Capita che chi mi segue sui social si faccia un’idea di me come madre abbastanza distante dalla realtà delle cose. “Ma che brava che sei, la porti sempre a fare un sacco di attività interessanti! Ma dove la trovi questa energia?”. No, non sono brava. E’ che io ho bisogno di uscire di casa. Per me, mica per Meryem. Poi, ovviamente, ormai mia figlia si è abituata a girovagare qua e là e si aspetta cose nuove (il top l’abbiamo raggiunto con il friendsurfing di quest’estate). Mi pare presto per dire se “sarà come me”, ma per adesso mi pare che non le dispiaccia seguirmi in giro.
Come forse saprete, non guido. E’ sicuramente una limitazione, per certi versi. Raramente capita di scroccare passaggi, perché mi sto rendendo conto che sono poche nel giro nelle nostre conoscenze, le famiglie “destrutturate” come la nostra (io e Meryem siamo praticamente sempre sole, anche nel fine settimana). Sto imparando a guardare con occhi più positivi queste mie/nostre carenze. Per quanto riguarda la nostra solitudine, mi rendo conto che è anche libertà: non abbiamo impegni familiari, obblighi, inclinazioni o desideri diversi dai nostri con cui trattare. Siamo del tutto padrone di organizzare il nostro tempo, di cambiare programma, di improvvisare (quanto mi è mancata, quando Meryem era piccola, la componente dell’improvvisazione…).
La prima limitazione, quella logistica, cerchiamo di trasformarla in un punto di forza ugualmente. Ci spostiamo solo con i mezzi pubblici e così anche il tragitto diventa avventura. “Giochiamo a esploratori?”, mi dice Meryem. E così, mentre mi destreggio tra tram, autobus e trenini urbani per mettere a punto itinerari alternativi e flessibili a seconda delle circostanze e dei tempi di attesa (veri e presunti), la Guerrigliera avvista nemici immaginari, schiva frecce, decifra indizi, fino alla meta.
E la meta qual è? Cerco sempre di monitorare gli eventi durante la settimana e di scegliere quelli che mi paiono maggiormente in sintonia con i miei/nostri gusti (ovviamente con un occhio di riguardo per quelli gratuiti). Una prima fonte di informazione è la newsletter del sito Roma per i Bambini. Ma per le visite guidate resto fedele all’amica Alessandra (un nome una garanzia). Frequentare un po’ la rete mi tiene al corrente delle grandi manifestazioni che non sono rare nella nostra città. La nostra preferita resta probabilmente i Ludi Romani, che quest’anno al Circo Massimo si è rivelata ancora più godibile (peccato solo per la pioggia della domenica). Giusto ieri abbiamo scoperto, a Villa Pamphili, il nuovo spazio del Teatro Scuderie Villino Corsini, animato dal Teatro Verde e dalla Scuola Popolare di Musica Donna Olimpia. Qualcosa mi dice che diventeremo assidui frequentatori. Vi ho già raccontato che amiamo molto anche la Città dell’Altra Economia e dunque seguiamo con interesse le attività della libreria Tana Liberi Tutti. Da sabato prossimo, il sabato mattina siamo al Teatro Vascello, dove prova il coro di bambini della ACMT (e buttiamo un occhio alla programmazione per ragazzi, che negli anni scorsi ci ha riservato diverse piacevoli sorprese).
A leggere tutto questo paragrafo, così di fila, viene l’affanno anche a me. Ma credetemi, mi darebbe molta più ansia la prospettiva di un fine settimana di domestico relax. Capita, certo, che mi afflosci sul divano (e, udite udite, inizio persino a concedermi qualche pennichella mentre Meryem disegna o guarda i cartoni). Ma per sentirmi veramente bene, devo chiudermi la porta alle spalle e andare a fare qualcosa. Osservo per onestà che abbiamo preso anche discrete sòle (per i non romani: fregature), così facendo. Come sabato, quando in rapida successione ci siamo lanciati a visitare un monumento che mi incuriosisce da sempre (ma è chiuso per restauro) e a una festa multietnica assai più moscia delle mie peggiori aspettative. Poco male. Ci siamo rifatte con un gelato da Fassi, pietra miliare della mia giovinezza universitaria e meta comunque degna di nota e uno spettacolo di danze indiane al Museo di Arte Orientale. Ho saputo di questo spettacolo, davvero notevole, non dal sito della Giornata del Patrimonio, ma origliando una conversazione tra mamme ai giardinetti di Piazza Vittorio. Anche questo è essere social.
anche noi siamo cos’, qui a Milano. i miei figli mi seguono volentieri e in verità sono io che ho bisogno di uscire di casa e vedere luoghi e sperimentare emozioni. facciamo cose anche molto speciali, perchè ai miei figli piace fare cose che gli altri – mediamente – non fanno. e questa è una grande soddisfazione (PS siete mai stati qui ? http://www.coderdojoroma.it/)
Per il Coderdojo finora proposto a Roma Meryem era troppo piccola. A questo giro ci rientrerebbe pelo pelo, ma preferisco aspettare ancora un annetto almeno. Però ci ho mandato e ci manderò mio nipote!