Da quando chiudere violentemente le frontiere in faccia a donne, bambini, giovani e anziani in fuga ci pare una misura di politica estera qualsiasi?
Perché tutto continua come se nulla fosse dopo che i capi di Stato europei democraticamente eletti hanno stipulato un accordo con la Turchia che prefigura una strage?
Non è la prima, d’accordo. Non è nemmeno la prima di cui siamo corresponsabili. Ma in questo documento, che è stato definito un grande successo della diplomazia, non si ha vergogna di usare il termine “migranti irregolari”. Persino se si parla di cittadini siriani.
Non hanno usato le vie legali, sembra dire l’Europa. Le vie legali che non esistono, per caparbia volontà della stessa Europa.
Fermare i flussi, a qualunque costo. Un sessantesimo dei rifugiati del mondo è troppo per l’Europa, o per quel che ne resta. Se per mantenere il nostro tranquillo status quo dobbiamo far morire migliaia di altri uomini, inclusi bambini, pazienza. Anche se farlo costa molto. Anche se farlo significa renderci tutti complici di violazioni sistematiche dei nostri valori.
Ma dove sono i difensori della vita ad ogni costo quanto muoiono neonati nell’Egeo, con i loro fratelli, genitori e nonni? Sono interessati solo agli embrioni?
Come faccio a urlare che non sono d’accordo?
Perché nessuno pare particolarmente angosciato?
“L’immigrazione non è un diritto. E basta”, sbraita la Meloni dalla tv.
Che costo ha questa violenza? Per il mondo, per l’Europa, per i nostri quartieri, per i nostri figli?
Sarò un rompiscatole su queste cose, ma se l’Europa avesse preso esempio dal federalismo svizzero e dai suoi istituto del referendum e dell’iniziativa popolare, gli europei oggi avrebbero il modo di far sentire la loro voce. Eppure si chiama democrazia, e se ne sente parlare molto.
chiara sono pienamente d’accordo con te!