“Finirà questo 2012? Io conto i giorni!”. Scherza, Isabella, e sorride. Ieri finalmente ci siamo incontrate. Dopo la bizzarra iniziativa “Roma dei rifugiati“, del cui sceltissimo e esclusivo pubblico faceva parte, ha iniziato a fare volontariato al Centro Astalli. A mensa, nel mezzo del casino. Vederla, bionda e sorridente, in quel marasma mi è parso un miracolo. Non posso dire che mi abbia sorpreso. Ma insomma, era un bel vedere.
Che anno sia stato per Isabella questo (preceduto, a dirla tutta, da vari anni precedenti) potete leggerlo sul suo blog, di cui però voglio linkarvi questo ultimo post, che mi pare la dipinga tutta. Che dipinga, specialmente, la sua positiva voglia di reagire, di prendersi cura di sé aprendosi agli altri. Quello stesso atteggiamento potentissimo e straordinario che ho ritrovato, tempo fa, nella lettura del libro “Soldo di cacio” di Silvia Mobili.
Assorbo queste testimonianze, rimugino, ma soprattutto sono grata per aver la fortuna di incrociarle. Penso a quanta sofferenza si nasconda dietro il far finta di nulla di tanti, me per prima. Penso alle amiche lontane, a cui non riesco a stare vicina in nessun modo. Penso a tutti quelli, anche strettamente legati a me, a cui non mi viene neanche in mente di stare vicino. Sarebbe bello riuscire a trasformare il dolore in energia, che ci faccia camminare e, perché no, anche far qualcosa per gli altri. Alcuni ci riescono.
E’ difficile rispondere a questo post, davvero… come direbbe mia nonna “Troppa grazia”. Quasi non mi riconosco in queste belle parole. 🙂 Non so se riesco a “trasformare il dolore in energia”, però ci provo, vado a tentoni, al motto di “Daje oggi, daje domani, magari una via giusta la imbrocco”. Forse è più l’egoistica voglia di stare meglio a spingermi piuttosto che quella di voler fare qualcosa di utile… o forse entrambe le cose. Sono io che ringrazio te perchè quella del volontariato è maturata proprio per merito tuo. Un abbraccio forte… al prossimo aperitivo! 🙂 🙂
Io invece Isabella ce la ritrovo tutta nella tua descrizione. Mi sono persino commossa, il che vabbe’, ultimamente mi succede un po’ spesso, sarà l’età… 🙂
Posso essere piacevolmente stupita? Lo sono. Mi ha sorpreso questo incrociarsi di storie, questo filo d’oro che ci ha unito nel mondo virtuale e ora diventa reale.
Ringrazio te, Chiara, per l’impegno e lo spazio e la passione che dedichi a questi temi, a queste riflessioni. Isabella …. ringrazio te anche solo perchè ci sei, così come sei. L’immagine di voi due che aperitiveggiate mi strappa un sorriso. Non sempre il dolore è fine a se stesso, ma può essere il mezzo per raggiungere ben altri obiettivi. qui ce n’è un bellissimo esempio.
🙂