperienza? La classe mista stimola la competizione positiva? O, come dice qualche mamma, priva i bambini dell’attenzione specifica che ogni età meriterebbe?
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Nella mia zona le classi miste sono la normalità , però i bambini fannò alcune attività in gruppo e altre separati per età io in questi quasi tre anni di scuola materna non ho mai avuto difficoltà , solo quest’anno vedo che fà gruppo con bimbe/i della sua età ma prima giocava indifferentemente con bambini di tutte le età e ho notato più o meno le stesse cose che noti tu : un forte stimolo di imitazione dei più grandi , infatti anche Valentina scrive alcune parole e disegna tanto e un altrettanto forte stimolo ad essere di esmpio per i più piccoli .
Ho avuto esperienza di entrambe, e secondo me come al solito tutto dipende dal numero di bambini, dall’organizzazione generale e dalla preparazione delle maestre. Se i gruppi di età sono abbastanza equilibrati (un solo bambino grande in una classe di piccoli starà male, come anche il contrario) la classe mista è sicuramente un buono stimolo, soprattutto per i molti bimbi che non hanno fratelli o cugini con cui condividere una quotidianità . Si impara ad essere pazienti con i piccoli, ad accettare che i più grandi sappiano fare cose diverse, a relazionarsi con tutti. Va da sé che al momento di scegliere l’amico da invitare a casa in genere si preferisca il coetaneo, ma la convivenza in classe è una cosa diversa. Sulla preparazione alle elementari, direi di stare tranquilli. Non devono svolgere il programma delle elementari, ma semplicemente essere accompagnati più da vicino in quello che naturalmente, e sottolineo naturalmente, i bambini di questa età sono portati a fare. Ovvero colorare, ritagliare, a vere consapevolezza dello spazio, di sé degli altri e tanta curiosità per alfabeti, storie e grafie.
Tua figlia, come spesso accade a bambini biculturali e/o bilingue e a quelli che hanno geniacci tra i parenti di sangue diretti, mi ha sempre dato l’ impressione di una bambina molto avanti perla sua età , quindi rilassati e aspetta di vedere come se la cava. Sulle classi miste il miglior bene possibile anche se a volte quando si arriva al punto che sei sveltino di tuo e sei pure tra i più grandi, rischi di annoiarti se le maestre non ti trovano qualcosa di stimolante da fare (e sennò le metti tu un bel libro in cartella). I miei sia al nido che fino ai 6 anni erano in classi miste, quest’ anno Orso ci si è ritrovato sia a scuola vecchia che a scuola nuova, tra i grandi ed essendo lui il piccolo di casa noto sempre che `e molto attento ai più piccini e spesso preferisce giocare con loro e occuparsene, magari la cosa lo fa sentire grande per una volta. L’ altra sera mi ha spiegato che i bambini da 0 a 2 anni amano molto il gioco del cucù (l’ aveva fatto tutto il pomerigigo al cuginetto di 9 mesi). Questa cosa mi ha sorpresa molto perchè o l’ ha sentito dire e ripetuto, o l’ ha davvero constatato da se e mi sorprende quanto ci abbia azzeccato. Viva le classi miste, soprattutto se le maestre no si impicciano più di tanto -cioè, sarebbe bello che si impicciassero con competenza, ma se questa non c’ `e meglio lasciar fare ai bambini..
I miei tre figli hanno frequentato (l’ultima tutt’ora: è al secondo anno come Meryem) un asilo comunale di Milano, dove è consuetudine avere classi miste, in particolare bi-età .
Personalmente conservo un’opinione positiva sulla cosa, anche se ho sperimentato che le diverse “combinazioni” di età hanno effetti diversi sui bambini. La situazione migliore, ovviamente, è quella delle due età consecutive, mentre, come prevedi giustamente tu, i cinquenni si sentono un po’ messi da parte durante l’inserimento di un buon numero di treenni, e poi, durante l’anno, patiscono un po’ di più la noia, che comunque all’ultimo anno penso essere piuttosto fisiologica.
Credo che noi siamo stati fortunati perché le educatrici sono molto attente e hanno sempre diviso i bambini a seconda delle età per le attività formative, tenendoli invece tutti insieme per il gioco, il pranzo e il racconto delle fiabe. I miei bambini hanno fatto amicizia volentieri con quelli un po’ più grandi, che poi erano orgogliosi di conoscere una volta arrivati nella scuola elementare e, questo soprattutto la Piccolina, si sono goduti i più piccoli come dei cuccioli da accudire e accompagnare.
Mi sembra che la possibilità di frequentare bambini di età diverse, in modo naturale e simile a quello che accade al parco, in spiaggia e coi figli degli amici, sia soprattutto una ricchezza. Per l’ansia da prestazione si può aspettare ancora qualche anno… (ma anche mai :-))
scusa se ti rispondo in maniera brutale e secca:
a te andava bene quando lei era l’unica o quasi più piccola (e quindi iperseguita e stimolata) e ti va meno bene il prossimo anno quando invece sarà una delle poche “grandi”….è un prendere e avere cara Chiara, ha ricevuto tanto il primo e secondo anno,poi tocca ripagare…. e mi sembra corretto e giusto…lo so che vogliamo sempre il meglio, la crema per i nostri figli,ma cerchiamo di avere una visione più allargata e solidale.
