Dopo tanti anni…

Stasera ho avuto una illuminazione di autoconsapevolezza. Scusate se è poco. Tornavo da un incontro di quelli un po’ curiosi, inaspettati. Uno dei pochissimi lettori del mio libro storico-religioso serio, amico di amici, aveva insistentemente chiesto di conoscermi. Tornavo dunque da una piacevole chiacchierata con lui e sua moglie, a casa di questi amici comuni. Rivedendomi mentalmente in quella conversazione, ho finalmente messo a fuoco – per contrasto – una caratteristica di mia sorella Marina che per molto tempo le ho invidiato e che a tratti, forse per questo, ancora mi infastidisce. Il mio e il suo sono davvero di stili opposti di comunicazione, che ottengono comprensibilmente risultati diversissimi.

Mia sorella, fin da quando ho memoria di lei, seduce. Non fraintendetemi, è una rispettabilissima madre di famiglia. Ma è quello il suo stile. E lo applica praticamente in tutte le circostanze: seduce non solo gli amici, ma anche i negozianti, con cui spesso ha (o cerca) un rapporto privilegiato, i vigili urbani, i postini, i vicini, eccetera. Maschi o femmine che siano (anche se, a mio modesto parere, spesso le riesce meglio con i maschi). Con questo non voglio dire né che sempre ci riesca, né che lo faccia (sempre) intenzionalmente. Ma la disegnano così. E’ il suo stile.

Io non sono mai stata seducente, in nessun modo. Ora che mi sono riconciliata parecchio con me stessa, posso concepire che qualcuno mi trovi interessante, persino affascinante. Ma seducente proprio no. Io, anche e soprattutto quando sono a mio agio (come stasera), solitamente travolgo il povero interlocutore con l’ardore di un fiume in piena. Butto fuori tutto, faccio salti logici spaventosi, mi lancio in decine di argomenti e vorrei continuare all’infinito. Non è un trattamento a cui tutti reggono, evidentemente. Ma soprattutto questa modalità ha un grande difetto: per attivarsi, mi ci devo applicare. E per applicarmici, la persona deve rivestire per me una qualche forma di interesse. Il che, evidentemente, non si dà in tutte le occasioni e tanto meno può verificarsi con interlocutori funzionali come il tabaccaio, l’autista del tram e, ahimé, le attuali maestre di mia figlia. In tutti questi casi io, solitamente, finché posso taccio e basta. Apparendo il più delle volte, posso presumere, scontrosa e scostante.

La prova provata l’ho avuta con i vicini di casa. Abituati a mia sorella, che abitava in questa casa prima di me, credo abbiano avuto un vero e proprio trauma. Io saluto educatamente quando ci si incontra, mi è successo (in tempi abbastanza recenti, quindi dopo almeno otto anni dal mio ingresso in casa) di scambiare qualche chiacchiera su bambini e banalità, ma mi è sempre sfuggito profondamente cosa mai potremmo dirci. E quindi non lo dico. Non è per snobismo. Non sono proprio capace, mi imbarazza.

Al contrario, immagino che chi mi ha conosciuto con i giri “di web” difficilmente mi descriverebbe come una musona taciturna. Credo piuttosto di essere stata inquadrata come soggetto fin troppo loquace. E con questo torniamo alla mia tesi iniziale. Chi scelgo di frequentare, di persona o virtualmente, mi interessa. Chi mi interessa, deve scontarlo sopportando (anche) la mia espansività verbale e argomentativa.

 

9 pensieri riguardo “Dopo tanti anni…”

  1. Il leggo spesso, quasi sempre condivido ma non sempre commento, Questa volta non ne posso fare a meno perchè ad ogni riga ho pensato: ,ma anche io.
    Anche io, a seconda delle circostanze, oscillo tra: la presunta snob spesso taciturna perchè imbarazzata dalla mancanza di parole e quella loquace al punto da far sanguinare le orecchie

  2. Si, embè? Vuol dire che fai la cernita e la selezione naturale ti priva di un mucchio di scocciatori. E ti lascia tempo per le persone itneressanti. Mi dispaice perdermi il tuo compleanno, ma ci rifacciamo dopo, dai.

    1. Il problema infatti consiste soprattutto nel fatto che io così le persone interessanti rischio di metterle ko… E poi, su, il giudizio così a pelle non è infallibile. Poi se uno interessante si convince che sono stronza solo perché non ho capito immediatamente che lo era?

  3. Io ADORO la tua loquacità! E ora sono pure onorata di esserne oggetto!

    Quanto alla mia capacità di sedurre, io da qualche anno ho un problema: in ambiente esterno (tipo, di lavoro) rivedo in me tantissimo di mia madre. Che ha tante buone qualità, ma non potrebbe essere definita “seducente”.
    Quindi immagino che gli estranei che incontro per lavoro o per dovere (e sono i più) mi vedano cordiale, gentile, disponibile, ecc. ma per nulla seduttiva. Da un lato è un sollievo, dall’altro boh, preferisco essere simpatica e schietta piuttosto che attraente e seducente. Sarà sempre un condizionamento di mia madre 🙂

  4. Finalmente ho trovato la mia gemella divisa alla nascita: se trovo qualcuno o qualcosa di cui parlare sono irrefrenabile, peccato che spesso vengo giudicata scostante e magari anche fredda, in realtà solo imbarazzata. E’ che a volte, a pelle, la persona che ho davanti potrebbe anche sembrarmi interessante, ma dopo che inizio a parlare sento subito che non siamo in sintonia e mi chiudo a riccio.
    Comunque trovo te e il tuo blog molto interessante!
    Anna

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