Ciaspole

Vi ho già raccontato qualche mese fa il nostro primo weekend con la Giovane Montagna. Fatti arditi da quell’esperienza e da due o tre escursioni ulteriori, qualche settimana fa ci siamo lanciate addirittura in un weekend sulla Majella, comprensivo di ciaspolata.

Dovete sapere che per me la neve è un’esperienza davvero esotica. Non ho mai fatto una settimana bianca, non so sciare e le mie episodiche sortite domenicali risalivano al tempo delle elementari. Ero del tutto priva di equipaggiamento, nonché della capacità di prevedere cosa potesse servirci. Lo stesso termine ciaspola mi era estraneo. Nelle settimane precedenti all’uscita e, in particolare, negli ultimi giorni, l’agitazione e l’ansia crescevano. Alla fine ho rimediato tutto. Non perfetto e non di meno con qualche spesa imprevista (le ciaspole viola per Meryem, di cui siamo orgogliosi proprietari), ma ce la siamo cavata.

Sono sempre più convinta che queste uscite in gruppo siano molto adatte a noi, in questa fase. Ci danno l’occasione di scoprire posti che non conosciamo, appoggiandoci allesperienza di persone del posto (in questo caso la cooperativa Majambiente, che vi raccomando caldamente per competenza, simpatia e cura del dettaglio) e facendoci contagiare dall’entusiasmo di chi li ama (sentire Eugenio parlare del “nostro Appennino” con un orgoglio schivo e privo di retorica mi ha commosso, lo confesso. Mi sono scoperta una certa qual invidia delle radici). Permettono a Meryem, figlia unica, di sperimentare i ritmi condivisi e allenare lo spirito di adattamento necessario a viaggiare e vivere con gli altri. Permettono a me di godermi il bello della natura e dell’arte in compagnia di altri adulti, che tra l’altro spesso e volentieri si improvvisano nonni di adozione per la Guerrigliera.

Di questo fine settimana in Majella mi è rimasto nel cuore il bivacco, con il fuoco acceso per aspettarci. Credo che un simbolo più efficace dell’accoglienza e dell’ospitalità non potrei immaginarlo. Non un punto di ristoro professionale, con tutti i confort dei rifugi alpini. Piuttosto un posto essenziale, che per essere pronto richiede sforzo, impegno, fatica da parte di chi deve affrettare il passo, con le vettovaglie in spalla, per essere lì in tempo. Mentre scendevamo scivolando per la via più breve, sotto la pioggia che alla fine è arrivata, con la sagoma di mia figlia in lontananza accanto agli altri bambini, pensavo che l’ospitalità la fanno le persone e non il posto fisico.

Ripensando alle radici, non credo che arriverò mai a rammaricarmi di appartenere a una metropoli che, proprio in quanto tale, è di nessuno e di ciascuno allo stesso tempo. Ma con tutto ciò credo l’amore per una montagna, un torrente, una valle, un bosco – condiviso con un manipolo e non con milioni di altri esseri umani – possa essere una ricchezza per lo spirito che è bello respirare nella vita degli altri. Grazie a chi ci ha permesso generosamente di farlo.

1 commento su “Ciaspole”

  1. Io amo andare con lo snowboard, quando penso alle ciaspole mi viene in mente fatica, ma quando vedo i gruppi di persone con le ciaspole li vedo divertirsi un sacco. La montagna offre dei panormai e degli scorci incredibili. La quiete che si respira è impagabile.

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