Ci sono alcune volte – in realtà sempre più frequenti, quasi mi preoccupo – che vorrei essere a Milano. Il che però supporrebbe anche di non fare il lavoro che faccio, ma di essere libera di accettare con entusiasmo gli inviti interessanti che mi arrivano. E allora di che parliamo? Io sono io, quindi ripigliamo il filo di questo post senza vaneggiare oltre.
Dicevamo degli inviti. Alla presentazione della fiction “Una mamma IMperfetta” di Ivan Cotroneo ci sarei andata volentieri. Invece ho passato la mattina a disquisire di vittime di tortura. Ognuna ha l’imperfezione che si merita. Ma restavo curiosa e da tre giorni seguo, fedelmente, le puntate sul sito del Corriere. Ogni giorno una manciata di minuti. Oggi la puntata si intitolava “Il tempo non torna” e l’ho trovata particolarmente godibile (nonché persino intonata con il tema del mese di Genitori Crescono).
Ecco là, già mi è saltata fuori l’anima di mamma blogger professionista. Quella che bazzica i siti di riferimento e che sa che sulla definizione di mamma “imperfetta”, “vera” o come cavolo vogliamo chiamarla sono state consumate tastiere, tra flame sui forum e disquisizioni su gruppi di Facebook. E dunque? E dunque nulla. Non sono ancora così alienata nel web genitoriale per pensare che una fiction abbia un’attinenza qualsivoglia con i nostri dibattiti, più o meno bizantini. La maternità è un filone comico inesauribile, sempre attuale. Con un po’ di fortuna, si riesce a rendersene conto anche quando si interpreta la parte della madre (lo svenimento di un’ostetrica durante il parto aiuta a partire con il piede giusto, indubbiamente). Un bravo autore riesce a interpretarlo e questo è certamente il caso di Cotroneo. Fa ridere anche chi non è genitore, ma secondo me chi è madre ride anche di più. E noi mamme 2.0, che sulla genitorialità ci ricamiamo anche intellettualmente, dovremmo goderci doppiamente questa occasione di svago e intrattenimento, senza per questo sentirci sminuite nei nostri tentativi di essere genitori sufficientemente buoni.
Vi faccio un esempio. Qualcuno saprà che, in un’altra vita, studiavo vicino oriente antico: assiri, babilonesi, egiziani, fenici e popoli ancora più misconosciuti, tipo gli urartei. Una volta le disquisizioni scientifiche e metodologiche sullo studio di questo passato remoto erano per me rilevantissime. Rintracciare corbellerie nelle fiction e nei film di grido di ambientazione biblica era il mio sport preferito (ricordo una visione di The Passion di Mel Gibson, in cui con alcuni degni colleghi notammo che l’aramaico di Pilato era ben più fluido e credibile di quello di Gesù Cristo). Ma se un film era fatto intelligentemente per divertire, senza la spocchia di parlare con autorevolezza della materia, lo apprezzavo di gusto. La Mummia mi ha fatto sbellicare. Stargate (il film) mi ha fatto sorridere per la scena dell’egittologo che, sentendo parlare per la prima volta un egiziano antico, commenta: “Ah, così lo pronunciate?”, con un dotto accenno alla nostra sostanziale ignoranza del sistema vocalico delle lingue antiche che pure decifriamo. Mi posso arrabbiare (e infatti non li guardo) per i programmi di divulgazione scientifica che divulgano corbellerie. Ancora di più mi arrabbio con i libri di testo dei nostri figli, che in nulla contribuiscono a una conoscenza corretta della storia antica (sulle altre materie non mi pronuncio). Ma se c’è da divertirsi, mi diverto e apprezzo la qualità, l’inventiva e l’intelligenza.
Guardatevela, questa fiction web. Dopo l’estate sbarcherà in tv, ma volete mettere la soddisfazione di averla vista nascere, di aver seguito Chiara nelle sue peripezie giorno dopo giorno? Sarà come vedere sul piccolo schermo un’amica, una parente. A me è stata subito simpatica: del resto mi chiamo Chiara anch’io.
Anch’io sarei andata molto volentieri ma ero al lavoro. La fiction e’ molto carina, davvero godibile, peccato per tutte le polemiche intorno al nome, un’ingenuita che si poteva evitare….