Però arrestiamo tanti trafficanti. Sicuri?

Per quanto incredibile, l’Italia si trova spesso a doversi giustificare per l’operazione Mare Nostrum. Salvare decine di migliaia di vite umane non è evidentemente giustificazione sufficiente. La nostra missione è contrastare l’immigrazione clandestina per garantire la sicurezza, anche oggi che quasi tutti quelli che arrivano sono rifugiati. Ricordate? Ve lo ho già spiegato, qui.

Ma noi con Mare Nostrum contrastiamo l’immigrazione clandestina, risponde l’Italia. Arrestiamo un sacco di scafisti. Gli scafisti, i trafficanti di esseri umani, sono quegli uomini brutti e cattivi, che lucrano sulla pelle della gente, che accoltellano le persone sui barconi quando bisogna buttare giù zavorra. Ce li immaginiamo come i moderni negrieri e spesso i vividi racconti di chi arriva aggiungono conferme e dettagli al nostro immaginario. Sequestri nel deserto, ricatti, vendita di organi umani, stupri. Non c’è dubbio, sono loro i cattivi. E si fa certamente un’opera meritoria ad arrestarli.

Però. C’è un però. Dopo tanti anni non possiamo fare finta di non sapere come funziona il business del traffico di persone che non hanno alternative. E’ spiegato bene in un bel libro di Andrea De Nicola e Giampaolo Musumeci, Confessioni di un trafficante di uomini.

 

Il punto qui è che una parte minima di questo enorme business va alle persone che sono fisicamente sui barconi. Il grosso va a uomini d’affari dalla faccia pulita, che frequentano gli ambienti che contano. Quelli che acchiappiamo noi con tanta fatica sono sì, spesso, dei gran bastardi. Ma comunque pesci piccoli. A volte, drammaticamente, piccolissimi: anche per età.

Riassumendo. Spendiamo un sacco di soldi per tentare di arrestare la fuga dei rifugiati, che di per sé è inarrestabile e quindi sbattiamo in galera i pesci piccoli, ma riempiamo sempre più le tasche degli organizzatori (più i viaggi sono difficili, lunghi e pericolosi, più si paga). Causiamo la morte di un sacco di gente e facciamo prosperare l’economia criminale.

Come se ne uscirebbe? De Nicola e Musumeci nel video (fatto per il blog di Grillo, scusatemi, ma è l’unico che ho trovato) parlano di cooperazione, del solito “aiutiamoli a casa loro”, in buona sostanza.

Io dico che dobbiamo fare i conti con il fatto che ormai i flussi di arrivo sono ben poco misti: sono composti quasi esclusivamente da persone in fuga. Che, al momento, per salvarsi la vita devono per forza rivolgersi a queste organizzazioni. L’unico modo per dare un duro colpo al traffico di esseri umani sarebbe sottrarre la maggior parte della “merce” (e quindi del guadagno) creando dei canali legali per far arrivare in Europa chi cerca protezione. Questo è vero contrasto alla criminalità, con l’effetto collaterale di salvare molte più vite del soccorso in mare. Un rifugiato in mare a rischiare la vita non dovrebbe proprio mettercisi, men che meno pagando cifre esorbitanti a dei criminali senza scrupoli.

Impossibile? Tutt’altro. Se ne è iniziato, sia pur con grave ritardo, a parlare anche nel nostro Parlamento. Incrociamo le dita. Come per tutte le cose importanti, più che i soldi (che vengono comunque spesi) serve coraggio. Questa Europa mi pare particolarmente vigliacca. Spero di sbagliarmi.

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