Tor Sapienza

La tentazione di non dire niente davanti a quello che sta accadendo in un quartiere della mia città è forte. E’ tutto molto più complicato di quello che raccontano i nostri media, che a volte sembrano semplicemente elettrizzati all’idea di avere anche qui in Italia le nostre banlieux, come se questo ci rendesse un po’ più europei à la page. La cosa più sensata, che condivido parola per parola, la trovate qui.

Ma oggi mi voglio concedere il lusso di un fermo immagine. Ci sono stati un certo numero di genitori italiani, padri e madri, che hanno ritenuto sensato e accettabile lanciare sassi e bombe carta contro un centro che ospita anche minori stranieri non accompagnati. Tradotto in parole non tecniche: ragazzini dell’età dei loro figli che hanno affrontato, da soli, viaggi che segnano a vita qualunque adulto.

8 pensieri riguardo “Tor Sapienza”

  1. Grazie del fermo immagine. Scrivo una banalità, sono convinta che se andassi a parlare con le singole persone e provassi a farle ragionare, non troveresti gli stessi esaltati che hanno messo bombe carta in una casa abitata da bambini e ragazzini. C’era un vecchio film americano, non ricordo più con quali attori, che ricostruiva la storia di un linciaggio – fortunatamente andato a vuoto – e il processo che ne seguiva. Frase chiave : “Una folla non pensa”. Per questo la folla mi fa paura. Tuttavia, per non lasciare spazio a chi cavalca l’esasperazione e la rabbia della folla, penso che sia fondamentale comprenderla e rispondere, e dare delle soluzioni. Penso a Padova, una città senz’altro meno tollerante e paziente di Roma, dove il muro di via Anelli era diventato una bomba sociale a orologeria: nel 2007 l’amministrazione comunale, preso atto che i cittadini avevano iniziato ad armarsi da soli contro uno stabile occupato da immigrati – identificati a torto o a ragione con delinquenti e piccoli spacciatori che terrorizzavano la zona – ha svuotato la palazzina collocando gli abitanti altrove. Adesso il quartiere non è molto migliorato, ma penso seriamente che l’iniziativa abbia evitato il peggio. Spero che sia chiaro che non sto in nessun modo giustificando il comportamento di nessuno, ma sono sempre più pessimista riguardo alla natura umana, specialmente quando si muove in gruppo, e credo che oltre che sensibilizzare il singolo sull’importanza della giustizia sociale, ci si debba muovere per garantire un minimo di sicurezza e vivibilità, altrimenti chi si sente in pericolo reagisce con il cervello del paleolitico.

    1. In questo momento su rai 2 trasmettono una trasmissione di pura propaganda, dove l’ospite (Sallusti) e il conduttore si fanno beffe della carta di Roma e ridacchiano del fatto che si vorrebbe proibire di usare la parola clandestino. In un paese in cui la tv nazionale trasmette in prima serata programmi così non c’è nessuna speranza. Nessuna. Si fa presto a convincere la gente che la situazione lo richiede, che quando ci vuole ci vuole. Ed è quello che evidentemente si è scelto di fare.

  2. Cara yenibelqis,
    «io mi contorco, per quello che sento,
    sono spaventato da ciò che vedo» (Isaia 21,3)
    Temo però che sia tutto fin troppo semplice. È la banalità del male. Soprattutto quando sullo sfondo c’è la disperazione, unita in parti uguali alla povertà culturale e alla rabbia che ti fa cercare vigliaccamente qualcuno più debole di te col quale prendertela.
    Sono anni del resto che i nostri governi soffiano sul fuoco della diffidenza, della paura, del malcontento. Gli episodi di questi giorni non sono altro che un naturale e triste epilogo.
    E non credo neanche che ci sia troppa discrepanza tra la periferia e gli altri quartieri delle nostre città. L’egoismo e l’incapacità di aprirsi all’altro sono un cancro che non fa differenze di condizione sociale. In alcuni casi è semplicemente tenuto nascosto dall’ipocrisia.
    Mi chiedo in che mondo vivranno i nostri figli se perfino la scuola sembra aver dimenticato il compito di aprire le loro menti e i loro cuori all’accoglienza, alla tolleranza, alla conoscenza.

    1. Concordo. Ieri, sulla piazza di un quartiere non periferico (il mio), tre uomini urlavano contro un ambulante africano e lo spintonavano. Meryem mi ha chiesto perché.

      1. E’ di certo una situazione esplosiva, fra l’altro ho letto di infiltrazioni neofasciste che avrebbero sobillato le persone con la bufala dei 40€ a profugo Per inciso, una mia conoscente fa la poliziotta e dai suoi status su Facebook ho capito che lei CREDE veramente che ogni immigrato riceva in contanti 40€ al giorno O.o Se non l’hai già fatto, dai un’occhiata a questo http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/11/13/news/la_pasionaria_non_viviamo_pi_ma_non_chiamateci_razzisti-100418191/

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