Arrivo in corner al blogstorming di Genitori Crescono sul cambiamento per condividere con voi, manipolo di lettori, una scoperta che ho fatto su di me. Mi vanto di essere una volatile anima sagittaria, accesa dal fuoco del movimento e della trasformazione. Sbavo, letteralmente, pensando a viaggi improvvisati in mete inconsuete. Mi appago (e mi frego da sola, continuamente) con un torneo di improbabili progetti, imprese, interessi. Salvo poi abbandonarli alla loro ineluttabile irrealizzabilità, o amarli un po’ meno perché quando si realizzano hanno confini, dimensioni definite, vita limitata.
I cambiamenti, io, li adoro. Li cerco, li voglio, li amo.
Però. Non cambio lavoro da 14 anni. Mesi fa, dopo doloroso travaglio interiore, ho mandato un application per un altro impiego. Superata la tragedia e inviata la mail fatidica, ho del tutto rimosso la cosa. Quando alla fine mi è arrivata una risposta, negativa, ho avuto la certezza che mai e poi mai avrei abbracciato entusiasta quell’eventuale cambiamento. Affatto. Avevo avuto il sospetto di essere un coniglio, professionalmente parlando. Dico dico, ma alla fine non so se avrò mai l’ardire di uscire dal mio buco, se qualcuno non mi caccia a pedate. Qualcosa di simile l’ho sempre sperimentato nella mia vita privata. Se proprio non sono costretta con il fucile puntato, lascerei le cose come stanno. Sempre. Oltre ogni legittima immaginazione.
Se ci penso bene, anche fisicamente sono più o meno sempre la stessa, dalla terza media. Qualche chilo in meno o in più (più facilmente in più), ma il colpo d’occhio è quello. Potrei mettermi gli stessi vestiti per decenni e in alcune circostanze l’ho persino fatto. Patisco un po’, questa continuità, ma ormai ci ho fatto pace.
Come si concilia questo tratto con la parte di me che più mi piace, quella avventurosa e mobile? Semplice, non si concilia. Se ne frega di conciliarsi. Sta lì e basta, mi piaccia o meno (direi meno).
We’ve given each other some hard lessons lately
But we ain’t learnin’
We’re the same sad story that’s a fact
One step up and two steps back
Questo post partecipa al blogstorming
sei sicura di essere un sagittario? perché sembra che tu abbia descritto me, che sono acquario. io odio i cambiamenti e amo le decisioni improvvise = riesco a cambiare solo se lo faccio d’istinto e senza pensare. vedi quando sono venuta a fare il colloquio a bruxelles così tanto per provare e IL GIORNO STESSO aveva firmato per un nuovo lavoro (e di conseguenza una nuova vita).
le due facce secondo me possono tranquillamente condividere all’interno della stessa persona.
i problemi casomai nascono se le decisioni importanti vanno prese in due e l’altra metà non funziona allo stesso modo!
E no, cara. Una che fa le liste che fai tu non può essere del mio stesso segno zodiacale! Ma lo sai che quella della cena da te l’ho conservata per un sacco di tempo? Mi affascinava.