Utilizzare i mezzi pubblici a Roma non è da tutti. Da abbonata annuale e fedelissima utente, mi permetto di dire che è un’arte. Perché a lamentarsi sono capaci tutti, ma non molti sono in grado di interpretarne al meglio le potenzialità. E io, modestamente, mi annovero tra quei non molti.
Per questa ragione, ho deciso di sintetizzare qui, a beneficio dei lettori, una agile guida in cinque punti che potremmo intitolare “Come usare i mezzi pubblici a Roma, sopravvivere e diventare anche una persona migliore“.
1. Serve preparazione. No, non basta farsi dire il numero dell’autobus da un amico. La preparazione deve essere accurata, olistica e multimediale. Il sito dell’Atac dà risposte diverse a seconda di come lo si interroga, come le migliori opere sapienziali dall’antichità ad oggi. Individuato un primo tragitto, bisogna passarlo al vaglio della conoscenza del territorio e dell’esperienza (se turisti, consultare un indigeno o due). Munirsi di almeno due o tre alternative da memorizzare diligentemente.
2. Cercate la giusta prospettiva. Non siate rigidi come i guidatori regolari di mezzo privato o come gli utenti di un servizio pubblico ordinario, italiano o estero. Voi non siete utenti, siete viaggiatori. Non andate dal punto A al punto B, state attraversando Roma Capitale. Bisogna essere proattivi, creativi, flessibili. Non dovete aspettarvi di salire su un mezzo, sedervi e scendere alla meta. Dovete trovare il vostro percorso individuale saltellando in una rete di possibilità, senza dare nulla per scontato. E’ un po’ come surfare nel web. Il fatto che la direzione della corsa, ben visibile sul fronte dei mezzi, sia spesso sbagliata aiuta a non abbrutirsi: Roma non merita utenti pigri e passivi. Tip: gli itinerari migliori sono quelli che prevedono dei tratti a piedi, meglio se non all’inizio o alla fine del percorso, ma in mezzo, per sperimentare link inediti e a volte risolutivi.
3. La tecnologia aiuta, ma non ne siate schiavi. Le palette con i tempi di attesa esistono, ma non a tutte le fermate. Supplisco con la app Muoversi a Roma (per Android o IPhone), direte voi. Ottimo (e diffidate dalle altre app, apocrife, in circolazione). Ma tenete presente che alcuni autobus non sono monitorati e che a volte spariscono dai radar come gli aerei sul triangolo delle Bermuda. Twitter? @InfoAtac è un servizio a suo modo efficiente, ma ha soprattutto la funzione di confortare il passeggero e di offrire solidarietà a distanza. E’ bello non sentirsi soli. Sapere, almeno in certi casi, i motivi della scomparsa del tuo autobus (corteo, macchina privata parcheggiata irregolarmente, malore di un passeggero…) può aiutare a elaborare meglio il lutto. Ma spesso non cambia sostanzialmente le cose. La morale è: fate uso di tutto ciò che può facilitarvi, ma non dimenticate mai l’imprevedibile, l’irrazionale, l’inatteso.
4. Carpe diem. Cogli l’attimo. La necessaria preparazione non deve impedirti di improvvisare. Anzi. Un autobus vuoto che passa davanti a te è un segno del destino. Considera, molto rapidamente, se è il caso di cambiare radicalmente itinerario, o al limite destinazione. No, è inutile che sbuffate, amici nordici: anche le incombenze lavorative possono essere programmate in successione diversa. Non bisogna essere necessariamente dei pelandroni perdigiorno per approfittare di una deviazione imprevista. Lo diceva anche Colombo: buscar el Levante por el Poniente, no?
5. Goditi l’esperienza. Parafrasando Shakespeare, il mezzo pubblico è un palcoscenico sul quale ciascuno recita la propria parte. Anche tu, che ne sia consapevole o meno, fai parte dello spettacolo. E allora tanto vale che ti gusti questo privilegio. Sui mezzi pubblici è concesso, e anzi consigliato:
- origliare le conversazioni altrui e al limite divenirne parte;
- socializzare con il conducente;
- farsi spettatore di performance di arte varia, dalle più classiche esibizioni musicali alle più imprevedibili conferenze del “matto colto”, figura tipica del mezzo pubblico romano;
- partecipare a sessioni di costruzione del pensiero collettivo, solitamente di impronta satirica.
Vedete dunque che magari i mezzi di Roma non rispondono del tutto all’obiettivo effimero di trasportare l’utente rapidamente e comodamente da un capo all’altro di un itinerario, ma questo è dovuto al fatto che rispondono a molti altri obiettivi, se vogliamo più importanti e durevoli: potenziare gli skills organizzativi, sviluppare il pensiero laterale, allenare la mente meglio della Settimana Enigmistica, tessere relazioni, incoraggiare il contatto fisico (anche estremo) tra le persone, ricordare a tutti la fragilità umana. Scenderete insomma dal vostro autobus (o tram, o metro, o treno, o più verosimilmente una combinazione di tutti i precedenti) probabilmente in ritardo e ammaccati, ma anche un po’ più saggi.
Hai voglia quanto ti diverti se riesci a fare arrivare una corsa fino a Montecchio P. 😀
Tutto vero per carità, ma rimango comunque in attesa dell’ invenzione del teletrasporto. D’altronde in Star Trek ce l’ avevano…. oltre a delle fantastiche tutine.
L’ha ribloggato su fabriziofaracoe ha commentato:
Come vivere la mia città. Un bel post di Chiara Peri
fantastico! Soprattutto il punto 5! Un abbraccio, Giulia
Il giorno 18 marzo 2014 13:03, WordPress.com
L’importante è scendere con il portafoglio..
Io vado a piedi ho comprato le scarpe da trekkig viaggio di più in città (Milano) che sul Sass Pordoi
Ma guarda tu questa, che da un giorno all’altro si autoproclama guru dei mezzi pubblici romani. La stessa persona – sia detto per inciso – che alla disperata richiesta d’aiuto telefonica di un povero emigrante siciliano (“Sì, ma in che direzione devo prenderlo, quell’autobus?”) ha risposto candidamente “In quella giusta. tuuu tuuu tuuu”
Sfido chiunque a sostenere che avevo torto. Tu poi non hai mai seguito le mie indicazioni, in particolare il punto 3: la tecnologia aiuta, e allora per quale caspita di motivo di rifiutavi ostinatamente di munirti di cellulare e di renderti rintracciabile quando ti perdevi nelle nebbie di Grotte Celoni?
una sola parola: vergognati! E comunque ora sono bravissimo. Sono capace di usare tram, metro e autobus senza problemi, e ho un telefonino.
“I mezzi di Roma non rispondono del tutto all’obiettivo effimero di trasportare l’utente rapidamente e comodamente da un capo all’altro di un itinerario” 😀 Sapevo che eravamo fortunati a non vivere in una città dove i mezzi funzionano come si deve (Londra o Berlino per fare un paio di esempi nobili), ora so anche perché.