io ho due bimbi, il primo ha fatto la scuola dell’infanzia “classica” classi di 25 bambini tutti della stessa età , la seconda ha fatto, in un’altra scuola, l’esperienza della classe mista…..non ho notato grandi differenze, a parte le loro differenze caratteriali e di inclinazioni e di doti personali…
Da quando ho iniziato il tirocinio, ho sempre lavorato con classi miste e il mio parere di donna a metà strada – quasi maestra, quasi mamma – era positivo al’inizio e tale è rimasto. Ammetto che l’unica esperienza a classi omogenee l’ho vissuta indirettamente con mia nipote, ma in una scuola che non mi ha mai entusiasmato in generale. Certo, è importante una buona organizzazione delle insegnanti, le quali, fra l’altro, devono riuscire a gestire il meglio possibile le poche ore di compresenza che sono rimaste (la compresenza era il fiore all’occhiello delle nostre scuole dell’infanzia e primarie…). Tuttavia, non c’è bisogno di masticare le teorie di Vygotskij per notare i numerosi aspetti positivi per lo sviluppo (cognitivo, relazionale…) e questo vale anche quando i bimbi più grandi si trovano insieme ad un numero maggiore di bimbi piccoli: è esattamente la situazione che sto vivendo io adesso…
Credo che sia giusto, cisto il commento di Cinzia, precisare che la mia opinione resta sostanzialmente positiva e infatti, anche se mi era stato consigliato da alcune altre madri della classe, non ho chiesto di spostare Meryem in altra classe o in altra scuola. Non credo che stare con i più piccoli sia uno scotto da pagare, come spiega bene Barbara: un po’ di “noia” è compensata da un’esperienza comunque formativa, credo. La didattica mi convince, le maestre meno, ma questo non dipende dalla composizione della classe. La domanda però mi sorge dal fatto che recentemente ho sentito alcune opinioni molto critiche sulle classi miste da parte di madri non soddisfatte dell’esperienza. Da qui la curiosità di approfondire.
Certo, avevo colto le tue motivazioni, per questo ho partecipato volentieri al dibattito 🙂
Scusate, scrivevo dal telefono e ho un po’ pasticciato. La mia risposta non era a Nora, volevo solo aggiungere una precisazione alla discussione in generale! 🙂
La mia esperienza nelle classi miste, per entrambe le mie figlie, è assolutamente più che positiva.
Premetto che sono profondamente convinta che se una classe funziona oppure no tutto dipende dalle maestre, indipendentemente dal fatto che sia una classe omogenea oppure no. Le classi eterogenee sono sicuramente più impegnative e difficili da organizzare e gestire. Detto questo non credo che alla materna ci siano grosse problematiche sull’apprendimento didattico, sono ancora tutti (sia quelli di 3 che quelli di 5 anni) dei pulcini sui quali è importante lavorare sull’emotività individuale e sul relazionarsi con gli altri e quale migliore stimolo se non una classe mista? Sicuramente l’ambiente naturale (simile ad una famiglia) delle classi miste promuove il cosi detto “apprendimento sociale” ovvero la possibilità di imparare gli uni dagli altri, rapportarsi con le diversità (cosa fondamentale), i piccoli hanno dei punti di riferimento e i grandi si responsabilizzano. Si sviluppa senz’altro uno sviluppo comportamentale che fa bene a tutti. Quelli che sono i lati negativi che possono sorgere cioè l’annoiarsi o il non essere preparati per le elementari una brava maestra li affronta per esempio con ore dedicate a attività distinte, giochi e laboratori per i quali è necessario collaborare insieme trasformando la diversità dei livelli in ricchezza! Aggiungo inoltre che è importante che le 3 fasce di età sia ripartite nelle giuste proporzioni.
…lo sai che volevo anche io fare un post su questo argomento…mi hai preceduto. ma è stato ugualmente piacevole partecipare al discorso.
Entrambi i miei figli hanno avuto classi miste bietà e ben equilibrate, oltretutto in due scuole di due comprensori diversi. Ho inoltre sperimentato 5 coppie diverse di maestre. E la mia conclusione è che la classe mista sia negativa solo in determinate situazioni.
Per esempio, l’anno scorso Ettore poteva finire tra i rossi (3-4 anni) o tra i verdi (3-5 anni). Sono stata sollevata che sia finita tra i rossi, perché tra i verdi sapevo che c’erano un paio di bambini molto prepotenti e una maestra incapace di disciplinarli: avevo paura che, se i microbulletti l’avessero preso di mira, lui non avrebbe avuto gli strumenti fisici per difendersi né un’autorità superiore capace di vedere questi attacchi.
La gigietta è in una classe mista. Nell’asilo dove va lei sono solo due classi. Per quello che posso vedere lavorano molto bene. Fanno delle attività con tutta la classe, poi in altre ore della giornata vengono divisi per età , si uniscono ai bambini della loro età dell’altra classe e lavorano così. Lei rimane legata sia ai bambini più grandi che a quelli più piccoli. Le maestre responsabilizzano i più grandi e i bimbi piccoli vengono stimolati dai loro compagni. In questo modo ha amichetti di diverse età ed anche di classe diversa. L’unico problema è che in questo modo le feste di compleanno raddoppiano.
Devo ammettere però che la quantità di bambini per età è più o meno la stessa, ed effettivamente il fatto che ci siano tanti bambini di una stessa età può sbilanciare la sezione.